La Battaglia dei Sessi: il film sullo storico match King vs Riggs. Parlano i registi
La Battaglia dei Sessi racconta dello storico e indimenticabile match fra due star del tennis: da una parte la numero uno al mondo Billie Jean King (interpretata nel film da Emma Stone) e dall’altra l’ex campione e scommettitore seriale Bobby Riggs (Steve Carell). Questa pellicola segna anche il graditissimo ritorno della coppia di registi Valerie Faris e Jonathan Dayton che ha diretto il piccolo capolavoro Little Miss Sunshine.

Il film va oltre la mera narrazione della prima battaglia fra sessi in TV, racconta della condizione della donna negli anni ’70 e di riflesso ancora oggi, visto che Billie Jean King fu la prima tennista a denunciare il gap fra le donne e i colleghi maschi.
La Battaglia dei Sessi è anche un film sportivo e Jonathan Dayton ha spiegato come sono state realizzate le scene con il tennis protagonista: “Era molto importante per noi avere la parte tennistica ben rappresentata, abbiamo studiato il match originale e poi sia Steve che Emma si sono allenati, ma non ci aspettavamo che arrivassero a giocare come Billie e Bobby, quindi abbiamo usato delle controfigure che hanno impugnato la racchetta al posto loro. Anche loro però hanno dovuto studiare perché il tennis del 1973 era totalmente diverso”.
Valerie Faris specifica che “è Steve Carell il miglior tennista, ma lei vincerebbe sicuramente una gara di ballo!”.
Il fatto che i colori di La Battaglia dei Sessi sembrano quasi pastello è in parte dovuto al fatto che è stato girato in 35 mm. I registi infatti spiegano: “Volevamo che sembrasse un film degli anni ’70, la ricchezza e la varietà dei colori, ci piaceva girare così. Amiamo lavorare sulla pellicola, che hanno una durata di 11 minuti, ti costringono a lavorare con più concentrazione. Abbiamo usato anche degli obiettivi e degli zoom degli anni ’70”.
E per quanto riguarda i due protagonisti, i direttori dicono a proposito di Steve Carell ed Emma Stone: “Emma e Steve sono sempre stati la nostra prima scelta e siamo felici che abbiano accettato”. Bobby non guarda mai Billie come un oggetto: “È molto importante per il film, viviamo in un mondo polarizzato. Volevamo seguire la filosofia di Billie Jean di rispettare il proprio avversario. Billie e Bobby sono poi diventati amici dopo l’incontro”, precisa Dayton.
Anche i due registi “masticano” un po’ di tennis:
“Abbiamo giocato un po’ a tennis, ma non siamo competitivi. Abbiamo studiato il match originale e abbiamo avuto un consulente che si è occupato di spiegarci come dovevamo riprenderlo. L’allenatore di Bobbie Riggs ha aiutato anche Steve Carell e ha aiutato anche noi”, ha spiegato Faris. “Tutti i match di La Battaglia dei Sessi sono veri, non sono stati realizzati al computer”, ha aggiunto l’altro regista Dayton.
Il film è il terzo firmato da entrambi registi dopo Ruby Sparks e Little Miss Sunshine e Valerie Faris ha spiegato perché questa volta hanno scelto questo tema: “Per questo film ci ha attratto la storia, una storia molto complessa. Ci sono moltissimi aspetti, prima di tutto la storia personale di Billie Jean. Nonostante i suoi drammi interiori (il matrimonio in crisi), continuava a combattere per la parità di salario. Questo ci ha interessato, intrecciare i vari aspetti nella storia, senza che nessuno prendesse il sopravvento. Nonostante tutto, Bille Jean era rimasta concentrata nell’obiettivo e nel fare ottenere alle donne parità di trattamento. Volevamo che il film venisse apprezzato anche da chi non ritiene giusto che le donne meritino lo stesso trattamento economico. Volevamo che fosse un film che risvegliasse nel pubblico le questioni trattate in La Battaglia dei Sessi”
La Battaglia dei Sessi ha un enorme equilibrio, ma non chiamatelo film sportivo: “Trovare l’equilibrio è stato difficile. Volevamo che fosse molto più di un film sul tennis, volevamo che fosse una storia su come uomini e donne trovano l’amore. Volevamo raccontare anche le difficoltà che Bille Jean aveva vissuto nel vivere in una cultura in cui l’omosessualità era repressa e paradossalmente le sue vittorie le allontanavano ancora di più dal suo coming out“.

Bille Jean King è stata coinvolta nel film: “Lo è stata nella parte iniziale, nello sviluppo della sceneggiatura (firmata dallo stesso autore di The Millionaire) e un po’ al montaggio. Ci ha anche accompagnato nella promozione del film, ha visto La battaglia dei sessi con il pubblico ed è stata molto felice. È stata molto importante per promuovere il film, un po’ come Irma (che ha partecipato a una proiezione del film domenica scorsa insieme ai registi, ndr) le persone la guardano con grande rispetto”.
Dal 1973 a oggi qualcosa è cambiato sia in termini di pay gap, sia per lo sport sia per l’omosessualità, ma c’è ancora molto da fare. Dayton dice: “C’è ancora moltissima differenza, soprattutto negli stipendi. Credo che negli Usa per la stessa mansione, un uomo guadagni un dollaro e una donna 79 centesimi, c’è ancora molta strada da fare anche per i rapporti fra le persone dello stesso. Ancora oggi però molte figure importanti del mondo dello sport e dello spettacolo nell’uscire fuori dall’armadio ed è qualcosa che mi stupisce”.
Il personaggio di Bille Jean King, che nel 1973 era sposata, fece coming out qualche anno più tardi e divenne una delle più note attiviste LGBT: “La storia racconta di come sia difficile essere apertamente omosessuale nel 1973, ma forse ancora oggi è difficile”, aggiunge Faris. “Abbiamo parlato con lei, all’inizio della lavorazione del film e avevamo chiaro che uno degli obiettivi de La Battaglia dei Sessi era donare coraggio ai giovani che hanno delle difficoltà a rendere pubblico il proprio orientamento sessuale“.
Nel mondo dello sport è molto difficile ancora oggi parlare di coming out e sembra che l’evento della battaglia dei sessi sia stata molto più importante per Billie rispetto a Riggs: “Bobby è stato eccezionale nello sfruttare la situazione, il movimento femminista e la rabbia di alcuni uomini verso il movimento. È stato bravo ad attirare su di sé l’attenzione, gli piaceva Bille Jean, i due si divertivano in conferenza, lei non lo prende sul serio. I veri maschilisti forse erano altri, quelli della federazione”.
Dayton ha qualcosa d’aggiungere: “Billie Jean ha visto Mohammed Ali, il modo in cui lui parlava e da qui la sua idea che parlare avrebbe portato la gente a interessarsi a lei”.
Ancora oggi l’omosessualità è un tabù: “Oggi giorno per gli atleti, soprattutto per gli uomini, è difficile fare coming out, non so perché sia ancora così difficile. Forse ha a che fare con l’idea del potere, forse l’uomo pensa che essere più femminile gli faccia perdere del potere”.
Leggi la storia di tutte le sfide uomo vs donna nel tennis.
La Battaglia dei Sessi vi aspetta al cinema dal 19 ottobre 2017, intanto ecco il trailer: