Da Torino al mare in bicicletta

Cronaca di una giornata in sella attraverso la pianura piemontese, le colline delle Langhe, l’entroterra e la Riviera ligure.

Torino-mare ligureAndare da Torino al mare in bicicletta è una delle esperienze più belle e indimenticabili del mio curriculum ciclistico. Mi è capitato di pedalare per più di 200 km e di superare più di 3000 metri in un giorno, ma coprire in giornata l’intero itinerario che porta dalla mia città al mare è davvero un’emozione unica perché consente di attraversare, in meno di mezza giornata in sella, una serie di paesaggi completamente differenti.

Partito di casa alle 6.10 raggiungo in una decina di minuti il mio compagno di pedalate Roberto e ci dirigiamo verso Mirafiori in una città ancora addormentata. Dopo avere attraversato l’estremità meridionale di Torino e Moncalieri imbocchiamo la SP 20 (poi SR 20), un lungo tratto di strada pianeggiante fra i campi umidi del primo mattino. Le circonvallazioni di La Loggia e Carignano ci consentono di mantenere la media costantemente intorno ai 30 km/h e verso le 7.30 arriviamo a Carmagnola.

Dalla cittadina del torinese nota per la Sagra del Peperone ci portiamo sulla SP 661, continuando con un passo “allegro”, sempre superiore ai 25 km/h.

Torino-mare ligure in bici

Attraversati i comuni di Sommariva Bosco e Sanfrè, raggiungiamo Bra dopo 2h10’ a buona andatura. Approfittando dell’ombra degli alberi del Parco Azzurri d’Italia faccio un primo spuntino con una brioche e una banana.

Lasciata alle spalle Bra e transitati nella circonvallazione inferiore di Cherasco, imbocchiamo la SP 12 che inizia di fronte al casello autostradale di Cherasco. In questo tratto di fondovalle pedaliamo a buona andatura, un po’ in tandem e un po’ a ruota di un gruppo di cicloamatori.

Coperti i primi 75 km del nostro itinerario, giungiamo a Dogliani, città langhese nota per aver visto crescere Luigi Einaudi, il primo presidente della Repubblica Italiana, e per avere dato i natali a Giulio Einaudi e a Michele Ferrero.

La strada panoramica dell’Alta Langa

Da Torino al mare della Liguria in bicicletta

Alla Parrocchia dei SS Quirico e Paolo, dopo 3 ore in sella, attacchiamo la salita e il cambio di ritmo si fa sentire. Lo strappo che conduce al cimitero lo affronto en danseuse, poi mi risiedo, rifiato per qualche centinaio di metri fino a quando la SP 661 non impone una svolta a sinistra con tanto di Via Crucis.

In questo tratto – il più impegnativo della prima ascesa di giornata – le pendenze oscillano fra il 5 e l’8%, nulla di impossibile, ma il caldo inizia a farsi sentire. Procediamo fino a Belvedere Langhe, dove, sull’uscio della Trattoria del Peso, trovo Mauro Schellino, il più formidabile cuoco che abbia mai incontrato nei miei pellegrinaggi gastronomici, un vero maestro nella preparazione di tajarin, agnolotti del plin, carne cruda e vitello tonnato. Stavolta non c’è tempo nemmeno per uno spuntino: continuiamo a pedalare e, come da tabella di marcia, raggiungiamo Murazzano. I primi 89 chilometri li abbiamo percorsi in 4h05’. Un panino imbottito, un po’ di acqua fresca e dopo una ventina di minuti ripartiamo.

Da Torino al mare in bici

Da Murazzano inizia uno dei tratti più spettacolari della nostra pedalata, quello della dorsale che percorre l’Alta Langa in cresta fino a Montezemolo. La strada è magnifica: a destra e a sinistra gli occhi fanno il pieno di meraviglie.

Si tratta di una strada molto battuta dai motociclisti ed è bene tenerne conto quando si affrontano curve e discese.

Il punto più alto sono gli 808 metri della Pedaggera, ma i successivi chilometri sono caratterizzati da numerosi saliscendi, fino a quando non si raggiunge Montezemolo. Da qui inizia una lunga discesa che conduce fino a Millesimo. Presa la strada per Millesimo al primo bivio si volta a sinistra evitando la lunga galleria scarsamente illuminata della strada nuova.

Il Bormida di Millesimo e il Colle del Melogno

Da Torino alla Liguria - Panorama

Siamo in Liguria. Attraversata Millesimo si imbocca la SP 51 che in venticinque chilometri ci porterà ai 661 metri di Calizzano, dopo essere transitati a Murialdo.

Su questa strada – una delle più importanti arterie di comunicazione fra il cuneese e il savonese – sono evidenti i segni di un’economia spazzata via dalle autostrade e dallo spopolamento dell’entroterra ligure. Nonostante sia sabato il traffico automobilistico è, per nostra fortuna, praticamente inesistente. A bordo strada notiamo numerose insegne ormai sbiadite di trattorie e alberghi che hanno dovuto chiudere vuoi per il mancato transito, vuoi per una trasformazione radicale nelle abitudini dei villeggianti.

A Murialdo facciamo una seconda sosta: finora 126 i chilometri percorsi in 5h 50’. Un panino, un sorso d’acqua alla fontana e si riparte. C’è un leggero vento contrario ma l’approssimarsi della meta è uno stimolo a mantenere alta l’andatura. Arriviamo a Calizzano e, superato lo stabilimento della locale acqua minerale, ci fermiamo a Frassino per riempire ancora una volta la borraccia.

Calizzano - Reg Melogno

Siamo già nella prima parte del Colle del Melogno. Il versante settentrionale di questa salita procede al 2,2% di pendenza fino al 3° chilometro, nel quarto chilometro sale al 4,5% e, a partire dal quinto chilometro, aumenta la propria pendenza con frazioni chilometriche che oscillano fra il 4,9% e il 6,5%.

FaggetaLa seconda metà della salita (9,08 km al 4,4%) è molto suggestiva: si transita in una fitta faggeta e, specialmente nella stagione estiva, gli alberi regalano ai ciclisti un microclima più fresco.

Può capitare – anche nella stagione estiva – di trovare una fitta nebbia negli ultimi 4 o 5 chilometri di ascesa. A me e Roberto è successo lo scorso anno e nella discesa abbiamo dovuto prendere la linea bianca laterale della strada come punto di riferimento per pilotare la nostra bici verso la costa. Il mio consiglio è, quindi, quello di portarsi una giacchetta antivento e antipioggia qualsiasi siano le previsioni meteo. Sulla salita procedo a un’andatura piuttosto tranquilla e arrivo ai 1028 metri della vetta dopo 6h 35’.

L’arrivo sulla Riviera di Ponente

Arrivati al mare da Torino Dopo avere attraversato la galleria del forte del Melogno iniziamo una lunga discesa che si può dividere in due parti: la prima, piuttosto veloce, è caratterizzata da curve ma è priva di tornanti, la seconda, quella che inizia quando si svolta a destra seguendo le indicazioni per Magliolo, è molto tecnica e richiede una grande concentrazione.

Arrivati in cima al Colle del Melogno è consigliabile rifiatare un po’ e recuperare le energie perché la discesa verso Pietra Ligure è molto impegnativa sia sotto il profilo della concentrazione e della tecnica, sia per quanto riguarda la “fatica” fisica nel guidare il proprio mezzo.

Nei caratteristici paesi di Magliolo, Bardino Nuovo e Tovo San Giacomo si inizia a respirare l’aria del mare e i profumi dei fiori. Arrivati a Pietra Ligure percorriamo il largo Viale Europa fino a Borgio Verezzi e da lì, superato il passaggio a livello, guadagniamo finalmente l’Aurelia. In pochi minuti siamo a Finale Ligure. La pedalata è finita: 170 km in 8h 25’ per una media di 20,2 km/h.

Il premio? Naturalmente due tranci di focaccia, come solo in Liguria sanno fare.

In due ore e mezzo il treno regionale (che dispone di un servizio di trasporto biciclette al costo di 3,50 euro) ci riporta a Torino, un po’ stanchi ma molto soddisfatti!

Percorso da Torino al mare ligure in bicicletta

Ecco la planimetria del nostro percorso:

Planimetria Torino - Mare Finale Ligure

E l’altimetria:

Altimetria Torino - Mare

Video e foto di Davide Mazzocco e Roberto Bruscagin

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".

Commenti

    MARCO VACATELLO
    14 Luglio 2021 - 23:19

    Ho vissuto anch’io ma solo fino a Calizzano la vs esperienza. Son partito da solo, con uno zaino sulle spalle di quasi 20k. alle sette da Torino, come voi fino a Bra, costeggiato Cherasco, fino a Ceva. Poi Bagnasco, Massimino e ho iniziato la salita per me un’incognita di quasi 9 km. non vi nascondo che ho iniziato a preoccuparmi perchè non sapevo quanto fosse lunga questa salita. Visto un albergo sulla sinistra, ho capito che la meta era vicina. Senz’acqua, solo due brioches, ho chiesto ad un ciclista che veniva in senso contrario quanto mancasse, alla risposta che a breve iniziava una lunga discesa, ho ripreso coraggio. Una SANTA benedetta fonte a quasi cinque km. da Calizzano mi ha ridato morale. Arrivato all’albergo prenotato la sera prima, son rimasti stupiti che a 81 anni compiuti, solo, partito da Torino , mi avventurassi in simile impresa con lo zaino (cambio completo). Dalle 17 alla cena, ho passeggiato per la bellissima cittadina, poi a dormire e dopo un’abbondante colazione, non ho preso il treno, ma con i miei 77 kg. lo zaino che sembrava carico di piombo e i miei verdi 81 anni, ho ripreso la via del ritorno . Ho pranzato alle porte di Carmagnola e attraversando Moncalieri , alle 16.30 ero a casa! Stanco ma come voi entusiasta per simile esperienza. Poi l’Italia HA VINTO e come disse Giovanni Gerbi (credo il diavolo rosso) dopo una tappa di quasi 400 km. (altri tempi, altri eroi) ad una domanda di come si sentisse, rispose: “me brusa il cul…” ecco, ora so cosa intendeva!

      Davide Mazzocco
      30 Dicembre 2021 - 12:44

      Marco davvero tanti complimenti per la tua bella impresa in sella!

      Davide Mazzocco

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