Il VAR nel calcio ha davvero diminuito gli errori o sta facendo solo più confusione?
La novità della stagione calcistica 2017-2018 è l’utilizzo del Var, ossia il cosiddetto Video Assistant Referee. Al di là della diatriba sul genere (il Var è considerato l’arbitro che adopera la tecnologia, la Var è sostanzialmente questa forma moderna della tanto agognata dal compianto Biscardi “moviola in campo”), sono bastate poche settimane per mettere in discussione quello che forse troppo frettolosamente alcuni addetti ai lavori hanno battezzato come “la soluzione a tutti i mali”. Come spesso accade nel calcio e nello sport in generale, c’è poco equilibrio nei giudizi e in tanti hanno promosso il Video Assistant Referee ancora prima di vederlo in azione. “Correggerà tanti errori che commettono gli arbitri”, “non ci sarà più la disparità di trattamento”, “termineranno polemiche e recriminazioni al termine delle partite”, sono alcune delle dichiarazioni entusiastiche che abbiamo potuto leggere nell’estate del 2017.
Pur ammettendo che indubbiamente con la moviola in campo siano stati corretti alcuni errori, siamo ben lontani e senza alcun dubbio, dall’aver risolto tanti problemi. Nelle ultime settimane le polemiche sembrano essere addirittura aumentate, poiché la disparità di trattamento non è stata affatto eliminata nonostante l’ausilio dello strumento tecnologico. Episodi identici a seconda del match possono venire trattati in maniera diversa, ma non è tutto, perché siccome all’arbitro spetta sempre l’ultima decisione, ci sono casi eclatanti in cui gli episodi non vengono nemmeno rivisti a bordo campo. Insomma, il “protocollo Var”, che gli arbitri hanno spiegato in dettaglio a tutti i club, sta generando un bel po’ di confusione.
Non è affatto un caso, infatti, che il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, abbia detto no all’introduzione del Var nella prossime edizione della Champions League. “Nessuno ancora sa esattamente come funziona. C’è ancora molta confusione”, ha detto il numero uno dell’Uefa, che sta visionando attentamente quanto sta succedendo nei Paesi in cui si sta sperimentando la moviola in campo. “Io non sono affatto contrario, ma c’è bisogno di spiegare meglio quando usarla. Vedremo alla Coppa del Mondo”, ha aggiunto Ceferin.
A queste parole, hanno fatto eco quelle di Michele Uva, ex dg della Figc e attuale vice presidente esecutivo Uefa, che ha confermato sostanzialmente come non ci sia ancora una chiara linea a livello internazionale sull’utilizzo del Var e di conseguenza ci vorranno ancora diversi anni prima che sia superata questa fase ritenuta di “sperimentazione”. “L’Europa League così come la Champions coinvolge 55 paesi europei, non tutti hanno introdotto, neanche offline, la tecnologia Var. Siamo tre paesi che la utilizzano – sottolinea Uva a Tutti Convocati su Radio 24 – , 4 paesi con la Polonia, e in questo momento lo facciamo online, penso che non ci sarebbe una uniformità sia di arbitraggio sia di assistenza, quindi penso che sia giusto aspettare quando tutta l’Europa o buona parte degli arbitri siano già abituati a questa tecnologia.” “C’è confusione? Perché comunque in questo momento le quattro nazioni europee stanno utilizzando il Var con metodologie diverse. Germania e Portogallo hanno una control room distaccata da dove agiscono i var, noi abbiamo fatto la scelta che i var sono insieme agli arbitri negli stadi, quindi ci sono anche applicazioni diverse, anche del protocollo. E quando introduci una cosa così innovativa in un sistema conservativo come quello del calcio deve essere valutata e introdotta quando c’è omogeneità di funzione e predisposizione”.
Il Var e il debutto disastroso in Inghilterra
All’estero le cose non vanno molto meglio dell’Italia: in Inghilterra il Var è stato introdotto da poche settimane in FA Cup, ma il debutto è stato disastroso con un gol annullato per fuorigioco, ma solo perché le linee tirate dal computer erano indubbiamente storte e hanno così falsato la decisione dell’arbitro. La critica inglese non sembra essere in generale molto soddisfatta e qualche tecnico, come Pochettino, ha evidenziato che oltre a generare confusione, il Var toglie anche quelle emozioni che solo il calcio sa dare. Spesso, infatti, si devono attendere anche alcuni minuti prima di poter esultare, per attendere il cosiddetto check.
Il Var e il presunto scandalo tedesco
In Germania, invece, il debutto del Var è stato accompagnato da un presunto scandalo, poiché Hellmut Krug, ex arbitro internazionale e responsabile della sperimentazione, è stato sollevato dall’incarico già a novembre. Krug, infatti, si sarebbe reso colpevole di aver favorito la squadra della sua città, lo Schalke 04, modificando da supervisore due decisioni che il Var aveva giudicato contro la squadra dei “blu” nella partita contro il Wolfsburg. Nonostante le smentite da parte della Federazione tedesca, a Krug è stato affidato un altro ruolo, mentre al suo posto è stato nominato l’altro ex fischietto Fröhlich.