Tanti tipi di yoga: a ciascuno il suo
Siete dinamici e proprio non ce la fate a stare seduti cercando di immaginare luci colorate che sprigionano dal vostro corpo? Oppure dopo un giornata di lavoro frenetico cercate solo la pace dello spirito? O ancora vorreste, attraverso la pratica, eliminare lombalgie e sciatalgie, regalo delle ore passate alla scrivania? E magari migliorare la salute di fegato, reni o intestino? Lo yoga ha tante risposte per quanti sono i problemi che vi affliggono. O quasi.
Nella scelta del tipo da yoga da praticare vanno quindi tenute in considerazione due cose fondamentali: la vostra indole e i benefici che vorrete ottenere.
Se abitate in un piccolo centro, diciamocela tutta, non è che avrete tutta questa scelta. Ma potrebbe succedere che qualche fortunata combinazione astrale faccia coincidere il tipo di yoga più adatto a voi con quello proposto dal centro locale.
In città, invece, le occasioni sono tante e il consiglio, se ce n’è la possibilità, è quello di provarne il più possibile. Tanti centri, infatti, offrono una lezione di prova gratuita, oppure hanno, al proprio interno corsi di diversa natura. In mancanza della possibilità di una prova, potreste chiedere di assistere da semplice spettatore per capire se quello è il tipo più adatto a voi.
Cerchiamo però di capire, prima di tutto – in maniera semplificata ed evitando tecnicismi o divagazioni filosofiche che potrebbero allontanare i migliori intenzionati dalla pratica – quali sono le peculiarità e i benefici dei tipi di yoga che troverete più frequentemente in centri e palestre nostrani.
Serve una premessa: gli asana (le posizioni), indipendentemente dal tipo di yoga praticato, sia esso più meditativo o più di “azione”, sono comuni alle diverse tipologie. Variano sequenze e velocità.
Posto che ogni maestro dà una propria interpretazione allo stile che insegna, a grandi linee saprete cosa aspettarvi in base alla scelta effettuata.
E dopo la premessa, un consiglio per chi non sopporta l’effetto slow motion di alcuni tipi di yoga, ma è comunque alle prime armi: almeno all’inizio sarebbe preferibile sacrificarsi e sopportare qualche lezione di yoga “lento” per imparare bene gli allineamenti e la respirazione. Quando avrete acquisito un minimo di pratica, potrete sfogarvi con Ashtanga, Power yoga e chi più ne ha più ne metta.
Hata yoga
È la “dicitura” che incontrerete più frequentemente nei planning dei corsi. Di per sé, la definizione è piuttosto generica e si riferisce allo yoga più tradizionale diffuso in Occidente che potrebbe comprendere tutto e il contrario di tutto. Nella pratica, iscrivendovi ad un corso di Hata Yoga l’unica certezza che avrete sarà quella di non muovervi freneticamente. Con questo non illudetevi nemmeno di passare un’ora di tutto riposo, anzi… “Tenere” una posizione (chiaramente dipende dall’asana) richiede uno sforzo notevole. Molto maggiore rispetto a quello richiesto nella successione veloce dell’Ashtanga. L’Hata yoga combina una parte più soft, dedicata a respirazione (Pranayama) e meditazione, con una parte fisica molto intensa, tendenzialmente statica.
In base ai benefici che procura, l’Hata yoga è particolarmente indicato per coloro che soffrono di scoliosi, e indicato per prevenire mal di schiena e dolori cervicali o per chi, non più in verde età, vuole migliorare l’elasticità di muscoli e legamenti.
Sul piano emotivo, la respirazione diaframmatica, a cui viene dato grande spazio in una classe di Hatayoga, migliora l’umore e aiuta a gestire ansia e stress, insonnia e depressione.
L’Hata yoga, insieme al Kundalini e ad altre tipologie meno note e poco praticate in Occidente, fa parte della corrente tantrica. A questo punto certamente, tutti i maschietti (e anche le loro partner) drizzeranno le orecchie, visto che la parola “tantra” richiama subito alla mente Sting e le sue leggendarie infinite performace sessuali. In realtà, qualsiasi tipo di yoga, attraverso lo sblocco dell’energia, il controllo dell’ansia (tra cui quella da prestazione), migliora quasi sempre la salute sessuale dei membri di una coppia. Magari non arriverete ai livelli della pop star, ma in fondo chi ce l’ha tutto questo tempo?
Bikram e Hot Yoga
Spesso vengono confusi, ma qualche differenza c’è. Sia il Bikram e l’Hot yoga si praticano ad una temperatura di 40 °C (tassativa per il Bikram puro, “negoziabile” per l’Hot yoga). D’inverno può essere piacevole; d’estate un po’ meno. Ovviamente, si suda, e questo permette di eliminare molte tossine. Soprattutto però, una temperatura così elevata rende i muscoli elastici e già pronti a svolgere tutti gli asana senza pericolo di traumi, e scioglie le articolazioni. Il Bikram ha una sequenza fissa di 26 posizioni da ripetersi due volte nel corso della lezione di 90 minuti. Togliendo il tempo dedicato alla respirazione iniziale e al rilassamento, i minuti che restano sono da suddividere tra 52 asana. Si potrebbe quindi considerare la pratica, medio-dinamica. Si lavora molto sull’equilibrio e sull’allineamento. Una lezione di Hot yoga può invece durare anche 60 minuti e le sequenze possono variare.
Oltre alla già citata eliminazione di tossine, il bikram ha grandi benefici sul sistema cardiovascolare e aumenta la capacità polmonare, senza contare che lavorando molto anche sull’allineamento, e sulla respirazione si prevengono mal di schiena, sciatalgie e lombalgie e migliorano malumore, insonnia e ansia. Attenzione però: se già soffrite di problemi cardiovascolari, o di pressione bassa, il Bikram e l’Hot yoga sono assolutamente da evitare sa causa dell’elevata temperatura.
Altri “contro” di Bikram e Hot yoga: richiedendo un certo tipo di struttura, oltre che di una preparazione e aggiornamento non propriamente economici degli insegnanti, i centri dove si praticano non si trovano a ogni isolato. Nelle grandi città si stanno diffondendo ma sono pochi con classi conseguentemente molto affollate. Inoltre, come è facile immaginare sono ben più costosi di altri tipi di yoga.
Ashtanga, Vinyasa e Power yoga
C’è un filo che lega questi tre tipi di yoga dinamico. Lo yoga dinamico è quello in cui gli asana fluiscono uno dopo l’altro, quasi senza interruzione. Niente di quelle cose dove sembra che qualcuno abbia messo in PAUSA il video del saggio di yoga, mentre tutti si trovavano nella posa del guerriero.
Tutti e tre tipi di yoga iniziano col saluto al sole e sincronizzano gli asana con la respirazione: determinati movimenti devono essere eseguiti in fase di inspirazione e altri di ispirazione, mai a caso. Ma mentre l’Ashtanga (chiamato anche Ashtanga Vinyasa) prevede delle sequenze ripetive secondo tradizione, il Vinyasa flow è più “coreografico” e il Power yoga inserisce nella disciplina molti elementi della ginnastica aerobica moderna. Un avvertimento importante se avete deciso che il Power yoga è il vostro ideale: la pratica è molto intensa e richiede che arriviate già molto “oliati” e ben allenati. Se siete fermi da un po’ e non avete una buona apertura delle anche, rimandate a quando avrete fatto un po’ di pratica e acquisto una certa scioltezza.Prevedendo molti asana diversi nel corso della pratica, i benefici variano a seconda di quelli eseguiti.
Il condizionale è comunque d’obbligo quando si parla di yoga. Almeno da noi in Occidente. Ogni stile viene interpretato dal maestro a modo proprio. Vi capiterà, se avrete maestri diversi, anche all’interno dello stesso centro, di notare che ognuno dà una propria impronta alla pratica, fa eseguire determinati asana e non altri, praticare diversi tipi di respirazione e riserva più o meno spazio alla meditazione o alla recita dei mantra. Questo non è un male, anche perché ogni posizione e ogni aspetto dello yoga, porta con sè determinati benefici. Potremo così di godere del suo potere terapeutico a 360°.