La tecnologia indossabile sempre più protagonista nel calcio

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La tecnologia indossabile sta pian piano diventando sempre più protagonista in diversi sport e il calcio non è “immune”. Qualche anno fa fecero la prima comparsa i sensori inseriti in calzature e indumenti indossati dagli atleti durante le performance, tecnologie che pian piano si sono evolute e divenute sempre più sofisticate e attendibili. Inevitabilmente, però, oggi si associano a questa categoria di prodotti gli smartwatch, la nuova generazione di orologi che si interfacciano con gli smartphone e sono in grado di fornire diversi dati sulle condizioni del corpo, primi su tutti quelli relativi al battito cardiaco.

Non è un caso che i più importanti club al mondo abbiano deciso di sfruttare la tecnologia indossabile: la Juventus, ad esempio, monitora i propri tesserati con un dispositivo personale che li segue quando sono lontano da Vinovo. Dalle parti di Torino non si lascia nulla al caso e vogliono essere sicuri che i propri tesserati seguano i dettami del club sempre: i vantaggi nelle prestazioni si possono assumere anche in queste piccole cose. Più informazioni si hanno sui propri calciatori, più i club possono elaborare relazioni tecniche dettagliate, che possono rivelarsi decisive per scegliere la formazione da schierare, le sostituzioni e anche i turni di riposo da dare a chi è più soggetto ad infortuni.

Tecnologia indossabile: il dettaglio che fa la differenza

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Quelli che possono sembrare aspetti di poco conto, diventano dettagli essenziali per club come la Juventus o il Real Madrid, un’altra società che fa ampio uso di dispositivi indossabili. La differenza tra chi vince e chi va vicino ad una vittoria, sta propria nella cura dei particolari. Ovviamente, questi sono solamente degli esempi, poiché come confermano gli analisti della Gartner, al termine dell’anno 2017 saranno stati venduti qualcosa come 310 milioni di dispositivi tecnologici indossabili per un fatturato da oltre 30 miliardi di dollari. Secondo l’International Data Corporation, questo fatturato è destinato a raddoppiare entro il 2021.

Un dato dunque che dà l’idea della forza che sta assumendo questo settore, che non è solo rappresentato dagli smartwatch. Al Real Madrid, ad esempio, i dispositivi più utilizzati sono i Gps incorporati sul retro delle maglie. Servono alo staff di Zinedine Zidane per misurare il ritmo cardiaco ed elaborare diverse informazioni sui giocatori: tendenza all’infortunio, carichi di lavoro sostenibili etc. Un vantaggio non solo importante per gli allenatori e i loro staff, ma anche per i giocatori stessi, che possono essere incentivati alla competizione con i compagni da questi dispositivi.

L’allenatore, da un parte, potrà scegliere giocatori e tattiche in base ai dati raccolti, mentre i calciatori stessi possono avere un altro incentivo a migliorare le proprie prestazioni per non rischiare ad esempio di finire in panchina. Le prospettive sono quelle di una diffusione ancora più capillare di queste tecnologie in tutti gli sport, visto che i dispositivi indossabili saranno inevitabilmente sempre più economici e affidabili. È facile prevedere anche nella Serie A italiana, ad esempio, quanto avviene già oggi in Premier League, con i giocatori che possono far uso di tecnologie indossabili nelle partite, anche se i dati non possono ancora essere utilizzati in tempo reale.

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Giornalista e istruttore tecnico di scuola calcio, scrivo e studio sport praticamente 24 ore al giorno guidato da un irrefrenabile ottimismo nei confronti delle nuove generazioni.
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