“Tiro libero”, il film italiano sul basket. Intervista a Simone Riccioni e Alessandro Valori
Arriva oggi al cinema il film Tiro libero prodotto e interpretato dall’ex cestista Simone Riccioni, incentrato sul mondo del basket. Riccioni è Dario, play della Montegranaro, amatissimo dai fan e desideratissimo dalle fan della squadra marchigiana. È il classico bellimbusto, pieno di sé e borioso, ma la sua vita inizia a cambiare quando gli viene diagnosticata la distrofia muscolare, anche se la svolta vera arriva quando inizia ad allenare una squadra di giovanissimi cestisti in carrozzina… solo per far colpo su una donna.
Simone Riccioni ha raccolto la storia di Tiro libero in un libro uscito il 19 settembre con Sperling & Kupfer. Al margine dell’anteprima romana del film ha raccontato che alla realizzazione film ha contribuito anche la Federbasket: “Il basket non è stato mai rappresentato al cinema, correggetemi se sbaglio, avere avuto il supporto del presidente Gianni Petrucci, della Fip, del Coni, è stata la risposta che questo film si doveva fare”.
In Tiro Libero, Simone Riccioni divide la scena con Antonio Catania e Nancy Brilli (i suoi genitori), Maria Chiara Centorami, Biagio Izzo, Paolo Conticini, Samuele Sbrighi e Marianna Di Martino. “Sono persone splendide che si sono messe a disposizione del film”, ha spiegato l’attore. Al centro del film anche la distrofia muscolare: “A un mio amico è stato diagnosticata, ma la malattia è solo un pretesto, volevamo che si sapesse che i veri vincenti sono questi ragazzini. Sono loro i veri vincenti della vita”.
Nel film, Dario ha spesso un rapporto conflittuale con Dio, Simone Riccioni ha spiegato: “Un mio amico si è ammalato di sclerosi e ha iniziato a inveire contro Dio. Quando me l’ha raccontato e ho deciso di unirlo con l’altra mia grande passione la pallacanestro”.
Riccioni ha giocato nelle giovanili della Sutor Montegranaro, una squadra che ha militato nella massima serie, e come semiprofessionista in C1 a Crema e in C2 a Milano3 Basglio e Posalbasket: “Ho usato la pallacanestro come punto di svolta”.
Tiro libero è girato nelle Marche: “È casa mia, sono emozionantissimo perché siamo riusciti a girare lì”. Nel film sono protagonisti alcuni ragazzi giovanissimi, tre di loro sono atleti della squadra di basket in carrozzella degli Amicuccioli, la selezione giovanile del Giulianova, attualmente in forza nel campionato di Serie A: “Tre di loro sono effettivamente disabili, nella partita finale si vedono tutti i ragazzini della squadra. Sono stato felice perché mi hanno chiamato loro per voler parte del film. Un giorno mi hanno fatto mettere la sedia a rotelle, sono caduto, mi hanno preso in giro e ho capito quanto è difficile giocare a basket così. Sono venuti loro ai nostri ritmi e viceversa”.
Grazie alla loro presenza Tiro libero diventa più reale: “Mi hanno aiutato a entrare meglio in questo film”. Il basket e la sclerosi multipla fanno comunque parte del libro. L’attore-scrittore ha aggiunto: “C’è questo ragazzo che sfidando Dio si ritrova ad allenare questa squadra perché mette sotto una ragazza. È lui che si crea tutto questo, però c’è questo rapporto particolare ed è già presente nel libro”.
Dietro il film e il libro, c’è una storia molto particolare: “Un fratello di un mio amico si è ammalato di sclerosi, nel film distrofia, quando è successo ha inveito contro Dio perché voleva che gli fosse capitato a lui: due anni dopo è successo. Io sono partito dal suo racconto, per me è vero, noi poi abbiamo fatto un film romanzato”.
Tiro libero è diretto da Alessandro Valori e anche il regista ha parlato della tematica del film: “La storia è una sfida al cambiamento, volevamo fare un film godibile, ma mettere l’accento su degli spunti di riflessione. Parlando di sport disabile e sport dei normodotati ci sembrava un buon punto per raccontare le differenze nella nostra società, in cui conta più l’immagine, l’aspetto spettacolare dello sport. Era un paradigma adatto a raccontare il paradigma di un personaggio che affronta una malattia: inizia a relazionarsi con rabbia, il confronto dell’amore e con questi ragazzi lo portano a cambiare”.
Per Alessandro Valori, Tiro libero è “una favola contemporanea” che fa riflettere, sorridere e commuovere “come nella vita, nella vita non è tutto drammatico o divertente”. Il film è raccontato in modo ironico, per farlo Alessandro Valori si è avvicinato al mondo del basket in carrozzina: “La squadra è vera, vanno fortissimo gli Amicuccioli di Giulianova. Loro sono ironici, pensavo fossero intimiditi da quest’esperienza. Persone che affrontano una vita del genere hanno una forza che era percepibile sul set, erano sempre entusiasti, mai stanchi. Questo temperamento forte ci ha fatto capire che l’ironia era importante per questa storia”.
In Tiro libero recita anche Jacopo Barzaghi, il giovanissimo attore che si è ritrovato a giocare basket in carrozzina: “All’inizio è stato molto difficile ambientarsi, è più faticoso muoversi e anche giocare a basket. Non ho mai giocato una pallacanestro così difficile, sono molto più bravi dei normodotati”. Per calarsi al meglio nella parte, il giovane Jacopo si è allenato con un coach.
Un altro coach (e che coach!), Charlie Recaltati, ha un cameo nel film insieme con due cestisti amatissimi: Carlton Myers e Luca Vitali.
Ecco il trailer del film: