Rebounding o trampolino, l’allenamento divertente che convince anche i più pigri
Si chiama rebounding e non è una novità assoluta. Negli anni ‘50, infatti, mentre i bimbi italici saltavano su lettini dalle reti cigolanti, i piccoli yankee si dilettavano già con i tappeti elastici che molto più tardi hanno cominciato a popolare anche i nostri parchi. Il loro utilizzo era ancora puramente ludico, fino a quando, intorno agli anni ‘80, la NASA ha iniziato a studiarne i numerosi effetti benefici, soprattutto in funzione al recupero della densità ossea che gli astronauti perdono durante le lunghe missioni nello spazio.
Con l’intento di estendere questi benefici urbi et orbi, dai parchi giochi e dalle palestre per astronauti, i tappeti, opportunamente “ristretti”, sono approdati ai centri fitness e alle nostre case. Anche i loro prezzi sono diventati più o meno accessibili a tutti, e la particolare struttura, pieghevole o facilmente occultabile, è compatibile anche con appartamenti di dimensioni contenute.
Rebounding: benefici e controindicazioni del trampolino. I consigli del medico
Sappiamo per certo che il rebounding è un’attività divertente, in grado di spingere anche i più pigri a fare attività fisica senza rendersi conto di “sudare”. Ma saranno reali anche tutti i benefici fisici di cui si favoleggia, o sarà solo una delle tante mode del momento? Grazie alla nostra collaborazione con MioDottore lo abbiamo chiesto a Roberto Orlandi, Ortopedico e Medico dello Sport a Bergamo.
Dagli anni ‘80 la NASA ha iniziato a considerare il trampolino elastico come un vero e proprio attrezzo sportivo, in grado di ripristinare, negli astronauti, la densità ossea persa a causa della mancanza di gravità. Pare inoltre che sia fonte di innumerevoli benefici per il sistema cardiovascolare, quello linfatico e tanto altro. Al netto del marketing, quali sono realmente i benefici di questo attrezzo sulla salute?
“I benefici derivanti dall’utilizzo del trampolino elastico possono essere effettivamente numerosi. Come tutte le attività che stimolano il metabolismo aerobico, tende a incrementare l’attività cardiorespiratoria, con benefici effetti sul controllo della pressione arteriosa, sulla migliore ossigenazione tissutale, sull’aumento del ritorno venoso e linfatico, sul controllo del peso (ovviamente abbinato a un corretto regime dietetico), sull’omeostasi di alcuni parametri metabolici (glicemia, colesterolo). Lo stimolo ritmico del carico, con netta riduzione degli impatti articolari per merito dell’elasticità del sistema, riduce il rischio di osteoporosi e incrementa lo sviluppo del tono-trofismo muscolare, dell’equilibrio e della propriocezione. La liberazione, infine, di endorfine e serotonina dà una piacevole sensazione di appagamento e può quindi contribuire a ridurre lo stress”
In una persona sana, ci sono controindicazioni alla pratica regolare, magari quotidiana, del rebounding?
“In una persona sana non ci sono controindicazioni assolute alla pratica di questa attività, fermo restando l’antico principio ‘est modus in rebus’!”
Ci sono persone che farebbero meglio a evitare in assoluto, o quantomeno a limitare l’uso del trampolino elastico?
“Noi medici sportivi consigliamo sempre, prima di intraprendere un’attività sportiva, di sottoporsi a una valutazione specialistica per escludere patologie, magari misconosciute o poco sintomatiche, soprattutto a carico degli apparati cardiopolmonare e locomotore, che potrebbero aggravarsi, anche in modo molto pericoloso, con l’incremento dell’esercizio fisico”
Sempre parlando di persone sane, quali sono, dal punto di vista medico, la frequenza e la durata ideali dell’allenamento di rebounding?
“Oggi, in ambito fitness e/o riabilitativo, si tende a non schematizzare più i programmi, ma ad adattare frequenza, durata, intensità e caratteristiche delle varie sedute alle singole persone, tenendo conto di tutte le variabili individuali di ciascuno (età, sesso, peso, caratteristiche fisiche, storia clinica, eventuale presenza di dismorfismi o paramorfismi, livello di allenamento, motivazioni, ecc.)”
È un attrezzo consigliato anche per i bambini o può provocare danni al loro sviluppo?
“Fatta salva la già citata valutazione specialistica, non ci sono controindicazioni assolute all’utilizzo del trampolino elastico per i bambini, nel rispetto di alcune norme prudenziali di buonsenso, ad esempio che l’attività venga svolta sotto la sorveglianza di un adulto, e utilizzando le attrezzature dedicate specificatamente ai bambini, che hanno caratteristiche intrinseche più protettive”.
Rebounding: come scegliere il tappeto elastico giusto per te
Se sappiamo già di rientrare tra chi può svolgere senza rischiare danni fisici qualsiasi disciplina sportiva e vogliamo cimentarci anche col rebounding, sentiamo allora cosa ha da dirci Giovanni Leccese, istruttore principale di rebounding (e numerose altre discipline) presso la palestra “Sport col cuore-ASD karate do Noventa” di Noventa Padovana. In attesa della riapertura delle palestre, le nostre domande sono pensate particolarmente per chi voglia praticare in casa, ma hanno comunque validità universale.
Quali sono i criteri di scelta del trampolino, tenendo conto anche del diverso uso che ne faranno i futuri utilizzatori?
“Quando scelgo un trampolino devo tener conto, in primis, della struttura portante del tappeto. Deve essere robusta in modo da sostenere anche un peso elevato e deve essere stabile e con una reazione alla spinta appropriata ed efficace. Ritengo che in qualsiasi tipo di utilizzo la struttura sia fondamentale: sia che si tratti di attività in palestra che tra le quattro mura di casa. Grazie alla struttura robusta il trampolino consente una buona stabilità al pavimento. Fondamentale inoltre il materiale di cui sono composti gli elastici che si agganciano al bordo del tappeto e che consentono di effettuare un lavoro cardio-muscolare sicuro ed efficace. Sarebbe meglio optare per le bande elastiche ed evitare le molle metalliche, sia perché la banda elastica favorisce il rimbalzo, permettendo un esercizio più intenso, sia perché con le molle si rischiano più incidenti: pensiamo a cosa succederebbe se saltando ci finisse il piede su una molla metallica! Le dimensioni ottimali di un trampolino elastico dovrebbero essere superiori ai 120 centimetri di diametro. Ovviamente un trampolino di queste dimensioni permette un maggior spazio di manovra. Inoltre, nel caso di persone pesanti, avere una base più larga su cui ripartire il peso, è vantaggioso. È chiaro però che non tutti hanno tanto spazio in casa. Quindi anche un trampolino di 120 centimetri di diametro è accettabile. Le dimensioni ottimali del trampolino sono anche in funzione di peso e altezza di chi lo utilizza. Se parliamo di bambini oppure di una persona minuta e non particolarmente alta, potrebbe essere sufficiente anche un trampolino più piccolo. Inoltre considero importante e agevolante poter usufruire di un bastone che permette alla persona maggiore stabilità ed equilibrio”.
Allenamento rebounding: l’istruttore ci spiega come si fa
Parliamo a chi per la prima volta si avvicina al rebounding, o a chi ha solo esperienze sporadiche di palestra. Come dovrebbe iniziare l’allenamento e quale deve essere la progressione da seguire?
“Ritengo che il mondo del rebounding sia molto vasto e comprenda attività che possono essere più semplici per qualcuno con una buona base a corpo libero, più difficili per le persone che si apprestano a lavorare con un attrezzo. Molto spesso le persone che non praticano attività fisica hanno poca conoscenza del proprio corpo e del proprio equilibrio e quindi si trovano in difficoltà a gestire la pratica. Per questo ritengo che sia importante per chi si avvicina alla pratica di rebounding effettuare prima dei corsi a corpo libero (aerobica, pilates) e successivamente o contemporaneamente iniziare la pratica. L’allenamento deve iniziare con lezioni di un istruttore certificato nella disciplina, che segue l’allievo e lo aiuta in una progressione di esercizi a basso e alto impatto che devono essere eseguiti in maniera corretta onde evitare l’insorgere o l’aggravarsi di patologie. Questo è valido anche per persone che praticano altre attività sportive, ma che siano nuove all’utilizzo di questo attrezzo. Se poi si è principianti e si segue un corso collettivo online, un buon istruttore che si renda conto di trovarci persone nuove, adeguerà la lezione al livello più basso dei nuovi arrivati”
L’allenamento casalingo deve essere diverso rispetto a quello che si potrebbe fare in palestra con la guida di un istruttore?
“Come già spiegato, ritengo che un allenamento debba essere guidato da uno specialista anche se solo online, perché un corso fai da te non è mai una buona indicazione, soprattutto in rebounding dove è richiesta una certa preparazione. Niente toglie che sul trampolino il cliente poco preparato possa autonomamente eseguire una semplice camminata o corsa come su un tapis roulant, o del jumping jack, beneficiando comunque del minor impatto sulle articolazioni che il tappeto elastico permette”
Quali sono la frequenza e la durata ideale dell’allenamento, in base ai diversi obiettivi che si vogliono raggiungere e cioè attivazione del sistema linfatico, dimagrimento, ridensificazione ossea o altro?
“A differenza del sistema cardiocircolatorio, quello linfatico non ha una ‘pompa’ centrale: la circolazione della linfa viene azionata dalla gravità, dai movimenti del corpo e dalle contrazioni muscolari. Quindi il rebounding va benissimo. Se il nostro obiettivo è attivare il sistema linfatico, possono essere sufficienti anche solo 15 minuti al giorno di attività sul tappeto. Il rebounding fa bruciare molte calorie e quindi è ottimo per chi vuole perdere peso. Se il dimagrimento è il nostro obiettivo, valgono le regole generali dell’allenamento aerobico: non scendere mai al di sotto dei 30 minuti continuativi, con una frequenza minima di tre volte a settimana. Stesso discorso se vogliamo tonificarci. Riguardo all’aumento della densità ossea, non ho competenze mediche per pronunciare un parere. Un allenamento ideale comprende 10-15 minuti di warm-up (esercizi di riscaldamento); una parte centrale di 20 minuti di attività cardio; una parte finale di 10 minuti di stretching”
Secondo alcune dicerie, un quarto d’ora di lavoro su un trampolino corrisponderebbe a un’ora di corsa. È vero?
“Sono due attività completamente diverse non comparabili, dovuto all’intensità di ciascuna, e soprattutto per l’uso di muscolature che nella corsa non vengono utilizzate. Fare rebounding non significa eseguire solo salti, ma anche attività a basso impatto come tonificazione. È un’attività aerobica, con momenti di grande sforzo. Per un runner che corre per un’ora dipende se svolge un’attività costante (attività anaerobica) o scatti (attività aerobica)”
Persone con discopatie, problemi alla colonna o alle articolazioni dovute all’età, possono praticare il rebounding? Se sì, con quali avvertenze?
“Nel caso di discopatie non è consigliato, anche se io sono un esempio di persona con tale patologia e riesco a praticare il rebounding senza avvertire dolore o aggravando il mio stato. L’età (coi suoi acciacchi) non è un impedimento perché si scarica il peso del corpo sul tappetino. Lavorare sul pavimento non è la stessa cosa che lavorare sul tappeto elastico. Avvertenze: non eseguire movimenti troppo intensi o fuori asse del corpo e attenzione a non lavorare male con le articolazioni”
Qual è quindi il modo giusto di saltare per evitare ripercussioni a livello muscolo-scheletrico?
“Ci si deve posizionare al centro del trampolino, a gambe chiuse o divaricate a seconda dell’esercizio, appoggiando completamente la pianta del piede. Le ginocchia sono leggermente piegate dietro la linea dei piedi. Il busto è diritto e si sporge in avanti. Il peso è al centro del trampolino. Inoltre il rebounding non è un salto verso l’alto, ma un rimbalzo su una superficie elastica. Non bisogna mai saltare dal trampolino al pavimento ma scendere dall’attrezzo dolcemente”
Il rebounding è un allenamento completo o è preferibile abbinarlo a qualche altra attività? Quale tra quelle possibili con le attuali restrizioni?
“La parte alta del corpo è meno sollecitata, quindi ritengo che un buon istruttore debba inserire un lavoro total body. Sicuramente suggerisco di integrare con un maggiore lavoro sul reparto muscolare della parte superiore del corpo e sull’elasticità, molto importante per l’attività rebounding”.
Hanno collaborato:
Dott. Roberto Orlandi, Ortopedico e Medico dello Sport – Bergamo
Giovanni Leccese, tecnico nazionale di 3° livello ACLI; istruttore di karate 4° DAN; istruttore e unico master trainer italiano di WORLD JUMPING; istruttore di KANGOO JUMPS; insegnante di aerobica; insegnante di attività psicomotoria nelle scuole d’infanzia. Istruttore di Zumba, Insany-T, Freestyler, Powerumba, SambUp, Reejam, Pound Rockout – Workout, Olistic Workout, Yoga Flex Fitness terzo livello Elite, FLUIBALL, Sambafit, Bounce – Noventa Padovana (PD)
Foto Courtesy of Beach Fitness