SuperOp, il misuratore della condizione che aiuta l’allenamento
Adottato dal Team Bahrain Merida di Vincenzo Nibali ha già dato ottimi risultati. Il coach Paolo Slongo ci spiega perché.
Il 2017 di Vincenzo Nibali è stato ricco di soddisfazioni e, anche se non è arrivato il successo in un grande giro, il corridore siciliano si è confermato come uno dei ciclisti più abili nella programmazione stagionale. Difficilmente il leader del Team Bahrain Merida si fa trovare impreparato nei grandi appuntamenti.
Il terzo posto del Giro d’Italia (ad appena 40” dal vincitore Tom Dumoulin) e la seconda piazza alla Vuelta a España (a 2’15” da Chris Froome), arricchiti dalle vittorie di tappa di Bormio e Andorra La Vella e dal bis al Giro di Lombardia, hanno ribadito l’eclettismo di un corridore capace di andare forte su qualsiasi terreno e di regalare spettacolo ogni volta che si mette il numero sulla schiena.
Da quest’anno l’allenamento di Nibali si è arricchito di un nuovo strumento: SuperOp.
SuperOp è un Supercompensation Optimizer che, con una sola misurazione al giorno del battito cardiaco e della pressione, valuta la ricettività organica all’allenamento su di una scala che va dallo 0 al 100%. Il feedback fornito in pochi secondi da questo strumento consente di modulare il lavoro in intensità e in durata in modo da ottenere sempre il massimo miglioramento.
SuperOp si “accorge” di quando il tuo fisico ha bisogno di un allenamento più blando oppure di quando ci sono le condizioni ottimali per incrementare il carico di lavoro. In questo modo si limitano gli errori che portano all’overtraining oppure a un’affannosa ricerca della condizione.
L’utilizzo è molto semplice. Al mattino, prima di alzarsi, si indossa lo sigmomanometro da polso e si misurano battito e pressione. Una volta effettuata la misurazione si scoprono quella che è la propria condizione e il carico di allenamento più appropriato.
SuperOp misura lo stress metabolico legato ai tuoi allenamenti, al recupero e ad altri fattori quali il sonno e l’alimentazione attraverso il confronto dei valori pressori, del battito cardiaco e di dati derivati da essi nel tempo.
Grazie al monitoraggio quotidiano e, soprattutto, al confronto con il proprio allenatore o preparatore atletico, il ciclista può programmare al meglio allenamenti e gare.
Paolo Slongo, coach del Team Bahrain Merida, ha iniziato a utilizzare SuperOp dal ritiro del Passo San Pellegrino di metà luglio e già in estate ha notato una corrispondenza dei risultati con le aspettative dello staff tecnico.
“Sapere già al mattino la condizione del corridore e valutare la modulazione del carico della giornata è diventata una prassi del nostro lavoro, e nella nostra struttura lo consideriamo uno strumento indispensabile” sottolinea Slongo.
I nove ragazzi della spedizione alla Vuelta a España che lo hanno usato sono stati coinvolti sin dall’inizio del progetto: “Sono atleti esperti e seri, e la loro partecipazione è stata naturale e senza fatica, perché hanno capito da subito che si tratta di una soluzione che li aiuta a ottimizzare l’allenamento”.
Ma non solo gli aspetti dei singoli sono stati presi in considerazione, perché SuperOp ha aiutato lo staff anche nella strategia di gara alla Vuelta: “Una gara a tappe di tre settimane richiede di organizzare la squadra con “turni di lavoro” dove, a parte Nibali nel suo ruolo di capitano, gli altri si sono divisi il lavoro di supporto a fasi alterne, così da richiedere l’impegno agonistico di alcuni atleti in determinate tappe, lasciando gli altri ‘a riposo’”.
E anche in questa strategia l’equipe medica del Team Bahrain ha trovato una corrispondenza perfetta tra i dati stimati dai tecnici e i responsi mattinieri di SuperOp: “Grazie a SuperOp abbiamo anche potuto verificare che la preparazione che avevamo svolto è riuscita a portare e a mantenere la condizione generale della squadra al top durante la seconda e terza settimana di gara, come avevamo pianificato!”
In effetti, il grafico che ci mostra Slongo con l’andamento della Ricettività Organica media della squadra misurata da SuperOp, rende subito evidente come la condizione generale del Team sia rimasta alta per tutta la durata della Vuelta; solo negli ultimi 4 giorni di gara la fatica ha cominciato a pesare e a far flettere verso il basso la condizione media dei ragazzi.
“Però ancora nell’ultima tappa vera, quella de l’Angliru del 9 Settembre, quando purtroppo una caduta ha fermato Vincenzo, avevamo ancora un’ottima condizione del team considerati i 20 giorni di gara, con una Ricettività del 65%” aggiunge Slongo.
A partire dal primo ritiro della squadra previsto per metà dicembre in Croazia, tutti i corridori dovranno essere allineati all’utilizzo di questo strumento. In uno dei monitoraggi di routine dell’Uci sul lavoro delle squadre World Tour l’impiego del SuperOp è stato promosso a pieni voti.
Nel 2018 Nibali e compagni torneranno a metterselo al polso per arrivare puntuali agli appuntamenti che contano. C’è un Mondiale che chiama e lo Squalo dello Stretto non vede l’ora che arrivi il 30 settembre 2018.
Foto | SuperOp e Bettiniphoto