Salite in bicicletta: 7 mosse per affrontarle al meglio

Salite in bicicletta - Consigli e trucchi

L’arte della salita si impara pedalando. Alla brillantezza e alla velocità tipiche della gioventù si sostituiscono, con il passare degli anni, la capacità di gestione dello sforzo e la resistenza tipiche dell’esperienza.

Dopo avervi raccontato tante ascese nel nostro primo anno di vita, oggi noi di Sport Folks vi spieghiamo come affrontare al meglio le salite, tanto in gara come in allenamento: cinque consigli riguardano gli aspetti fisico-meccanici, due l’approccio psicologico.

1 –  Rilassare le spalle

Quando si sale da seduti le spalle vanno mantenute in una posizione non curva in modo che il petto possa aprirsi completamente per respirare profondamente. Le spalle rilassate lasciano la parte superiore del corpo libera dalla tensione. Questo è il modo migliore per muoversi delicatamente con il movimento della pedalata.

Alberto Contador nella tipica posizione d’attacco in fuorisella

2 – Spalle dritte e gomiti piegati

Sia che si salga seduti, sia che si salga nella posizione en danseuse (vale a dire sui pedali, come faceva Alberto Contador) bisogna mantenere la schiena diritta e i gomiti piegati. Come accade con le spalle curve, anche la schiena ingobbita limita il diaframma e l’entrata di ossigeno. Se Contador rimane il modello dello stile in salita, Chris Froome è l’anti-modello: guardatevi i suoi video per capire come NON si pedala!

3 – Mani sul manubrio

Salendo da seduto la posizione ideale è con le mani sulla parte orizzontale del manubrio. Questa è la posizione tipica del passista scalatore e di chi preferisce salire in progressione. In fase di scatto la posizione più proficua è  con le mani sulle leve dei freni e del cambio: in questo modo, con il corpo allungato, sarà più facile assecondare la fase di stress del telaio. Quanto alle mani nella parte bassa della curva del manubrio quella rimane un’esclusiva del “Pirata” Marco Pantani…

L’autore dell’articolo in una fase della salita della Bonette

4 – Fuorisella solo quando serve

Il fuorisella (o posizione en danseuse) è proficua solamente quando non si è in grado di generare una potenza sufficiente sul sellino o quando si superano pendenze superiori al 10% e si utilizza il peso corporeo come “arma” supplementare per aiutare la forza motrice degli arti inferiori. Nelle salite particolarmente lunghe è consigliabile alzarsi sui pedali periodicamente per allungare i muscoli e migliorare la circolazione anche se le pendenze non lo rendo necessario.

5 – Utilizzare i rapporti più adeguati

Saper utilizzare rapporti adeguati è fondamentale per affrontare le salite in maniera proficua. Come spiega Federico Ferrari le variabili sono molte: dal tipo di percorso al grado di allenamento, dal peso alle proprie caratteristiche fisiche. È inutile insistere con rapporti troppo lunghi quando le pendenze si fanno consistenti, al contrario è importante scegliere rapporti più lunghi quando le pendenze sono più leggere e permettono di pedalare a velocità più elevate. Un po’ come capita con il cambio dell’automobile, anche in bicicletta bisogna imparare a “sentire” che cosa richiede il “motore”.

6 – Conoscere la salita

La salita che affronterò è pedalabile o impegnativa? È lunga o corta? La mia bicicletta ha rapporti adeguati? Sono abbastanza in condizione per affrontarla a questo punto della stagione? Queste le domande tipiche del grimpeur. Avere già affrontato una salita o avere studiato il profilo altimetrico di una salita ci danno un grande vantaggio nell’approcciare una salita. Il massimo per un ciclista è poter disporre di apposita segnaletica con le pendenze chilometriche, il dislivello e il countdown dalla cima (come sui Colli della Bonette e dell’Allos che vi abbiamo descritto in passato).

7 – Lasciarsi distrarre dal paesaggio

Lasciarsi distrarre dal paesaggio, contemplare la strada percorsa e valutare quella ancora da fare è importante per ascendere in maniera simbiotica con il contesto naturale. La salita non è solo una striscia di asfalto da percorrere nel minor terreno possibile. La salita non è il fine ma un mezzo per una comunione fra mente, corpo, mezzo meccanico e natura. Se ci si concentra solamente sulla performance e sul contachilometri la salita diventa un’esperienza priva di emozioni. E senza le emozioni i ricordi invecchiano presto. Lasciatevi distrarre: solo così vi ricorderete di quanto è stato bello fare tutta quella fatica!

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".
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