Nibali: la scienza del ciclismo per restare al top
Messo alle spalle l’incidente del Tour, lo Squalo dello Stretto ha sostenuto quest’oggi le visite mediche insieme ai compagni del Team Bahrain-Merida. Si è parlato della tDCS (Stimolazione Transcranica a corrente diretta continua) e del ruolo della scienza nel miglioramento delle performance
Vincenzo Nibali è un corridore all’antica, uno di quei ciclisti che quando si mette il numero sulla schiena, sia che si tratti di una classica, sia che si tratti di un grande giro, vuole sempre lasciare il segno. Da febbraio a ottobre, sui colli alpini come sul Poggio, nelle Classiche del Nord come sulle montagne di Spagna, lo Squalo dello Stretto è uno dei pochi corridori capaci di interpretare uno sport sempre più noioso con l’inventiva e l’intraprendenza dei corridori del passato.
Lo spirito antico con cui Nibali interpreta il suo ruolo di rappresentante del ciclismo italiano nel mondo, però, non deve trarre in inganno: solamente chi si adatta alle rivoluzioni scientifiche in corso negli sport d’endurance può resistere ad alto livello e quest’oggi il Team Bahrain-Merida, a margine delle visite mediche dei suoi corridori al centro Riba di Torino, ci ha raccontato come la scienza dello sport può aiutare i ciclisti a migliorare le proprie performance e il recupero.
Che cos’è la Stimolazione Transcranica
È stata Elisabetta Geda, psicologa dell’IRR Riba, a introdurre quella che è la principale peculiarità della collaborazione fra il centro di medicina dello sport e il Team Barhain-Merida: “Il lavoro fatto quest’anno a stretto contatto con la squadra è stato quello sulla Stimolazione Transcranica. Abbiamo avuto la possibilità di seguire a distanza, ma con un continuo coordinamento, il lavoro effettuato con questa metodica. Per chi non la conoscesse si tratta di una metodica non invasiva che aiuta il cervello, attraverso una debolissima corrente, a essere più pronto e più prestante durante l’attività agonistica. Noi lo abbiamo utilizzato per il rilassamento. Speriamo di poter continuare a collaborare sulla stimolazione transcranica anche nella prossima stagione”.
La tDCS (Stimolazione Transcranica a corrente diretta continua) multicanale, innovativa tecnica che consente di stimolare diverse aree cerebrali, efficace, indolore e senza effetti collaterali. La base di questa tecnologia sta nel fatto che il cervello è in grado di controllare qualunque funzione mentale e fisica di qualunque soggetto. Le prestazioni sportive necessitano non soltanto di forza fisica, allenamento, predisposizione, ma anche di un atteggiamento mentale particolarmente adatto alle gare. La tDCS, agendo su diverse funzioni cerebrali che entrano in gioco nel gesto sportivo, ha permesso ai ciclisti del Team Bahrain-Merida di gestire meglio la fatica, di aumentare la rapidità e la precisione del gesto atletico e di riposare meglio dopo prestazioni particolarmente impegnative.
Il Gruppo CIDIMU metterà inoltre a disposizione degli atleti l’app SaluberMD, una rivoluzionaria piattaforma informatica che consente un primo consulto con un medico specialista o generalista mediante uno smartphone in videochiamata a cui esporre i propri sintomi con la possibilità di vedersi reciprocamente, utilizzando due cardini della visita medica che sono l’anamnesi e l’ispezione. Una tecnologia innovativa di cui i campioni del Team Bahrain Merida potranno avvalersi durante le varie corse in giro per il mondo, avendo sempre a disposizione 24 ore su 24 un vero e proprio Istituto Virtuale Multispecialistico.
Nel corso della passata stagione qualcuno si è chiesto se questa pratica possa essere assimilabile al doping, ma lo staffa medico della squadra ha spiegato che la stimolazione transcranica è accettata dalla Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping. “Noi abbiamo detto all’ultimo congresso internazionale di medicina dello sport che questo è il nostro modo di combattere il doping” ha detto il dottor Ugo Riba, presidente del Gruppo CIDIMU, nel corso dell’incontro di quest’oggi.
“Lo strumento non era facile da inserire al Giro d’Italia visto che i tempi morti sono praticamente assenti, ma con il dottor Pollastri abbiamo ragionato di lavorare in sinergia con il massaggio e quindi utilizzare lo strumento nella fase di rilassamento. Effettivamente nella fase del massaggio e nella fase successiva sentivo un rilassamento e una capacità di decontrazione maggiore. Visto che in una corsa a tappe quello che porta veramente a un miglioramento della prestazione è il recupero, la mia sensazione è che questo miglioramento ci sia stato. E i dati oggettivi raccolti dal dottore confermano questa tesi” ha detto Domenico Pozzovivo che ha provato lo strumento durante l’ultimo Giro d’Italia.
Nibali: “Pieno recupero dall’incidente del Tour”
Il capitano Vincenzo Nibali è stato piuttosto elusivo sui programmi per la stagione 2019. La giornata delle visite mediche è la pietra su cui viene fondata la stagione che verrà e i programmi verranno stilati nell’imminente ritiro prenatalizio all’isola di Hvar, in Croazia. Giro o Tour? Nibali ha evitato le domande dei colleghi e si è limitato a spiegare che il Giro d’Italia sarà più tecnico e il Tour più impegnativo.
Nonostante la magia dello scorso marzo, la stagione 2018 non è stata quella che Nibali aveva sognato: “L’avvio è stato molto buono grazie alla vittoria nella Milano-Sanremo, ma da è stata anche una stagione molto difficile per quello che è capitato al Tour de France. Finalmente in questo momento posso dire di avere recuperato quasi totalmente dall’infortunio perché ci vogliono circa 4-5 mesi affinché le vertebre si consolidino in modo effettivo”.
Dunque una buona notizia c’è, nel 2019 torneremo a vedere il Nibali di sempre, certo con un anno in più, ma il corridore siciliano sollecitato da una domanda sul futuro della sua carriera ha spiegato come il ciclismo attuale, grazie alle metodologie di preparazione e a un’alimentazione sempre più calibrata sulle esigenze personali, possa essere affrontata ad alto livello anche da corridori che hanno oltrepassato ampiamente i trent’anni: “L’età è solo un limite mentale, come dimostra il modo in cui ha corso Valverde per tutto l’anno, dopo l’infortunio che ha avuto lo scorso anno al ginocchio, per come è ritornato e per come ha vinto subito. Certamente il ciclismo di oggi è molto più scientifico e ti permette di durare molto più a lungo”.
Quanto alle innovazioni tecniche Nibali, pur non sembrando propenso a utilizzare di tDCS, si è detto interessato a quella che è l’innovazione tecnologica e metodologica nella preparazione fisica alle gare: “Oggi la tecnologia ci porta a essere sempre più innovativi e bisogna cercare di trarre il meglio da queste possibilità. Recentemente sono stato a Milano a un convegno su quelle che sono le tecnologie delle cure: ho visto che esiste una pillola utilizzata dagli automobilisti per monitorare alcuni parametri fisici come la disidratazione. Tutte queste innovazioni aiutano ad avere una prestazione migliore. Sono cose che non hanno nulla a che vedere con il doping ma ti permettono di sapere in anticipo tutto quello che ti può accadere a livello fisico. Addirittura una maglietta che raccoglie i dati fisici – per esempio la sudorazione – e li trasferisce a un server. Sono tutte innovazioni in fase di sperimentazione ma che presto o tardi verranno utilizzate. Noi sportivi siamo i primi tester: se noi riusciamo a trarne beneficio, successivamente una persona normale potrà avere benefici superiori ai nostri”.
Video di Davide Mazzocco
Foto 3rd Floor Public Relations e Davide Mazzocco