Premio preparazione per giovani calciatori: cos’è e come funziona
Il premio preparazione per i giovani calciatori è riconosciuto dall’attuale ordinamento sportivo e sebbene sia spesso “violato”, rappresenta un fattore di vitale importanza soprattutto per quelle scuole calcio che non hanno alle spalle grossi finanziatori. Troppo spesso, purtroppo, le società più forti fagocitano quelle “piccole”, adoperando la prepotenza o perfino il ricatto nei confronti dei genitori dei giovani calciatori, costretti a sopperire di tasca propria, contravvenendo ad ogni regola e norma.
Il premio di preparazione spetta alle due ultime società che hanno tesserato un giovane calciatore nei tre anni precedenti al primo rapporto pluriennale. Insomma, i tre precedenti anni alla prima apparizione “prima squadra”, purché il ragazzo sia stato formato per stagioni “intere”. Questo premio è stato istituito in modo tale da incentivare la formazione dei giovani calciatori e per dare una sorta di risarcimento alla scuola calcio che “perde” praticamente il ragazzo appena firma per una società di categoria superiore.
L’articolo che determina questo istituto è il numero 96 delle NOIF, e prevede che “le società che richiedono per la prima volta il tesseramento come giovane di serie, giovane dilettante o non professionista di calciatori che nella precedente stagione sportiva siano stati tesserati come giovani, con vincolo annuale, sono tenute a versare alla o alle società per le quali il calciatore è stato in precedenza tesserato un premio di preparazione”. Nel caso di tesseramento per società delle Leghe professionistiche, il premio deve essere doppio, ad eccezione dei casi in cui la richiesta di tesseramento avviene per associati alla stessa Lega
L’importo varia di anno in anno: la Figc lo fissa al termine di ogni stagione sportiva in base agli indici ISTAT, che tengono conto del costo della vita, oltre che di altre decisioni del Consiglio Federale. Il pagamento del premio preparazione di giovani calciatori, poi, deve essere regolato in via diretta dalle società interessate. Nel caso in cui non si addivenga ad un accordo, scatta il contenzioso e le società che vantano il diritto al premio, possono fare ricorso in primo grado alla Commissione Premi Preparazione. In caso di impugnazione, in ultima istanza si va davanti alla Commissione Vertenze Economiche. Entro 30 giorni dalla sentenza della stessa, la società condannata deve provvedere al pagamento del premio e delle conseguenti multe, mentre i dirigenti coinvolti rischiano a loro volta sanzioni più o meno lunghe.
La normativa della Figc, si rifà alla normativa internazionale che all’interno del Regolamento Status e Trasferimenti dei calciatori prevede due tipi di premi:
– meccanismo di solidarietà;
– indennità di formazione.
Sono due istituti simili al premio preparazione, ma sono gestiti attraverso criteri un po’ differenti e più elastici rispetto all’ordinamento italiano.