Il calcio in bolletta

Serie A calcio

In ballo c’è la questione dei debiti fiscali (Irpef) e contributivi (Inps) delle società sportive, già sospesi con diversi provvedimenti per tutto il 2022. Secondo la norma in vigore, la data per saldare le pendenze con il fisco senza sanzioni o interessi è fissata per il 22 dicembre. Le squadre di Serie A, in gran parte alle prese con problemi economici, chiedono una proroga, mentre da parte della politica non sembrano esserci aperture in questo senso. Nel frattempo, per contro, i mondiali vanno a gonfie vele come mostrate dalle statistiche su questa pagina e come riportato anche dai giornali di news sportive che seguono con attenzioni gli sviluppi tra le grandi squadre europee e quelle emergenti.

La sensazione

Ebbene sì, c’è la costante sensazione che il calcio venga visto quanto meno come un mondo sbagliato. E che, per questo, non venga aiutato in modo adeguato, al contrario di quanto è accaduto e accade per gli altri settori della nostra economia in questo difficile periodo post-Covid. La politica, le istituzioni, il governo hanno compreso la situazione drammatica nella quale vivevano e vivono imprenditori, industriali, imprese, e per questo hanno offerto, giustamente, sostegni importanti, oltre alla possibilità di ricorrere ad agevolazioni indispensabili per restare in vita. Con il calcio, invece, questo non è accaduto e non accade.

Situazione economica della Serie A calcio

Errori di gestione

Per carità, il calcio non è un mondo virtuoso in ogni sua sfaccettatura. Anche nella gestione finanziaria dei club ci sono stati errori, irregolarità e disfunzioni. Quanto sta emergendo in queste settimane attorno alla Juventus è la conferma delle difficoltà economiche della società bianconera e dei sistemi che sono stati usati per fronteggiarle (questo indipendentemente dal fatto che il club venga poi assolto o riconosciuto colpevole: la presunzione di innocenza è un principio basilare del nostro ordinamento, ma le pratiche che sono state usate negli ultimi anni indicano chiaramente che si è intervenuti con metodi – diciamo così – ritenuti dai pm di Torino non leciti).

Le dimenticanze

Premesso e riconosciuto tutto questo, si dimenticano alcuni elementi. Ci si dimentica, ad esempio, che il calcio di Serie A versa all’erario una quantità di denaro notevole (oltre un miliardo di euro, quasi il 70% di quanto dà l’intero sport italiano), e che grazie a quel traino vive tutto il nostro calcio: dilettantistico, amatoriale, giovanile. E si fa finta di non vedere che qualche peccato e qualche peccatore ci sono anche negli altri settori dell’economia, ma non si fanno pagare a un intero sistema gli errori di pochi, o di alcuni. Mica saranno tutti probi viri i produttori televisivi e cinematografici… Eppure lo spettacolo ha ottenuto sostegni notevoli. Sembra invece che il calcio non meriti assistenza e aiuto. I club di A sono adesso chiamati a pagare mezzo miliardo di tasse rinviate per la pandemia: dovrebbero provvedere entro il 22 dicembre, pagando in un’unica soluzione. Il principio della rateizzazione esteso non solo al calcio ma all’intero mondo delle imprese sembra farsi strada in queste ore all’interno del governo. Ma con una sanzione al 3%, facendo passare il provvedimento come una concessione, una regalìa. Non solo, c’è anche un problema legato ai tempi di approvazione della rateizzazione: se questi si dovessero allungare, si aggiungerebbe un altro problema per tutti i club professionistici. La speranza è che il buon senso si faccia strada e si guardi all’interesse di un settore che va riformato, semmai, ma non ucciso. Le battute populiste, demagogiche, perciò strumentali e pericolose, ascoltate negli ultimi giorni sono il segno di quanto sia ancora difficile comprendere l’importanza del calcio professionistico nell’economia di questo Paese. Chissà perché.

Calcio in bolletta

La vicenda

Di questa delicata vicenda ha parlato Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia. Il patron biancoceleste, di fronte alle accuse della politica, rifiuta l’appellativo di ennesimo decreto salva-calcio: «Si tratterebbe di una norma riguardante tutti li sport. In precedenza tutti i governi hanno responsabilmente sospeso i versamenti in attesa di rateizzarli. Ora lo Stato chiede tutti i soldi insieme. Lo sport – prosegue Lotito – è l’unica categoria merceologica che non ha ricevuto nemmeno un ristoro, a parte i rimborsi sui tamponi. Non chiedo un privilegio, valuto il problema obiettivamente. Non mi aspetto nulla. Basterebbero valutazioni obiettive e rispetto degli impegni.»

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