Come si allena un campione del mondo: intervista a Rui Costa

È stato il primo corridore portoghese a vincere un campionato mondiale di ciclismo su strada, dal 2012 al 2014 è stato il padrone del Tour de Suisse e nelle corse più dure del calendario internazionale lo trovate quasi sempre in prima fila. Stiamo parlando di Rui Alberto Faria Costa, più noto come Rui Costa, il corridore della UAE Emirates che la scorsa primavera ha dato battaglia sulle strade del Giro d’Italia e che in questi giorni sta disputando la Vuelta a España.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci come si allena un campione del mondo, come programma gli appuntamenti più importanti della stagione, come riesce a trovare gli stimoli per correre sempre ad alto livello, qual è la sua corsa dei sogni. Ecco il ritratto a tutto tondo di un corridore costantemente nel cuore della corsa, da gennaio a ottobre.

Intervista Rui Costa
Abu Dhabi Tour 2017 – 3rd stage Al Maryah Island stage – Al Ain – Jabel Hafeet 186 km – 25/02/2017 – – Roberto Bettini/BettiniPhoto©2017

Una delle qualità che ti caratterizzano come corridore è quella di sapere programmare molto bene la tua stagione agonistica. Si tratta di una dote innata che ti contraddistingue da sempre o l’hai imparata maturando come corridore?

 “Il mio calendario viene scelto insieme alla squadra: io do la mia opinione, la squadra la sua e arriviamo a un accordo. Tutto va maturando nel corso degli anni”

 In questa stagione hai vinto in Argentina e ad Abu Dhabi, in anticipo rispetto al passato. Come hai affrontato la preparazione invernale? Con quanti chilometri sei arrivato al debutto stagionale e che tipo di lavori specifici hai fatto per entrare in forma così presto?

“Sono abituato a fare sempre dei buoni allenamenti in inverno e non mi piace lasciare per la fine quello che posso vincere dall’inizio. Non contabilizzo i chilometri ma la media sarà di 100 al giorno. La lunghezza degli allenamenti varia conformemente alla vicinanza delle corse. Ci sono giorni nei quali faccio quasi 200 km, altri in cui pedalo per 60 km, quasi sempre con montagna”

Rui Costa Team UAE Emirates
Il 29 settembre 2013 Rui Costa si è laureato campione del mondo su strada battendo, sul circuito di Firenze, Joaquin Rodriguez e Alejandro Valverde

Nella tua carriera hai dimostrato – sia nelle corse in linea che nelle gare a tappe – di essere uno dei fondisti più affidabili del gruppo. Che tipo di allenamenti svolgi durante la stagione? Che tipo di preparazione specifica adotti per le cronometro?

 “Per prepararsi alle prove contro il tempo è importante una buona postura sulla bicicletta e questo implica un lavoro in palestra. Per le corse di un giorno è necessario fare molti chilometri, con tanta montagna”

Qual è il tuo schema di allenamento in una settimana che si conclude con una gara della domenica?

“L’allenamento varia a seconda che io abbia in calendario una corsa nella settimana successiva o se la corsa che ho terminato è un Grande Giro o una classica impegnativa. Ma uno schema tipico è il seguente:

Lunedì: riposo.

Martedì: 60 km in pianura.

Mercoledì: 120 km con montagna.

Giovedì: 60 km al mattino, palestra al pomeriggio.

Venerdì: 180 km con montagna.

Sabato: 60 km dietro moto in pianura.

Domenica: gara”

Qual è, invece, il tipo di lavoro che svolgi nel mese che precede una grande gara a tappe?

“Normalmente faccio stage in altura, una scelta che implica molti chilometri in montagna, concentrazione massima e unione del gruppo. Abitualmente si scende di quota una settimana prima della gara, per completare la preparazione dietro motori e con allenamenti leggeri per recuperare al massimo”

Rui Cota con Ai el Adbia e Yusuf Mirza
Rui Costa con Yusuf Mirza e Ait el Abdia durante il ritiro dello scorso luglio sul San Pellegrino

Solitamente la tua stagione prevedeva il Tour, mentre quest’anno hai corso un Giro ad altissimo livello e ora sei alla Vuelta. Ti piace questa impostazione della stagione?

“Abbiamo fatto un test e abbiamo scelto di modificare il calendario per vedere quale delle tre gare sia più adeguata a me. Dopo la Vuelta a Espana sapremo quale sarà la migliore opzione”

Quanto è importante l’approccio mentale alla competizione? E quanto è importante conoscere a fondo il percorso di gara?

“L’approccio mentale alla gara è fondamentale, importante quasi quanto la forma fisica. Anche conoscere il percorso lo è, specialmente se non è in circuito e se si tratta di un tracciato di gara decisivo”

Quali sono i tuoi percorsi di allenamento preferiti? Quali le tue salite del cuore (in Portogallo o in altre zone dove ti alleni)?

“Mi piace molto allenarmi nel nord del Portogallo: nei pressi di Póvoa e Braga o nella zona del Gerês. Mi alleno molto anche ad Andorra, dove risiedo e dove trovo montagne spettacolari. Recentemente mi sono allenato sul San Pellegrino e l’ho adorato”

Qual è il tuo rapporto con la bicicletta? Come giudichi la gamma di Colnago che utilizzi da questa stagione?

“Adoro la mia bici Colnago. È super rigida, efficiente e leggera… Insomma è molto buona!”

Che cosa ricordi di quella magica giornata di Firenze che ti ha permesso di essere il primo portoghese a vincere un campionato mondiale di ciclismo su strada? Quali sono i ricordi più nitidi della corsa e del dopo corsa?

“Ho creduto di vincere solamente dopo avere superato la linea d’arrivo e avere sollevato le braccia. È stata una sensazione meravigliosa che ancora oggi mi emoziona. Nonostante la pioggia scatenatasi sulla gara, la parte finale è stata ‘baciata’ dal sole. Un giorno perfetto per me”

Rui Costa Tour de Suisse Sport Folks
Rui Costa durante l’ultimo Tour de Suisse concluso al quinto posto

Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone, Lombardia o un altro Campionato mondiale. Qual è la corsa che sogni di più?

“Il mondiale è sempre un mondiale, ma sfortunatamente il percorso del 2017 è poco duro per quelle che sono le mie caratteristiche. Se starà bene, Sagan potrà molto facilmente tornare a vincere. Fra le classiche la mia preferita è la Liegi-Bastogne-Liegi, poi il Lombardia”.

Foto | Ufficio Stampa UAE Emirates | Roberto Bettini

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".
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