Gamerwall: gli eSports vanno all’Università

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Si chiama Gamerwall University League ed è un’idea del team guidato dal CEO Gianpiero Miele, che assieme all’Event Manager Emiliano Spinelli ha presentato presso la Microsoft House il progetto che porta gli eSports dentro le università. All’iniziativa ha già aderito l’università LUISS Guido Carli di Roma, che ospiterà in esclusiva la prima stagione del campionato universitario di eSports. L’obiettivo, innanzitutto, è quello di dimostrare che i videogiochi non siano solo un passatempo, o peggio ancora una perdita di tempo. Se perfino il CIO ha aperto alla possibilità di ospitare i tornei di videogame alle Olimpiadi, vuol dire che qualcosa sta realmente cambiando.

I videogame e i tornei seguiti ormai da TV e scommettitori sono entrati prepotentemente nella cultura giovanile e sono sempre di più le aziende, ma anche i club mondiali che decidono di sponsorizzare o addirittura creare da zero i propri team di eSports. A tal proposito, la Gamerwall University League avrà lo scopo di promuovere i videogame come sport “sano” in una campionato fatto di 10 tappe e che durerà fino a luglio del 2018. Ogni mese è previsto un evento dedicato ad un diverso gioco tramite il quale competere, con l’obiettivo di aumentare il seguito tappa dopo tappa. La prima si è già disputata lo scorso 27 ottobre ed ha visto la partecipazione di 163 tesserati. Chi si aggiudicherà il titolo finale a luglio del 2018 otterrà come premio una borsa di studio da 11mila euro.

La piattaforma scelta per il campionato è la console Xbox One, poiché Microsoft è stata la prima azienda che ha supportato l’idea di Gamerwall. Potrebbe infatti trattarsi di un’iniziativa spartiacque per portare gli eSports in altre università d’Italia con la possibilità che in futuro nascano addirittura dei corsi specifici per questo ambito.

Alla base della Gamerwall University League ci sono tre aspetti: innanzitutto quello competitivo, che mette appunto in competizione le abilità degli studenti in determinati titoli, come se fosse un torneo di eSport a tutti gli effetti; poi quello sociale, poiché l’idea è stata promossa da giovani per i giovani, in modo da trasmettere la passione per i videogame e fare in modo che altri seguano l’esempio trasmettendo a loro volta la passione con effetto a cascata; infine quello didattico, perché l’obiettivo è anche quello di dimostrare che i videogiochi non distolgono l’attenzione dallo studio e a tal proposito sono previsti anche bonus sui punteggi per chi ha la media voti migliori. In questo modo, in sostanza, gli studenti saranno invogliati a giocare senza trascurare i libri, anzi, avranno un ulteriore incentivo a dare gli esami e a superarli con voti più alti.

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Giornalista e istruttore tecnico di scuola calcio, scrivo e studio sport praticamente 24 ore al giorno guidato da un irrefrenabile ottimismo nei confronti delle nuove generazioni.
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