II Saluto, un film celebra i 50 anni del “pugno” di Città del Messico

Il Saluto

50 anni fa sul podio dei 200 metri e le storie di come quel gesto cambiò le vite di Peter Norman, Tommie Smith e John Carlos.

Cinquant’anni fa un pugno chiuso riscrisse la storia dei Giochi Olimpici, Il Saluto, un documentario ne ripercorre la storia e oggi arriva finalmente in Italia, distribuito da Viggo, a dieci anni dall’uscita in Australia.

A dirigerlo c’è Matt Norman, il nipote di Peter Norman, l’australiano medaglia d’argento che decise di appoggiare il saluto degli altri due atleti, John Carlos e Tommie Smith, nello scatto che il fotografo di Life John Dominis consegnò alla storia. Quel pugno alzato e il capo chino di fronte alla bandiera a stelle e strisce, un saluto e un gesto che sono entrati nella storia del Novecento.

Il Saluto ripercorre la storia di quel gesto, raccontando gli exploit dei tre atleti sul podio: l’oro Tommie Smith, l’argento Peter Norman e il bronzo John Carlos. Nella storia che precede il podio dei 200 metri, vediamo il background dei tre atleti: tre velocisti di due Paesi diversi, ma profondamente razzisti.

L’Australia che all’epoca preferiva essere bianca e britannica e gli USA caratterizzati dai movimenti dei diritti civili che arrivarono anche ai Giochi messicani. Anche a Città del Messico però si contavano le vittime, gli studenti manifestavano proprio durante le Olimpiadi del 1968, i Giochi infatti iniziarono il 12 ottobre del 1968, dieci giorni dopo il massacro di Tlatelolco in cui il governo uccise un numero imprecisato di studenti compreso fra 300 e 400.

Tommie Smith e John Carlos erano due membri del gruppo Olympic Project for Human Rights, fortemente osteggiato dall’allora presidente del CIO, anch’egli accusato di razzismo, Avery Brundage.

Il Saluto - Foto di DominisTIME

Il 16 ottobre 1968 si corrono i 200 metri, una delle gare più attese dei Giochi messicani, e i due atleti americani hanno deciso di manifestare in favore dei diritti civili sul podio. L’australiano appoggiò il gesto e indossò anche lui una spilla del movimento, ma i tre atleti pagarono per il loro gesto.

I tre velocisti raccontano nel documentario la loro amicizia, il loro coraggio, il loro gesto che cambiò le loro vite per sempre. Il detentore di venti record del mondo e l’oro olimpico nei 200 m (con un tempo pazzesco di 19.83), Tommie Smith finì per lavorare in autolavaggio. A Peter Norman, probabilmente il miglior velocista australiano, venne negata la possibilità di partecipare ai Giochi di Monaco nel 1972 e non partecipò alla cerimonia d’apertura di Sydney 2000.

In Il Saluto ascoltiamo e rivediamo i volti dei tre protagonisti, dimenticati, ma il cui gesto diede loro l’ingresso nella storia. Peter Norman morì nel 2006, a portare il suo feretro c’erano Tommie Smith e John Carlos. Abbandonato in patria, il gesto di Norman non fu mai dimenticato.

Il Saluto - Peter Norman al centro tra Smith e Carlos
Peter Norman al centro tra Smith e Carlos

Ad aprire Il Saluto la frase “simbolo” del barone De Coubertin, a chiuderlo le parole e le lacrime dell’eroe (dimenticato) Norman:

“Sono stato fortunato a trovarmi nel posto giusto al momento giusto, no sono stato fortunato di essermi trovati nei posti giusti ai momenti giusti in tante occasioni. Non c’è una massima che vorrei lasciare, ma credo che vorrei essere ricordato come un vecchio tipo interessante, questo basterà”

Il Saluto è in sala il 16 e il 17 ottobre, distribuito da Viggo.

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Giornalista professionista e grande appassionata di cinema e serie tv. Scrive per diverse testate nel web.
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