Sport e problemi cardiaci: tutte le risposte del cardiologo
Chi pratica sport ha spesso paura di incorrere in problemi cardiaci o di averne già ma di non essersene accorto. Sono paure che scaturiscono da notizie di giovani atleti le cui malattie cardiache sfuggono anche ai più accurati controlli. Grazie alla nostra collaborazione con MioDottore.it abbiamo cercato di fare chiarezza su questo spinoso argomento con l’aiuto del dottor Stefano Marwan Mangini, che è cardiochirurgo, cardiologo e angiologo che opera a Roma. Gli abbiamo posto domande sui problemi cardiaci più diffusi come il soffio al cuore e il prolasso della valvola mitrale, ma anche sulle malattie cardiache ereditarie, cercando di capire cosa deve fare chi ha questi problemi (o ancora sospetta di averli) e vuole praticare sport. Ecco tutte le nostre domande e le risposte del cardiologo.
Lo sport fa bene al cuore, ma fino a che punto? Ci sono casi in cui, invece, fa male?
“Le linee guida consigliano una attività aerobica di intensità moderata (camminata veloce, bicicletta) per un totale di 150 minuti a settimana e 75 minuti a settimana di intensa attività aerobica (corsa). Una regolare attività aerobica non solo migliora la performance del cuore, ma riduce anche la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, i livelli di colesterolo, abbassa i livelli di glicemia oltre che a migliorare l’umore. In linea generale, si potrebbe affermare che più sport si fa e meglio è, ma questo è vero fino a un certo punto. Per le attività di endurance agonistiche, discipline sportive che richiedono di resistere a sforzi prolungati nel tempo (ciclismo, sci di fondo, maratona, triathlon, nuoto fondo), si possono, infatti, innescare meccanismi dannosi che è bene tenere sotto controllo. È stato, appunto, dimostrato da diversi studi che l’attività fisica fa sempre bene solo se rispetta i limiti fisiologici”
Quando la visita dal cardiologo è obbligatoria prima di cominciare a praticare un’attività fisica?
“Sebbene per svolgere una attività sportiva non sia richiesto il parere cardiologico ma soltanto in alcuni casi l’elettrocardiogramma, ritengo che sia, invece, fondamentale uno screening approfondito in quanto, in alcuni casi, soggetti apparentemente sani sono portatori in realtà di una malattia cardiaca silente che può causare morte improvvisa durante lo sport. Un soggetto adulto o in età avanzata che si sottoponge a visita cardiologica con ECG, ecocardiogramma ed eco-Doppler delle carotidi, prima di iniziare un programma di attività fisica sportiva ha un rischio minore di andare in contro ad eventi acuti e/o fatali”
Quando si deve cominciare a pensare di aver bisogno di una visita dal cardiologo? Quali sono i disturbi o sintomi che non devono essere trascurati?
“Non esiste un momento esatto in cui ‘pensare’ al cardiologo. Non ci si deve rivolgere allo specialista solo se si pensa di essere malati. È necessario, al contrario, fare un controllo medico per prendere consapevolezza del proprio corpo, e di quelli che sono i nostri limiti e possibilità. Personalmente ci tengo a sottolineare l’importanza dello screening cardiologico perché credo fortemente che sia utile nel prevenire eventi che spesso possono rivelarsi anche fatali.
I sintomi più significativi sono il dolore toracico, l’affanno non congruo allo sforzo effettuato, la comparsa di ‘strane’ palpitazioni (un maggior numero di extrasistoli) che sono chiaramente da approfondire anche solo per una personale tranquillità”
Il numero di ore settimanali da dedicare allo sport dipende dall’età?
“Sebbene l’età anagrafica sia un fattore di rischio non modificabile, non deve essere considerata, come nel passato, un limite per svolgere l’attività sportiva; va, piuttosto, presa in esame la condizione clinica globale del soggetto. Ogni persona deve essere analizzata singolarmente, tenendo in considerazione i fattori di rischio e calcolando uno score personalizzato. Un soggetto di quarant’anni potrebbe avere diversi fattori di rischio (fumo di sigaretta, familiarità, ipertensione arteriosa ecc…) e avere un rischio cardiovascolare pari o superiore a un sessantenne”
Una cattiva respirazione durante l’attività sportiva può provocare danni al cuore?
“Sicuramente una non corretta respirazione aumenta il lavoro cardiaco sforzando in maniera non fisiologica il cuore”
Sport e malattie cardiache ereditarie
Chi ha in famiglia casi di malattie cardiache deve preoccuparsi? Quali sono quelle ereditarie?
“Di solito chi ha una familiarità per malattie cardiovascolari possiede una maggiore sensibilità all’argomento ‘cuore’ e inizia controlli precocemente. Bisogna sicuramente essere consapevoli che la familiarità è di per sé un fattore di rischio, non modificabile, per il quale è utile fare accertamenti. Parliamo, ad esempio, di cardiopatia ischemica, prolasso della valvola mitrale, valvola aortica bicuspide, aneurisma dell’aorta ascendente. Particolare attenzione va, poi, rivolta alle miocardiopatie e alla sindrome del QT lungo”
Ci sono sport che potrebbero “evitare” di ereditarle? Cioè influire in qualche modo sul nostro organismo evitando l’insorgere delle stesse malattie dei nostri famigliari?
“Mentre le anomalie strutturali delle valvole sono congenite, per cui si hanno dalla nascita, la patologia aterosclerotica è sicuramente evolutiva e, sebbene si abbia una familiarità, si possono mettere in atto una serie di meccanismi, di abitudini di vita che vadano a rallentare il processo patologico”
A che età bisognerebbe cominciare a praticare sport per salvaguardare la salute del cuore?
“Non esiste una età per praticare sport, dai 3 anni ai 90, con tutti i vari limiti e possibilità. Fare sport sicuramente migliora la salute del cuore e ne migliora la performance”
Sport e soffio al cuore
Che cosa si intende per “soffio al cuore”?
“Il soffio al cuore è un rumore udibile mediante il fonendoscopio durante una semplice visita, non si tratta necessariamente di una patologia. È dovuto al flusso di sangue che da laminare, silenzioso e regolare, diventa turbolento”
Come ci si accorge di averlo? Quali esami occorre fare se si ha un sospetto?
“Spesso si scopre di avere il soffio al cuore per caso, durante una visita di controllo, magari per altri problemi. Difficilmente ci si accorge da soli di averlo. Qualora il soffio al cuore sia ritenuto meritevole di approfondimento, si può fare un ecocardiogramma color doppler per capire la natura del soffio e l’entità della valvulopatia”
Si può fare sport nonostante il soffio al cuore?
“Se a conoscenza della presenza di un soffio al cuore si volesse fare sport, si dovrebbe fare una visita cardiologica/sportiva per approfondire e conoscere la propria condizione. Fatto ciò, si può praticare sport adeguando lo sforzo alle proprie necessità. Quindi, sì, si può e, anzi, si deve praticare”
Sport e prolasso della valvola mitrale
Parliamo del prolasso della valvola mitrale: che cos’è e perché è collegata allo sport?
“Si definisce prolasso la protrusione, lo spostamento durante la sistole, superiore o posteriore di uno o di entrambi i lembi mitralici, o di parte di essi, in relazione all’anello, e può essere associata o meno insufficienza mitralica. È l’anomalia valvolare più frequente nella popolazione (5%), ma il motivo per cui sia così presente negli sportivi è ancora dibattuto”
È vero che il prolasso della valvola mitrale è una delle anomalie valvolari più frequenti tra gli sportivi? Perché?
“Il prolasso della valvola mitrale è stato identificato per la prima volta negli anni ’60, ma è solo negli anni ’80 con l’utilizzo dell’ecocardiografo che si è avuto il boom di diagnosi. Il motivo per cui sia così frequente negli sportivi rimane ancora incerto“
Si può continuare a fare sport se insorge questo problema? In che modo e con quali precauzioni?
“Vengono considerati portatori di prolasso mitralico ‘a rischio’ e, quindi, esclusi dall’attività agonistica, i soggetti con sincopi non spiegate, familiarità per morte improvvisa giovanile, insufficienza mitralica di grado moderato-severo, tachiaritmie sopraventricolari recidivanti o aritmie ventricolari a riposo e/o da sforzo. Nei soggetti con rigurgito mitralico lieve potrà essere presa in esame l’idoneità sportiva per sport ad impegno cardiovascolare lieve-moderato. Il prolasso mitralico di per sé, essendo un’anomalia sostanzialmente anatomica della valvola, non è una condizione che possa risolversi con il tempo. Quello che, invece, può variare è l’entità del rigurgito mitralico associato”
Sport per cardiopatici
Quali sono gli sport più consigliati per i cardiopatici?
“Diciamo innanzitutto che il termine ‘cardiopatico’ racchiude in sé casi di natura assai diversa, in quanto pazienti che subiscono un’operazione anche importante recuperano del tutto la funzionalità cardiaca e riescono a sostenere attività fisiche faticose come andare in bicicletta. Come ho detto prima, ogni caso è a sé in quanto esistono diversi tipi e diversi gradi di patologie cardiache. Sicuramente lo specialista può, però, consigliare il paziente conoscendo il suo caso specifico”
Chi deve occuparsi della scheda di allenamento per cardiopatici? Un medico o un personal trainer?
“Sicuramente ci deve essere una sorta di collaborazione trasversale tra lo specialista e il personal trainer. Questi ultimi sono, infatti, figure preparate e competenti in grado di conoscere il tipo di lavoro fisico che si può svolgere avendo delle patologie cardiache”.