Hervé Barmasse in tour: “La montagna, la mia vita tra zero e 8000”
L’alpinista Hervé Barmasse, che in questo periodo vediamo anche in tv in “Alle falde del Kilimangiaro”, si appresta ad affrontare un tour in alcuni teatri italiani per raccontare i suoi primi 40 anni con immagini spettacolari e aneddoti suggestivi. “La montagna, la mia vita tra zero e 8000” toccherà diverse città italiane dopo il successo ottenuto al “Festival della lentezza” di Ponte San Nicolò (Padova) e al Gruppo Escursionisti di Rodengo Saiano (Brescia), il 6 e 7 ottobre scorsi.
I prossimi appuntamenti sono a Robbio (PV) il 16 novembre, poi a Cantù (CO) il 23 novembre, a Vezzano (TN) il 24 novembre, ad Albino (BG) il 25 novembre, a Reggio Emilia il 28 novembre, a Forlì il giorno dopo e a Lumezzane il 30 novembre. A dicembre ci sarà una sola data, il 1°, a Merano Vicentino e infine, a gennaio 2018, il giorno dell’Epifania, a Torgnon (AO).
Un monologo di un’ora e mezza in cui l’alpinista di Valtournenche ripercorre i suoi primi 40 anni parlando non sono della prestazione sportiva, ma su ciò che la montagna rappresenta per lui e quello che la vita, attraverso la montagna stessa, gli ha insegnato finora. Barmasse infatti dice:
“Salire sullo Shisha Pangma, come io e David Goettler abbiamo fatto lo scorso maggio, tende a essere considerata un’impresa speciale, lontana dalla normalità delle persone. Se invece insisti di più sul lato umano dell’impresa, sul percorso fatto per arrivare fin lì, tu scendi da quella cima e vai incontro alle persone”
Ma lo zero e l’8000 del titolo del monologo non rappresentano soltanto le quote raggiunte, ma gli alti e bassi della sua vita:
“I ‘capitoli’ del racconto seguono la maturazione dell’Hervé bambino, poi del ragazzo, quindi dell’alpinista, oscillando tra momenti di grande gioia e momenti in cui invece le difficoltà bussano alla porta. E a quel punto sta a te pensare: mi apro alle difficoltà e le affronto o mi rifugio in un piccolo igloo?”
Hervé Barmasse parla anche della sua passione per Roberto Baggio, delle otto operazioni subite alle ginocchia e le due al collo, dei momenti difficili tra lunghe riabilitazioni e sospirati ritorni all’azione.