Giro del Sestriere: una classica per scalatori e fondisti
Dal capoluogo piemontese al Colle del Sestriere e ritorno, come affrontare uno degli itinerari più amati dai ciclisti subalpini
Sabato 30 maggio 2020 il Giro d’Italia sarebbe dovuto salire al Colle del Sestriere per l’ennesima volta. Se il Covid-19 non avesse rivoluzionato il calendario internazionale, il colle che separa l’Alta Valsusa e la Val Chisone sarebbe stato l’arbitro dell’ultima sfida per la maglia rosa. Proprio nel giorno di questa mancata tappa, ho deciso di cimentarmi sul percorso di quasi duecento chilometri comunemente noto come Giro del Sestriere, una vera e propria “classica” per gli scalatori torinesi dotati di fondo, vale a dire di un allenamento tale da garantire loro di poter stare in sella per almeno 7-8 ore.
Coerentemente con le regole di distanziamento sociale imposte dagli ultimi DPCM, ho affrontato il Giro del Sestriere in solitario. In passato avevo percorso lo stesso itinerario altre sei volte: prendendo parte all’omonima Granfondo (1998 e 2007), con il mio amico Roberto (2012 e 2013) e da solo (2004 e 2005). Mai prima d’ora ero riuscito a portare a termine questo lungo percorso prima di giugno. Il mantenimento della forma grazie all’esercizio indoor nei quasi due mesi di quarantena e gli 800 chilometri pedalati nei primi 25 giorni della fase 2 mi hanno consentito di affrontare questo percorso senza particolari problemi.
Giro del Sestiere: da Torino a Susa
La partenza è avvenuta alle 7.15, dal quartiere torinese di Parella. Avendo consultato le previsioni meteo mi sono attrezzato per far fronte al freddo e sono partito da casa indossando una canotta invernale a maniche lunghe. La scelta si è rivelata azzeccata già alle basse quote, anzi, fino a Bussoleno, ho indossato anche una giacca da mezza stagione a maniche lunghe.
La risalita della Bassa Valsusa è stata caratterizzata dal vento contrario che ha rallentato la mia andatura: la cinquantina di chilometri che mi hanno condotto fino a Susa sono stati percorsi a una velocità di circa 25 km/h. Una risalita graduale e priva di salite eccezion fatta per qualche cavalcavia e un breve strappo fra Alpignano e Casellette.
Nei primi 50 km di questo itinerario ho superato un dislivello di 356 metri. Abbandonata la SS25 del Moncenisio, dopo avere attraversato il centro di Susa, mi sono portato sulla SS24 del Monginevro e qui la faccenda ha iniziato a farsi molto più seria.
Giro del Sestiere: da Susa a Cesana Torinese
La salita di Gravere che inizia non appena la SP24 diventa SS24 ha delle pendenze impegnative, ma lo è ancora di più perché si proviene da 50 chilometri nei quali si è verosimilmente pedalato con il lungo rapporto e a velocità sostenuta.
Dopo il semaforo della SS24 alcuni tornanti molto ampi costringono i ciclisti a un improvviso cambio di ritmo. Nei secondi 500 metri di salita la pendenza media è del 9,3% con una punta massima del 15% in prossimità di una curva a destra. Il tratto successivo non è da meno: il secondo e il terzo chilometro proseguono con una pendenza del 9%, con un gradiente piuttosto regolare.
Arrivato a Gravere (dopo 2 ore e 45’) ho fatto una breve pausa per mangiare e bere qualcosa alla fontana del paese. Chi non si fosse organizzato portando del cibo con sé, può rimediare grazie al bar alimentari situato di fronte alla fontana. Gravere è un punto ottimale per fare una pausa visto che dopo questa prima fatica inizia un tratto in contropendenza fino a Chiomonte. Da qui inizia il secondo tratto di salita, quello che conduce sino a quota 1085 metri, nel punto in cui la SS24 incrocia la strada militare di Fenil-Pramand-Föens-Jafferau.
Lasciata alle spalle la discesa da Chiomonte e superato il ponte sulla Dora Riparia, la salita prende a salire verso il forte di Exilles: è il tratto dell’immagine di apertura. I due chilometri che portano i ciclisti in prossimità dell’abitato di Exilles hanno una pendenza del 5%. Un breve tratto di pianura fa da preludio a una seconda parte dell’ascesa composta da 1,5 km al 10% e da 1,2 km al 6,2%. Nelle giornate estive questo è un tratto particolarmente soleggiato e caldo, ma superati due ampi tornanti inizia un chilometro di discesa nel quale è possibile rifiatare.
Conclusa la discesa si raggiunge Salbeltrand. È questa una fase interlocutoria di 7 chilometri, un falsopiano all’1% che conduce sino ai 1080 metri di Oulx. La parte meridionale di questo tratto dell’Alta Valsusa è caratterizzata dal maestoso Gran Bosco di Salbeltrand, un parco naturale abitato da 21 mammiferi, fra cui camosci, caprioli e marmotte e ben 70 specie di uccelli.
Nella piazza di Oulx è possibile rifornirsi di acqua per affrontare i quasi 1000 metri di dislivello mancanti per scollinare al Sestriere.
La salita che conduce dalla piazza del municipio di Oulx alla rotonda di Cesana Torinese in cui inizia l’ascesa per il Sestriere è lunga 10 chilometri, con una pendenza media del 2,6%. La pendenza piuttosto abbordabile, l’ottimo fondo stradale, l’ampiezza della carreggiata consentono di raggiungere in poco più di mezz’ora Cesana Torinese.
Giro del Sestiere: da Cesana Torinese a Sestriere
Una volta giunti a Cesana Torinese, a quota 1345 metri, si può fare un’ulteriore sosta alla fontana posta sulla rotatoria prima di pedalare sul tratto finale di 11 chilometri al 6% di pendenza media che è stato affrontato in molte edizioni del Giro d’Italia e del Tour de France.
Qui nel 1949 Fausto Coppi completò la sua cavalcata solitaria di cinque colli alpini prima di buttarsi in discesa verso Pinerolo e tre anni dopo pose il sigillo sulla sua seconda doppietta Giro-Tour. Nel 1992 il Sestriere fu teatro di un’epica battaglia fra Claudio Chiappucci e Miguel Indurain, con l’iberico che, dopo avere inseguito per tutta la giornata il varesino, andò in crisi negli ultimi due chilometri di salita.
Se si guarda al dato generale, quella del Sestriere non è certo una salita proibitiva. Se, però, consideriamo che la si affronta dopo aver pedalato per quasi 90 km e dopo avere superato un dislivello di 1400 metri, ecco che anche questa ascesa può riservare qualche sorpresa. Dopo almeno 4 ore e mezza in sella e avvicinandosi ai 2000 metri le doti di resistenza diventano fondamentali, così come la capacità di nutrirsi e idratarsi correttamente.
Personalmente le mie pause nel Giro del Sestriere sono tre: a Gravere (in questo caso dopo 2h45’ in sella), a Oulx (dopo 3h55’ sui pedali) e Cesana Torinese (4h30’ in questo giro).
I primi tre chilometri della salita da Cesana Torinese sono caratterizzati da una serie di tre tornanti con pendenze che vanno dal 6% all’8,3%.
Da qui inizia una fase interlocutoria di 4,25 km, fino a località Champlas du Col, con pendenze comprese fra il 4% e il 5,6%. In questo tratto decisamente pedalabile si sale senza fare troppa fatica ed è possibile godersi il panorama della Valle Argentera.
Il suggestivo borgo di Champlas du Col segna un ulteriore punto di svolta: all’uscita dal centro abitato inizia una serie di tornanti nella quale si incontra, a circa tre chilometri dallo scollinamento, la pendenza massima dell’ascesa: 13%. Le pendenze degli ultimi 3 km oscillano fra il 6% e l’8%, ma non bisogna farsi trarre in inganno dall’avvistamento della torre dell’ex colonia Fiat.
Dopo ripetute scalate ho ormai preso le misure, ma nelle mie prime ascese al Colle del Sestriere venivo sempre ingannato dall’avvistamento della torre pensando di essere ormai arrivato a destinazione. Una vera e propria illusione ottica che rischia di rimanere nelle gambe di chi accelera “per abbreviare l’agonia”.
Giunti ai 2035 metri del Colle ci si può ristorare alla fontana monumentale di piazza Agnelli.
Giro del Sestiere: da Sestriere a Pinerolo
Se amate la discesa il ritorno dalla Val Chisone è ciò che fa per voi. Dal Colle del Sestriere all’ingresso di Pinerolo i chilometri di discesa sono 50, ma non bisogna illudersi di poterli fare a ruota libera. Se i primi 8 chilometri che portano a Traverses, caratterizzati da lunghi rettilinei, consentono di raggiungere alte velocità, i successivi 10 necessitano del contributo muscolare, vuoi per le pendenze inferiori, vuoi per il vento contrario che nel pomeriggio soffia dalla bassa verso l’alta Val Chisone.
Nei chilometri che precedono il passaggio a Fenestrelle, la pendenza torna a farsi più sensibile. Successivamente l’avvicinamento a Pinerolo è caratterizzato da una progressiva diminuzione della pendenza e, solitamente, in questi chilometri è consigliabile formare dei gruppetti per sfruttare la scia (decreti permettendo ovviamente).
Giro del Sestiere: da Pinerolo a Torino
Raggiunto il centro storico di Pinerolo e Corso Torino, in prossimità di Piazza Garibaldi si svolta a destra per imboccare la parallela via Martiri del XXI che immette sulla SP589, un rettifilo di una decina di chilometri che conduce sino alla SP6. Quest’ampia circonvallazione permette di evitare i passaggi nei centri abitati di Piossasco e Orbassano e conduce, in prossimità della frazione Pasta. Giunti alla rotonda grande, non si imbocca via Fausto Coppi, ma via Rodari e dopo una seconda rotonda più piccola ci si immette sul relais che collega quest’area alla pista ciclabile del Sangone.
A questo punto non resta che raggiungere località Dojrone e proseguire per Corso Allamano, per poi raggiungere il proprio punto di partenza torinese.
Il mio itinerario con partenza e arrivo in zona Parco della Tesoriera è stato di 191 km con un dislivello complessivo di 2430 metri. Il tempo impiegato è stato di 9h30’.
[Foto Davide Mazzocco e Photoassietta]
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