L’ora di motoria a scuola: perché e quanto è importante
In questi giorni sto frequentando il corso di Istruttore attività sportiva di base presso il Coni e trattandosi di una materia assai delicata, quella dell’iniziazione allo sport degli atleti del futuro, è stata data giustamente importanza sin dalla prima lezione all’attività motoria a scuola. Si tratta purtroppo di un tempo (e uno spazio) troppo spesso trascurato dagli istituti elementari, che magari non dispongono nemmeno dei luoghi adatti per svolgere anche i più semplici esercizi fisici.
Eppure, è da qui che parte in realtà l’attività sportiva di base di molti bambini. È proprio a scuola che ci si può innamorare dello sport, magari dopo aver compiuto un particolare esercizio, o anche per aver sentito un compagno che parla della sua prima esperienza in una scuola calcio o in una palestra. In molte scuole, come quella di mio figlio, motoria la si fa direttamente in classe (o al massimo in uno spazio in comune con le altre classi), con gli abiti con cui i bambini vanno quotidianamente a scuola (e quindi non in tuta) e magari sotto la guida della stessa insegnante di matematica o che so io.
Con tutto il rispetto per i singoli insegnanti, che spesso sono qualificati anche ad insegnare più discipline, motoria andrebbe fatta nelle scuole elementari in luoghi adatti, con attrezzature specifiche e sotto la direzione di istruttori sportivi specifici. Non è raro, infatti, che arrivino nelle scuole calcio, a basket o in palestra per tante altre discipline, bambini e ragazzi cui non è mai stato insegnato come si cammina correttamente, come si corre correttamente, come si esegue un semplice saltello. Tutti problemi che con l’avanzare degli anni diventa più difficile correggere.
Inoltre, fare attività motoria come si deve, consente di individuare sin dai primissimi movimenti eventuali criticità presenti in determinati bambini. Gli istruttori della tenera età possono rendersi conto per primi, ad esempio, di una postura scorretta e segnalarlo ai genitori cui sarà poi premura rivolgersi a personale medico qualificato. Senza dimenticare l’aspetto psicologico, dettato dal vantaggio ormai assodato rappresentato dal generale miglioramento dell’apprendimento dei bambini se all’interno delle ore di matematica, italiano e scienze, vi sia anche un tempo dedicato al movimento e allo sport.
L’ideale, sarebbero delle esibizioni cadenzate nel tempo da parte di istruttori di diverse discipline, che fornendo durante l’anno scolastico un quadro di ciascuno sport, possano far capire anche agli stessi bambini quale sia quello che più si avvicina alle proprie inclinazioni. Alla fine, lo ricordo sempre, la scelta spetta ai bambini, che vanno lasciati liberi di scegliere quale sport praticare. Forzarli verso una particolare disciplina, perché “la palestra è vicina a casa” o perché “io ho sempre giocato a calcio e i miei figli devono fare altrettanto”, non è l’approccio migliore e più redditizio per il futuro delle nuove generazioni.