Pian della Mussa in bici: la salita ai raggi x
Un’ascesa di trenta chilometri adatta ai passisti scalatori e a tutti i ciclisti che apprezzano le bellezze della montagna
Sulle pagine di Sport Folks via abbiamo raccontato in passato le salite di Pian Benot, il Colle della Dieta e il Colle del Lys, stavolta è il turno del Pian della Mussa, un’ascesa di 31 km che si sviluppa nella valle centrale delle tre valli di Lanzo e che si conclude su uno splendido pianoro situato a quota 1850 metri.
La salita è molto nota in campo dilettantistico perché dagli anni Sessanta è traguardo della Ciriè-Pian della Mussa, una classica per scalatori che in passato è stata vinta da corridori come Vladimiro Panizza (1966), Stefano Garzelli (1991) e Davide Vilella (2012).
L’inizio della salita è al ponte di Germagnano, un paio di chilometri dopo il comune di Lanzo che dà il nome alle tre valli montane del Torinese nelle quali si parla il franco-provenzale. I primi dieci chilometri dell’ascesa sono piuttosto facili, con una pendenza media del 2,1% che si concretizza negli strappi di Funghera e Pessinetto, in un paio di discese e nei due tornanti che conducono ai 713 metri di Ceres.
Questo primo segmento della salita è molto veloce e pedalabile, percorribile con il lungo rapporto per i ciclisti più allenati. A Ceres la salita cambia volto: i tornanti che precedono l’ingresso in paese costringono i ciclisti a scalare sulla corona più piccola.
I due chilometri che portano a località Voragno hanno una pendenza del 2,4% e fanno da preludio a una della parti più belle dell’ascesa, quella che conduce ai 1075 metri di Ala di Stura. In questa parte la pendenza media è del 5,3% e le case si diradano per lasciare il posto alla natura.
Messi alle spalle 18 km, ad Ala di Stura mancano 13 km alla meta, i più difficili. Un chilometro e mezzo di salita al 7,7% conduce a Martassina. Da lì dopo un paio di chilometri al 3% si arriva a Mondrone. Altri due chilometri al 5% conducono a Chialambertetto. Qui la valle diventa meno stretta e inizia rivelare le sommità alpine fino a quel momento nascoste. Superato lo stabilimento delle acque minerali locali si arriva a Balme, località turistica nota per aver visto nascere lo sci alpino italiano e l’alpinismo piemontese. All’inizio del secolo scorso Balme era una delle località montane preferite dall’alta borghesia e dall’aristocrazia del Nord Italia.
Nell’abitato di Balme la salita si inerpica e per un chilometro e mezzo presenta una pendenza media dell’11,2%. Sia dal punto di vista tecnico che da quello paesaggistico è il tratto più bello dell’intera ascesa: una sequela di tornanti si snoda in mezzo a un’incantevole pineta. Superato questo tratto davvero impegnativo, seguono altri due chilometri nei quali la pendenza media scende al 7,7%.
Conclusa la salita si supera un ponte e inizia un rettifilo in leggera salita che conduce fino ai 1850 metri di Pian della Mussa.
Una salita consigliata a tutti: agli scalatori puri che avranno terreno per divertirsi, ma anche ai passisti scalatori che possono salire tranquillamente fino a Balme e non hanno che da stringere i denti negli ultimi 5 chilometri.
Quanto al periodo consigliato per la scalata i mesi ideali sono quelli che vanno da giugno a settembre, con scalate anticipate a maggio e posticipate a ottobre in caso di clima particolarmente favorevole.
Foto di Davide Mazzocco