Sport e cuore: i consigli del cardiologo su esami da fare, battiti e integratori
La salute del cuore è fondamentale per chiunque, ma ancor di più per chi pratica sport, sia che lo faccia da professionista, sia che si tratti di un semplice amatore. Non sono rari i casi, purtroppo, di atleti, anche di alto livello, che sono stati “traditi” dal proprio cuore. Con la collaborazione di MioDottore.it abbiamo interpellato un importante cardiologo, il Dott. Alessandro Aiello dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma, autore di numerose pubblicazioni su riviste specialistiche italiane e internazionali, per avere un quadro completo su cosa dobbiamo fare per salvaguardare la salute del nostro cuore. Gli abbiamo chiesto quali esami sono indispensabili, sia per gli adulti sia per i bambini, come comportarci in caso di problemi quali ipertensione o, al contrario, pressione bassa, e anche come tenere sotto controllo i battiti. La lettura è altamente consigliata a tutti. Ecco le nostre domande e le risposte del dottor Aiello.

La visita dal cardiologo prima di praticare attività sportiva è indispensabile per tutti i tipi di discipline?
“Non è necessario la visita cardiologica per praticare sport, eccetto per pazienti con anamnesi di patologie cardiovascolari pregresse, come ad esempio la cardiopatia ischemica. Un elettrocardiogramma invece è raccomandabile per tutti, anche per attività sportiva amatoriale”
Nonostante le visite, alcuni giovani atleti sono morti per problemi cardiaci mentre praticavano sport perché avevano malformazioni di cui non erano a conoscenza. Che tipo di esami fare per escludere malformazioni e che probabilità ci sono di avere malformazioni difficili (o impossibili) da diagnosticare?
“Una corretta anamnesi personale (storia di sincope) e familiare (morti improvvise) aiuta nello scovare patologie silenti. Le morti improvvise durante lo sport in genere sono dovute alle cosiddette canalopatie, ovvero patologie dei canali ionici della membrana cellulare del cardiomiocita, rendendolo vulnerabile ad aritmie maligne (Sindrome del QT lungo, Sindrome di Brugada…), o a patologie più macroscopiche come la Displasia Aritmogena del Ventricolo Destro (AVRNT), ma sono più rare. Queste patologie in genere vengono evidenziate, da un elettrocardiogramma (canalopatie) e, in seconda battuta, un Holter ecg e da un ecocardiogramma (displasia aritmogena del ventricolo destro)”
Sui bambini che si affacciano per la prima volta allo sport che tipo di esami occorre fare?
“Esame obiettivo ed ecg”
Sport, ipertensione e altre patologie
Ci sono sport più adatti di altri a chi soffre di ipertensione? E ci sono invece attività che è meglio evitare?
“In generale il paziente deve essere correttamente trattato da un punto di vista farmacologico. Se i valori tensivi risultano stabili può praticare sport, preferibilmente di natura aerobica e di resistenza, anche al fine di abbattere il rischio cardiovascolare”
E per chi, invece, è alle prese con la pressione bassa? Ci sono discipline sportive più consigliabili di altre?
“In tali casi è consigliabile colazione e spuntini salati, un corretto apporto idrico e un adeguato riscaldamento e recupero, al fine di evitare crisi ipotensive vasovagali che inducono ipotensione ortostatica. Con tali premesse ogni sport eseguito in modo consapevole va bene”
Ci sono sostanze che vanno consumate con parsimonia a seconda del tipo di sport che si pratica? Per esempio taurina, teina, caffeina o altri tipi di sostanze non proibite? Ce ne sono di potenzialmente pericolose per il cuore sotto sforzo?
“Ci sono lavori che correlano l’abuso di bevande energizzanti al rischio di morte improvvisa per tachiaritmie ventricolari. Un corretto uso di integratori non è dannoso”
Da una ricerca recente emergerebbe un legame tra sport eccessivo e calcificazioni nelle arterie coronariche. Qual è la maniera corretta di interpretare questi dati?
“L’attività sportiva eccessiva è uno stress per il muscolo cardiaco e i suoi vasi e porta a invecchiamento precoce. Da molto tempo è noto che l’ipertrofia cardiaca degli atleti top level comunque è dannosa, poiché il confine tra cuore ipertrofico e ischemico è molto vicino. Le calcificazioni sono il risultato di un’usura (shear stress dei vasi). Le linee guida di prevenzione cardiovascolare suggeriscono 30 minuti di passo svelto al giorno o 50 minuti tre volte a settimana. Il recupero/riposo è importante!”
Battiti a riposo e sotto sforzo
Qual è il numero ideale di battiti da avere sotto sforzo? Ci sono differenze tra i diversi tipi di sport? E a riposo?
“A riposo il numero di battiti ‘normale’ ovvero il cosiddetto battito sinusale, è compreso tra 60 e 100 battiti al minuto. Il battito teorico massimo DA NON SUPERARE si calcola 220-l’età. Il battito allenante è l’80% del battito teorico. Chiaramente riferito ad atleti sani che praticano sport in maniera consapevole con corretto riscaldamento e recupero. Sport di fondo difficilmente raggiungono tali valori. Sport come la corsa, lo spinning, rowing e il cross fit facilmente permettono di raggiungere tali valori”
Da cosa dipende il numero di battiti al minuto e a che cosa serve saperlo? È importante monitorarlo a riposo e sotto sforzo? Vediamo che gli atleti di alto livello tengono sotto controllo il cardiofrequenzimetro…
“I battiti garantiscono la portata cardiaca, ovvero il sangue che circola nel corpo. Chiaramente in condizioni di aumentato fabbisogno, abbiamo bisogno di più ossigeno: il modo fisiologico di fornire tale nutrimento è aumentare gli atti respiratori e far girare il sangue, vettore dell’ossigeno, più veloce con più battiti. Sotto sforzo è importante conoscere i propri battiti per non fare danni (MAI superare 220-l’età!) e per impostare un corretto allenamento alla frequenza allenante (80% FC massima)”
A proposito di cardiofrequenzimetro, ci sono differenze tra quelli a fascia e quelli da polso? Da cardiologo che tipo consiglia? O quali caratteristiche ritiene che siano indispensabili?
“I cardiofrequenzimetri moderni sono tutti buoni. Addirittura alcuni telefoni possiedono il sensore digitale per la Fc cardiaca e per la saturazione di ossigeno e sono anche incredibilmente precisi in condizioni di riposo. Ovviamente più piccolo è il sensore più risente del sudore e del movimento. Consigliati quelli a fascia quindi, poiché riducono l’errore”.