Fellinata 2018: cronaca, foto, video e interviste
Oltre 200 partecipanti alla pedalata di fine stagione con il ciclista della Trek-Segafredo
Un sole timido ha fatto alzare le temperature proprio in concomitanza con la partenza dell’ottava Fellinata. Da Torino, dal rivolese e dalla bassa Valsusa siamo arrivati in tanti, oltre duecento per la pedalata insieme a Fabio Felline che, per molti cicloamatori della zona, sta diventando l’appuntamento per chiudere la stagione in bicicletta.
Il posticipo di un mese rispetto alla passata edizione non ha intimorito i ciclisti che sono arrivati alla sede della Rostese Rodman per celebrare il corridore della Trek-Segafredo che ha già iniziato la preparazione per quella che sarà la sua decima stagione fra i professionisti.
Bici da corsa ipertecnologiche, tante mountain bike, qualche gravel e persino qualche bici da turismo hanno pedalato per poco più di un’ora da Rosta ad Almese e ritorno. Un percorso alla portata di tutti, per vivere insieme un momento di festa.
Perché eravamo così tanti? La risposta è semplice: perché Fabio Felline oltre a essere uno dei migliori corridori italiani in gruppo è anche un ragazzo educato, intelligente e gentile che si concede con generosità al proprio pubblico e al quale è facile voler bene.
Alla Fellinata lo ritrovi tanto in testa al gruppo come in coda, un attimo dopo è a bordo strada a fare le foto oppure a chiudere un incrocio. Quando un bambino in mountain bike si scompone lui arriva e lo rassicura: “Dai, facciamo un riposino?”. Ed ecco che lo spinge per qualche centinaio di metri.
C’è un altro giovanissimo che pedala con una maglia di campione del mondo un po’ larga, su di una bicicletta più grande di lui. Felline arriva e aiuta anche il piccolo ciclista in maglia arcobaleno. Un po’ protagonista e un po’ gregario, com’è stato in questi primi nove anni di professionismo dove alle vittorie ottenute in Italia e all’estero, Fabio ha alternato la meno appariscente attività di luogotenente.
Prima della partenza è tornato sul finale della stagione, la parte migliore di un 2018 che è stato ancora una volta segnato da problemi di salute: “Quando mi è stata data la possibilità di partecipare ai Mondiali non ho esitato perché vestire la maglia azzurra è sempre qualcosa di speciale. Quel giorno ha un po’ rispecchiato l’andamento della mia stagione: non è stato fortunato perché sono caduto. Non avrei certo vinto ma avrei potuto essere vicino alla top ten che era un po’ l’obiettivo di giornata. Però subito dopo c’è stato il terzo posto agli italiani a cronometro e il quinto posto al Giro di Turchia, due risultati che mi fanno ben sperare per l’anno che verrà”.
La stagione di Fabio Felline inizierà dalla Challenge de Mallorca e proseguirà con un calendario in via di definizione. Non si sa se rivedremo il torinese sulle strade del Giro d’Italia dal quale manca dal 2015, ma da quanto ci ha confidato recupererà “con gli interessi” le corse che non ha potuto disputare nella passata stagione.
Paolo Viberti, giornalista e scrittore, ha seguito con attenzione la parabola di Felline fra i professionisti: “Fabio è uno dei nostri corridori più completi perché regge in salita, è un finisseur, ha un fisico per cui può dire la sua su qualsiasi terreno. Forse il suo tallone d’Achille sono le corse di tre settimane, lì deve amministrarsi prendendosi qualche giorno di time out ed è per questo che nei grandi giri non è un uomo di classifica, però non vorrei mai ritrovarmelo in un gruppo ristretto…”
Allora appuntamento alla Challenge de Mallorca di fine gennaio e, naturalmente, alla Fellinata del prossimo autunno.
Foto e video di Davide Mazzocco