Peter Lerner ci parla della sua impresa “Walk With Peter”
Peter Lerner è parte oggi da Ostia alle 10:30 per la sua camminata, Walk With Peter, grazie alla quale raccoglierà fondi e attenzione per le popolazioni colpite dal sisma di agosto e ottobre 2016. Arriverà a San Benedetto del Tronto il prossimo 6 novembre. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui ed ecco che cosa ci ha raccontato a proposito di questa camminata che ha tra i patrocinatori anche la Federazione Pugilistica Italiana.
È la prima volta che fai camminate del genere?
“Ho fatto una camminata nel 2005, 2006 per raccogliere soldi per gli ex pugili bisognosi. Per un’associazione che si chiama Retired Boxe Foundation, sono andato a piedi per 24 ore consecutive sempre da Ostia, ma questa volta sul Lungomare”
Anche Walk With Peter parte da Ostia, ma questa volta sarà diverso…
“L’avevo organizzata io senza esperienza, non parlavo ancora italiano e non avevo contatti nel mondo del pugilato, contatti che invece ho adesso”
Hai fatto altri tipi di camminate?
“Ho fatto spesso delle lunghe camminate in montagna, mai 20 giorni come questa Walk. L’anno scorso in Alaska abbiamo attraversato una piccola catena montuosa in dieci giorni, attraversando laghi, ghiacciai, fiumi… con gli orsi e i lupi”
Walk With Peter seguirà delle tappe?
“Il calendario è più o meno preciso, ma può variare per maltempo o se qualcuno m’investe per strada (ride, ndr). Comunque sì sarò a Castelluccio di Norcia, il 30 e il 31 ottobre per l’anniversario della violenta scossa dell’anno scorso. Ho pianificato ogni tappa per punti di appoggio, i punti dove piantare la tenda e per prendere cibo. Una delle cose più interessanti è che puoi fare degli incontri strani”
È vero che durante la tua prima camminata, hai soccorso un ubriaco incontrato per strada a Torvaianica?
“Incontri sempre tipi strani, stai fuori nel mondo… sai è diverso dalla quotidianità”
La preparazione per camminare per così tanti giorni da solo è prevalentemente fisica?
“A me piace stare solo, ma non ho bisogno di fare una preparazione mentale per quello, ci sono abituato. Fisicamente ho fatto gite e camminate lunghe con tanto dislivello e ho fatto un allenamento mirato per le gambe, per rinforzare i quadricipiti, i polpacci…”
Per alcune cose l’allenamento non basta…
“Per esempio l’impatto sui piedi, le vesciche, il dolore alle caviglie. In questi casi è importante che le scarpe e le calze siano adatte, ed è anche importante prevedere i problemi. In inglese si dice hot-spot (un punto caldo, ndr) sui piedi e metti qualcosa. Se mi succede, ho cerotti, scotch industriale, ma soprattutto la colla, quella che si usa in casa. Metti la colla sui piedi e funziona come un altro strato di pelle, magari ti avvelena… ma ti protegge anche!”
In questi 20 giorni che cosa porterai con te?
“Ho tutto un abbigliamento che deve servire per temperature vicine a quelle di Roma, ma anche che si avvicinano sotto zero o alla neve. Le scarpe saranno due paia, devono andare bene sull’asfalto e fuori sentiero per la montagna. Una lampada da speleologo, una batteria che serve per ricaricare altre cose e un pannello solare che serve per ricaricare altri oggetti. La tenda, il materasso, il sacco a pelo, tre o quattro bottiglie da un litro, cibo per i primi tre-quattro giorni e prenderò il resto sulla strada. Anche un cellulare buono per aggiornare Facebook, per navigare GPRS, la Go Pro, una macchina fotografica, un coltello e dei quaderni”
Avrai qualche amuleto?
“No, non avrò alcun oggetto che mi spingerà ad andare avanti. La spinta che mi serve la troverà dopo quattro-cinque giorni quando arriverò nelle zone terremotate, fino alla fine della marcia. Quindi avrò tutta la motivazione che mi serve davanti: le persone che hanno perso tutto, le rovine, ma soprattutto mi verrà dalle persone. Durante Walk With Peter, farò delle interviste con le persone della zona dai cittadini ai politici, passando ai volontari e agli alpini che si trovano in quelle zone”
Dopo Walk With Peter hai altri progetti simili già in cantiere?
“Farò delle cose lunghe per divertimento, senza uno scopo benefico, però vediamo come va la marcia, quanto riesco a raccogliere, se è qualcosa che funziona, magari ripeto, potrebbe essere per la stessa cosa o altre iniziative”
Per seguire Peter Lerner nella sua impresa c’è una pagina Facebook ad hoc, un profilo Instagram, il sito www.walkwithpeter.com. Walk With Peter è stata realizzata grazie al sostegno di alcune Onlus:
“Sono le stesse per cui raccolgo denaro e mi hanno aiutato a pubblicizzare la marcia, anche la Federazione Pugilistica Italiana che mi ha dato anche un sostegno da un punto di vista organizzativo. C’è anche il Parco Nazionale dei Monti Lucretili che mi ha dato il patrocinio e mi ha dato anche informazioni sul percorso e i sentieri. Anche il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monte della Larga mi ha dato il patrocinio e mi hanno dato il permesso di pernottare al loro interno. C’è un negozio di articoli di montagna a Roma, RRTrek, che mi ha aiutato l’attrezzatura e abbiamo fatto un evento per presentare la marcia”
Peter Lerner ha anche il sostegno di una casa editrice, Edizioni Il Lupo, che, come ci spiega, è “specializzata in libri di montagna e mappe, mi hanno fornito informazioni sul percorso e a pubblicizzare l’evento”.
Peter utilizza attrezzatura Ferrino e durante le lunghe giornate da solo non ascolta musica: “Ci sono molti tratti in cui ci sono strade trafficate, quando sono in mezzo alla natura mi piace apprezzare quello che ho intorno, voglio sentire gli animali se ci sono, vedere questi posti, anche per qualche secondo, com’erano prima dell’uomo. Poi la notte devo stare attento a ogni rumore”.
La raccolta fondi per Walk With Peter è legata a una piattaforma di crowfunding, www.retedeldono.it/it/walkwithpeter, dove trovate anche informazioni sulla marcia di Peter Lerner e si può donare con la carta di credito o via bonifico.
Foto © Ferdinando Del Drago