Datti allo yoga! I consigli per chi inizia

Se pensate che sia arrivato il momento di godere degli innumerevoli benefici dello yoga, ecco alcune “dritte” per iniziare la pratica.

Yoga fai-da-te: meglio evitare

È vero, ormai, tra internet, libri e riviste, lo yoga non ha più segreti. Altra verità è che praticare yoga in un centro qualificato, è abbastanza costoso. Per evitare, però, che tutti i potenziali benefici si trasformino in malefici, è necessario evitare di avvicinarsi allo yoga da autodidatti. L’attività di muscoli, articolazioni ma soprattutto della colonna, contrariamente alle apparenze, è intensa, e una pratica sbagliata potrebbe procurare dei danni irreversibili. Per questo è necessario che sia un insegnante qualificato a spiegarci le giuste posizioni, la loro giusta sequenza e a correggere i nostri errori per evitare che si cronicizzino. Unica eccezione ammessa, se proprio non si ha l’occasione di frequentare delle lezioni, è la respirazione (pranayama). Non sempre è così facile da eseguire, come può sembrare nei numerosi video in rete, ma almeno, anche se eseguita non proprio a regola d’arte, non farà grossi danni.

Scegliere dove praticare lo yoga

Scelta centri yogaSe avete deciso di iniziare la pratica con una vacanza yogica, perché magari la vostra città non offre corsi durante l’anno, oppure siete voi a non avere tempo di seguirli, le possibilità di scelta “consapevole” si riducono. Stessa cosa se abitate in un piccolo centro che offre, al massimo, uno o due corsi tra cui optare. Se invece abitate in una grande città, e un vasto orizzonte di possibilità si apre davanti a voi, nella scelta di dove praticare vanno tenuti in considerazione alcuni punti fondamentali. Molti centri, ormai, offrono una lezione gratuita di prova, o dei pacchetti promozionali per principianti. Consigliamo di sfruttare l’una o gli altri per capire meglio, sia se riuscirete ad avere i benefici sperati, sia se è il tipo di yoga adatto a voi. Se non venisse offerta questa possibilità di prova, chiedete almeno di poter assistere a una lezione da semplici spettatori e parlate, in maniera approfondita con quello che sarà il vostro insegnante per capire “quanto ne sa”. Purtroppo accanto a tanti maestri bravi e qualificati, con lunghi percorsi alle spalle, c’è anche qualche improvvisato. Magari sa eseguire alla perfezione gli asana, ma non è sufficientemente qualificato per trasmettere la conoscenza ad altri.

Su quali criteri allora, basare la vostra scelta?

Lo spazio – È importante ma non fondamentale. Certo, se vedete fili elettrici scoperti, sorci che girano o un ambiente poco adatto al relax, meglio evitare. In uno spazio ragionevolmente piacevole e sicuro, l’unica cosa da verificare sarà l’eventuale sovraffollamento delle lezioni che potrebbe impedire i movimenti corretti oppure di vedere bene l’insegnante.

Il tipo di yoga più adatto a voi – Sarebbe opportuno per tutti partire con un tipo di yoga che preveda asana più statici, come l’Hata Yoga in modo da imparare la giusta esecuzione delle posizioni e la altrettanto corretta respirazione. Ma se siete particolarmente ricettivi e proprio non riuscite a stare fermi per più di qualche decimo di secondo, potete anche cominciare con un tipo di yoga più dinamico come Vinyasa, Ashtanga o Power yoga. Così come, se cercate nello yoga la pace dei sensi, potrete orientarvi maggiormente verso tipologie, come il Kundalini o l’Anusara la cui componente “spirituale” prevale su quella fisica propriamente intesa (ricordiamo che anche la respirazione, nonostante sembri inevitabile e scontata, è molto fisica). Se pensate di provare un po’ tutto, meglio ovviamente scegliere un centro che offra tanti tipi di corsi. Se invece già sapete cosa cercare, meglio che sia più specializzato: a meno che non abbia numerosi spazi per le diverse classi, rischiereste di trovare il vostro corso poco frequentemente durante la settimana, quando invece è importante, soprattutto all’inizio, una pratica costante.

L’insegnante – A differenza dello spazio dove praticare, l’insegnante è fondamentale sia nel conseguimento dei benefici, sia per la vostra “sopravvivenza” nel mondo dello yoga. L’insegnante, oltre che essere preparato, oltre che essere coinvolgente, deve, prima di tutto seguirvi e correggervi. Se vedete che durante la lezione pensa solo a guardarsi allo specchio (lo yoga andrebbe eseguito senza specchi ma in molti centri sono presenti e a volte anche utili), non segue sufficientemente gli allievi e soprattutto non corregge chi sbaglia nell’eseguire gli asana, meglio rivolgersi altrove. Lo stesso dicasi se vi sembra che, al pari qualche istruttore di fitness, non tenga nella sufficiente considerazione eventuali patologie oppure i limiti individuali e vi spinga troppo. È vero che la filosofia dell’Hata yoga è proprio quella di andare oltre i propri limiti, ma è implicito che si tratta di un obiettivo conseguibile col tempo e con la pratica, non certo alla prima lezione. Un altro indizio per capire se abbiamo di fronte un insegnante qualificato: non tutti gli asana sono adatti a tutti. Ad esempio chi soffre della sindrome del tunnel carpale non dovrebbe eseguire delle posizioni, molto comuni nelle classi di yoga, come il cane a faccia in giù o il ponte. Quest’ultimo, insieme alla candela, non andrebbe nemmeno eseguito durante le mestruazioni nè in presenza di problemi cervicali o ai dischi. Un insegnante attento, prima dell’esecuzione, dovrebbe indicare le controindicazioni degli asana più impegnativi o fornire delle varianti nell’eseguirli. Se avete qualche particolare problema o disturbo, parlatene prima di iscrivervi con chi vi seguirà e vedete cosa vi consiglia: sarete in grado di valutarne la serietà.

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Ex istruttrice di nuoto, appassionata di yoga nonostante uno spirito pragmatico e contadino. Amo lo sport non agonistico da quando l'agonismo ha battuto l'etica ai rigori. Sono attiva sui seguenti social network: Campariorangecongliamici e Pizza&chiacchiere.
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