Randonnée di Vigone 2024: il mio anello di 200 km nel sud del Piemonte

La pianura cuneese e le Langhe protagoniste del percorso lungo della manifestazione vigonese

Che cosa fa di una randonnée una buona randonnée? La varietà del percorso, la sicurezza delle strade e l’eredità di conoscenza del territorio. La Randonnée di Vigone 2024 ha soddisfatto ampiamente tutti questi requisiti confermandosi come la più proteiforme delle manifestazioni di fondo del calendario piemontese. La centralità di Vigone, infatti, consente, nel corso degli anni, sia di cercare i dislivelli nella fascia prealpina, sia di attraversare le colline delle Langhe, del Roero o del Torinese.

Sono particolarmente legato a questa manifestazione perché è proprio a Vigone, nel 2017, che ho preso il mio primo brevetto da 200 km. Sono poi tornato lo scorso anno, in un’edizione davvero bella, con le scalate al Colle Braida, alla Colletta di Cumiana e alla Colletta di Isasca.

Ore 7:20, alla partenza di Vigone

Quest’anno il maltempo e gli impegni professionali hanno limitato le mie uscite, nonostante ciò nel mese di aprile sono riuscito a fare un lungo solitario di 200 km con giro di boa nelle Langhe e, nel weekend precedente la manifestazione, un bikepacking di 343 km e 3280 metri di dislivello in tre giorni.

Domenica 21 aprile mi sono presentato al via di Vigone in abbigliamento invernale (5° C alla partenza), afono (per gli sbalzi di temperatura dell’ultima settimana), ma molto motivato. Con me hanno pedalato gli amici Giada e Gianluca.

Siamo partiti alle 7.20. Gianluca, libero dai vincoli del brevetto, ci ha fatto da locomotiva nei primi 50 km, per poi procedere da solo. Siamo arrivati al punto di controllo di Cherasco con una media di 28,5 km/h. Avendo alle spalle un po’ di randonnée, una delle cose che ho compreso è l’importanza di partire presto e di cercare di fare una buona velocità nei primi chilometri. Anche se non si tratta di una gara è importante avere un margine di vantaggio su chi parte più tardi. In questo modo sarà più facile accodarsi a qualche gruppo negli ultimi 70-80 km della manifestazione, quando chilometri e dislivello fanno sentire il loro peso.

Subito dopo il controllo di Cherasco è iniziata la salita. Le gambe hanno risposto bene, la temperatura è stata più confortevole e dopo mezz’ora scarsa di ascesa abbiamo scollinato a La Morra, godendoci la spettacolare discesa verso Barolo, una delle più belle che mi sia capitato di affrontare in bicicletta.

Poi è iniziata la lunga salita a gradoni che dal centro noto in tutto il mondo per il suo vino ci ha condotto in Alta Langa. Il primo step è stato il passaggio a Monforte d’Alba, poi siamo arrivati a Roddino e da qui siamo saliti fino a Serravalle Langhe (km 87) dove abbiamo effettuato il secondo controllo alle 11.26.

Una breve sosta per rifocillarci e per riempire le borracce, poi io e Giada abbiamo ripreso a pedalare sui saliscendi che ci hanno condotto al giro di boa dei 100 km, coincidente con la Cima Coppi della manifestazione: 787 metri di altezza. Una bellissima discesa verso Marsaglia e la valle del Tanaro ha fatto da preludio all’ultima vera salita della giornata, i 5 km di ascesa verso Rocca Cigliè. Su questa salita ci siamo agganciati a un gruppetto di ciclisti del Pedale Carmagnolese con il quale abbiamo affrontato la discesa verso Bastia Mondovì e le ultime difficoltà della giornata: gli strappi di Carrù, Bene Vagienna e Fossano.

Superata l’ultima asperità, a una quarantina di chilometri dal termine, ho lasciato andare il gruppetto per mangiare un panino e non ritrovarmi totalmente spento negli ultimi chilometri. Giada mi ha aspettato, abbiamo pedalato insieme per alcuni chilometri e a Monasterolo di Savigliano abbiamo ritrovato Gianluca, tornato indietro per scortarci. L’ultimo tratto difficoltoso è stato uno sterrato di 300 metri a una quindicina di chilometri dall’epilogo. Poi, arrivati a Torre San Giorgio, abbiamo trovato la pista ciclabile che ci ha condotto a Vigone. Abbiamo chiuso il giro in 9 ore e 20’, con una media di 21,4 km/h pause comprese, un’andatura davvero buona considerando il dislivello di 1880 metri superato nell’anello di 200 km.

9 ore e 20 minuti in sella per ottenere il brevetto della Randonnée di Vigone 2024

Come dicevo in apertura un plauso agli organizzatori per avere disegnato un percorso davvero vario, con i primi 50 km e gli ultimi 50 km pianeggianti e i 100 km centrali caratterizzati da salite e discese, l’immancabile tratto sterrato (presente in tutte le tre edizioni alle quali ho partecipato) e punti panoramici davvero mozzafiato (la discesa su Barolo, il tratto di cresta da Serravalle a Murazzano, la discesa verso il Tanaro). Per quanto riguarda la sicurezza abbiamo pedalato per gran parte dell’itinerario nella più totale assenza di traffico automobilistico: appena 2 i chilometri di statale sui 200 totali. Ed è proprio la conoscenza di queste strade secondarie l’eredità più preziosa, uno stimolo per continuare a pedalare sulle strade della Provincia Granda.

[L’immagine della planimetria è elaborata dalla traccia di Komoot]

 

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".
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