Monviso in bici: la salita di Pian del Re
Siamo saliti fino ai 2020 di Pian del Re, la località cuneese dove nasce il fiume Po
La prima volta che sono andato sulla salita che porta a Pian del Re era una giornata piovosa del 1991. Avevo quindici anni ed ero lì per vedere passare il Giro d’Italia. In maglia rosa c’era Franco Chioccioli e la tappa Savona-Monviso la vinse Massimiliano Lelli. Ventisette anni dopo ho pedalato anch’io su quei tornanti, inseguendo schegge di memoria – la nebbia, la maglia rosa, Gianni Bugno, il mio idolo Laurent Fignon che passa attardato, io che mi intrufolo senza accredito nella sala stampa – e soprattutto il traguardo di un “duemila” piemontese ancora da conquistare.
Ho deciso di partire dalla pianura. Lasciata l’auto a Bagnolo Piemonte ho raggiunto in pochi minuti Barge e da lì ho attaccato la Colletta di Barge, una sorta di preliminare dell’ascesa vera e propria fino alla sorgente del fiume Po.
Questa prima ascesa è la classica salita prealpina: nella fascia pedemontana del torinese e del cuneese ci sono numerose “collette”, questa è sicuramente una delle più belle per il sinuoso serpentone che porta dai 375 metri della località cuneese ai 610 metri dell’ascesa di “riscaldamento”.
All’uscita di Barge le pendenze aumentano in maniera graduale: il primo chilometro ha una pendenza dello 0,5%, il secondo del 3,5%, il terzo del 4,5% e il quarto del 7%. È questa la fase più impegnativa dell’ascesa, con pendenze che si fanno più consistenti e stimolano un rilancio dell’azione en danseuse.
Nel quinto chilometro la pendenza è del 6%, mentre gli ultimi 500 metri sono al 3,8%. In cima alla Colletta di Barge il colpo d’occhio sul Monviso è eccellente. Il “premio” in cima alla salita è lo straordinario colpo d’occhio sul Re di Pietra che con i suoi 3841 metri sovrasta tutte le cime della zona.
Una brevissima discesa per raggiungere la circonvallazione di Paesana e la strada riprende a salire. Nei cinque chilometri di falsopiano in salita fino a Calcinere le pendenze sono fra il 2% e il 3%.
Ufficialmente la salita vera e propria comincia ai 730 metri di Calcinere per arrivare, dopo 17,2 km, ai 2020 metri di Pian del Re: la pendenza media è dunque del 7,5%.
Nei primi 8 chilometri, quindi fino all’ingresso nell’abitato di Crissolo, la salita è caratterizzata da lunghi rettilinei intervallati da pochi tornanti. I segmenti chilometrici hanno pendenze comprese fra il 6,5% e l’8,6% eccezion fatta per il quarto chilometro che è al 5%. In alcuni tratti si pedala all’ombra e questo è un elemento confortante nelle giornate più calde.
Il chilometro dell’attraversamento di Crissolo è il più agevole con una pendenza media del 4,9%.
Consigliamo di rifornirsi a una delle due fontane presenti sul percorso: la qualità e la leggerezza dell’acqua vi sbalordiranno!
All’uscita di Crissolo la strada prosegue con alcuni tornanti ombreggiati; la pendenza media che per quattro chilometri si mantiene fra il 7 e l’8,5%.
Il quattordicesimo chilometro è il più impegnativo dell’intera salita con una pendenza media del 10,7%. Messo alle spalle il Pian della Regina (quota 1746 metri) la strada prosegue con un paio di chilometri con una pendenza media del 9,2% e alcune rampe dove si supera il 10%. Gli ultimi 1200 metri sono più facili con una pendenza media del 5,5%.
Se i primi tre quarti dell’ascesa sono piuttosto “avari” dal punto di vista del paesaggio, l’epilogo è davvero spettacolare. Il luogo migliore per fare uno scatto è nel tratto compreso fra i 1000 e i 500 metri dalla vetta: lì si ha un’ampia veduta sull’alta Valle Po e sulla strada percorsa.
Va detto che lungo tutta la salita, la cartellonistica stradale fornisce dati sulla quota, sulla pendenza del tratto successivo e sui chilometri mancanti alla conclusione. Come abbiamo già spiegato in altre occasioni si tratta di un elemento molto importante dal punto di vista psicologico.
Il periodo consigliato per la scalata va da fine maggio a inizio ottobre.
Foto e video di Davide Mazzocco
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