Phil Jackson alla Festa del Cinema di Roma 2017: “Come ho usato i film per motivare i giocatori”

Phil Jackson al Festival del Cinema di Roma 2017

Phil Jackson è uno degli ospiti della Festa del Cinema di Roma 2017, la rassegna dedicata alla settima arte che quest’anno è molto legata allo sport. In attesa di vedere due dei film della selezione ufficiale che sono legati al mondo sportivo, “I, Tonya” e “Borg and McEnroe”, Sport Folks ha oggi partecipato all’ Incontro Ravvicinato con Phil Jackson, l’ex allenatore mito con ben 11 titoli in carriera conquistati nella NBA con le migliori squadre di due decadi di storia di basket professionistico americano: i Chicago Bulls di Michael Jordan e i LA Lakers di Kobe Bryant.

L’ex coach, a Roma per parlare di sport e cinema, ha scelto delle clip di alcuni dei suoi film preferiti. Ha cominciato con uno del 1986 dedicato al mondo del basket, “Colpo vincente”, in cui Gene Hackman interpreta un allenatore di basket.

“Hoosiers”, questo il titolo originale del film, è il termine che si usa per indicare gli abitanti dello stato dell’Indiana. Il film racconta la storia di un ex allenatore universitario (Gene Hackman) che prepara una piccola squadra liceale alla fase finale dei campionati scolastici.

Vediamo la prima clip e il commento di Phil Jackson:

“In questa scena c’è l’allenatore che prepara la sua squadra alla finale. Bene, negli USA ci sono vari campionati studenteschi di classe A, B o C che coinvolgono tantissimi allievi e si devono disputare vari tornei per decretare il vincitore. In Indiana esiste solo la serie A, in ‘Colpo vincente’ c’è una classe che deve partecipare all’unico campionato statale, qui si stanno preparare a disputare la finale. Prima di giocare negli spogliatoi c’è una situazione delicata con molti elementi in bilico, io ho usato la mindfullness, la consapevolezza di sé.

Il coach ricorda in particolare un episodio:

“Giocavamo una gara decisiva nei play off, eravamo avanti di tre gare e se avessimo vinto la quarta saremmo diventati i campioni. E ricordo che un assistente mi disse: ‘Basta pensare a schemi, penetrazione, punti di forza e giocatori, sediamoci e riflettiamo’. Per cinque minuti questo abbiamo fatto. In ‘Colpo vincente’ vediamo qualcosa di simile, puntiamo quello che va a canestro, i giocatori dicono delle cose sincere e c’è il messaggio spirituale del cappellano”.

Proprio questo è un altro messaggio ricorrente nel mondo dello sport:

“C’è questo desiderio, non sempre esplicitato, chiedere aiuto divino o no. Questa scena mi affascina perché ci sono molti metodi da usare come allenatore, superando la preparazione e la spiegazione tecnica, ma si può essere presenti nel momento cruciale e avere il giusto atteggiamento”.

Gene Hackman nel film allena un paio di ragazzini, ma Phil Jackson ha allenato alcuni dei più grandi talenti del basket mondiale:

“In USA il basket è giocato per il 65-70% dagli afro-americani e alcuni dei ragazzini appartengono a comunità molto religiose. Questo crea un senso di appartenenza, quindi è normale che si faccia appello a una forza più grande di me, c’è una differenza fra la contemplazione individuale di sé. Oggi l’iPhone è diventato un vicino che ci interrompe sempre, bisogna smetterla di distrarsi e ascoltare la propria voce”.

Spirituale, ma anche mago del montaggio: Phil Jackson, infatti, negli anni ’90 ha usato una serie di clip di film, sportivi e non, per motivare i suoi giocatori. Una delle scene usate nelle sue clip motivazionali appartiene al bellissimo “Le ali della libertà”, Jackson spiega perché l’ha scelta:

“A Chicago montavo i video, prima usavo video musicali dei Talking Heads o A Dark Side of The Moon e poi sono passato al cinema. Variavo molto, usavo scene da ‘007’ con esplosioni per far loro capire quali azioni fare o no sul parquet. Era meglio usare questo tipo di scene piuttosto che noiose registrazioni di incontri di basket. Questa scena, in particolare, l’ho usata per dare coraggio al mio team. Ho anche usato ‘Il Mago di Oz’ perché potevo dire loro cosa portare sul campo, le tre qualità necessarie per giocare: cuore, cervello e coraggio. Nel ’99 ero diventato un professionista del video editing, anzi ringrazio Hollywood per aver usato tutte quelle clip senza citare il copyright”.

In particolare le scene ispirate alla vita di Dorothy sono servite per affrontare squadre molto fisiche come i Detroit Pistons, “Le Ali della Libertà” invece è stato scelto perché:

“È una storia di redenzione, l’ho usato dopo tre stagioni in cui non avevamo reso al meglio, era il momento in cui Michael Jordan aveva lasciato il basket per giocare a baseball per poi riprendere la sua carriera da cestista. La scena finale del film poteva servire ad affrontare periodi del genere”.

L’altro film scelto ha per protagonista Paul Newman e parla di hockey sul ghiaccio, “Colpo secco”:

“Questo film piace a un particolare tipo di pubblico e si parla ancora di violenza nel mondo dell’hockey. I Pistons erano stati eliminati e avevamo sconfitto varie volte i NY Knicks che giocavano in modo molto fisico, e usavano come allenatore della difesa lo stesso di Detroit. Nel 1993-1994 i Knicks, dopo i play-off, non usavano più le matricole, ma avevano chiamato in campo giocatori più fisici come Pat Ewing e Charles Oakley”.

La scena del film riprende anche la carriera pre-Bulls di Jackson:

“Allenavo in leghe minori, la CBA, la cosiddetta Cockroach Basketball League (la lega cestistica delle blatte) giravamo gli USA in pulmino, giravamo 450 miglia e in queste distanze dovevamo incontrare diverse squadre. È quello che succede alla squadra di ‘Colpo secco’, Newman che sia coach che giocatore dice di voler tornare all’hockey di una volta. Bene i Bulls giocavano con passaggi, gioco offensivo, incisivo e pulito, mentre i Knicks giocavano ‘alla francese’, ossia ti afferravano il culo per impedire ai nostri di giocare”.

Uno dei giocatori del film è il Gancio, Hook, perché usa la mazza come un gancio, Phil Jackson ricorda la disavventura di Jo Jo English, una matricola dei Bulls che prese il posto di Jordan:

“Ricordo che ho usato la scena di presentazione dei giocatori di Colpo secco sostituendo loro il volto dei giocatori dei Knicks. Volevamo tornare a giocare il basket classico, mi ricordo la quarta partita contro New York ed eravamo senza MJ, al suo posto giocava Jo Jo English, lì si scatenò un conflitto con un giocatore e volò fra le braccia di Joe Stern”.

L’ultima scena scelta è tratta da “Pulp Fiction”, riporta Jackson alla stagione più bella l’ultima nei Bulls:

“Ho usato spesso scene da questo film perché è realizzato come se fosse una serie di vignette e per l’uso che Tarantino fa del tempo. In particolare questa scena è legata all’ultima grande stagionale dei Chicago Bulls del 97-98, quando sia Michael che Scottie Pippen hanno lasciato ed è stato chiamato l’ultimo ballo. Da allora Chicago non è più tornata a quei livelli e la lega è cambiata”

In particolare nel film la battuta di Harvey Keitel è legata a Tex Winter, un allenatore che per Jackson stato un maestro:

“Ha ideato il concetto di triangolo che poi ho usato. Keitel dice di non esagerare, mentre festeggiavamo una vittoria con tutto il team, in un ristorante invitati da Michael ci ritroviamo nella cigar room e Tex dice: ‘Beh, adesso possiamo anche farci i pomp**i da soli!’”.

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Giornalista professionista e grande appassionata di cinema e serie tv. Scrive per diverse testate nel web.
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