Defibrillatori obbligatori per impianti sportivi e ASD: cosa dice la nuova normativa
Defibrillatori obbligatori in tutti gli impianti sportivi e nelle ASD: è questa la novità principale della stagione sportiva 2017-2018, che sta per iniziare. La nuova normativa è entrata in vigore lo scorso 1 luglio, con lo scopo evidente di evitare tragiche morti come quella di Piermario Morosini, avvenuta nel 2012. Dopo alcuni rinvii, ad annunciare l’entrata in vigore della nuova legge, è stato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha firmato il decreto assieme al collega Luca Lotti, Ministro dello Sport. In mancanza del defibrillatore, nessuna transigenza: non si potranno disputare attività sportive. E non è tutto, perché società e impianti sportivi, dovranno dotarsi di personale in grado di utilizzarlo.
La salute prima di tutto, insomma, come ha confermato tempo fa lo stesso Ministro Lotti in un post su Facebook. Parlando dell’obbligo dei defibrillatori, il titolare del dicastero allo Sport ha sottolineato come sia un “un modo di rendere più sicuri e tutelati i tanti momenti di agonismo e di esercizio fisico che si praticano ogni giorno nel nostro ricchissimo mondo dello sport non professionistico. Troppo spesso funestato da tragedie evitabili grazie alla presenza di uno strumento tecnologico che può salvare la vita. Non sono pochi gli atleti che per tanti motivi si possono trovare in una condizione di emergenza mentre fanno sport”.
Oltre alla presenza dei defibrillatori, la nuova legge prevede la presenza nelle società dilettantistiche di personale formato per l’uso degli stessi. Alle stesse società e associazioni, inoltre, spetta l’accertamento della presenza del defibrillatore e della persona preposta al suo utilizzo, prima dell’inizio delle gare. La nuova legge, non si applica a quegli sport che è stato appurato dagli esperti abbiano un “ridotto impegno cardiocircolatorio”: tiro, vela, golf o bowling, oltre alle attività svolte “al di fuori degli impianti sportivi”. Il decreto, non fa altro che estendere e specificare meglio quanto già prevedeva il decreto Balduzzi del 2012 e inerente solo le società sportive professionistiche.
La nuova normativa si è resa indispensabile dopo le analisi relative ai dati sui casi di morte cardiaca improvvisa, che in Italia sono circa 50.000 l’anno, ossia 140 al giorno. Di questi, circa 1.000 decessi all’anno sono di giovani al di sotto dei 35 anni e nell’80% dei casi il decesso è attribuibile a cardiopatia ischemica. La presenza dei defibrillatori, secondo gli esperti, potrebbe salvare un quarto delle vite, poiché l’intervento ha maggiore efficacia se somministrato entro 5 minuti dall’evento e ogni minuto che passa la possibilità di sopravvivere si riduce del 10%. Superfluo, dunque, aggiungere quanto sia importante il rispetto della nuova normatica nel caso di scuole calcio o eventi sportivi in genere che riguardano bambini/ragazzi.