La crioterapia per prevenire e curare gli infortuni
La crioterapia sta diventando quasi una “moda” tra vip e sportivi di alto livello. Attori, soubrette e altri personaggi pubblici spesso pubblicano sui propri canali social foto mentre si trovano in criosauna o in criocamera. Di recente, hanno fatto il giro del mondo le foto dell’attore Hugh Jackman, noto interprete al cinema del personaggio dei fumetti Wolverine, ma ci sono club di calcio professionistici che ne fanno uso sistematicamente ormai da tempo. Juventus, Milan, Lazio e tanti altri, sottopongono i propri atleti a un trattamento di pochissimi minuti con temperature comprese tra i 120 e i 160 gradi sotto zero. A quale scopo?
Nonostante si sapesse delle proprietà benefiche della “cura del freddo”, sono in tempi più recenti la crioterapia è diventata una pratica abbastanza comune ad alti livelli. Come ha spiegato il fisiatra Cristiano Fusi (responsabile della riabilitazione agli Istituti clinici Zucchi di Monza e medico sociale del Milan) a Starbene, la crioterapia è molto ultime dopo gli allenamenti per il recupero veloce da sforzi intensi, per aumentare le potenzialità della preparazione atletica, m anche per recuperare da infortuni muscolari e infiammazioni acute.
Come funziona? “Il freddo intenso – continua il dottor Fusi – , infatti, stimola la produzione di sostanze antidolorifiche e antinfiammatorie (come endorfine e citochine), rilassa i muscoli e riattiva la circolazione favorendo l’eliminazione delle tossine e la riduzione dei gonfiori”.
Gli atleti professionisti, come ad esempio i calciatori, si sottopongono ad una sola seduta di circa 3 minuti per il recupero post-allenamento, mentre nei casi di infortuni, i benefici si cominciano a vedere solo dopo 3-4 sessioni, e si consolidano dopo circa 10 sedute, che sono seguite solitamente da mezz’ora circa di esercizi atletici in palestra.
Studi recenti hanno confermato l’efficacia della crioterapia anche per la cura di malattie croniche come la fibromalgia, mentre offe un importante supporto anche in caso di morbo di Parkinson o sclerosi multipla. La terapia del freddo, infatti, aiuta a mantenere il più a lungo possibile le funzioni motorie. Le sessioni possono costare tra 50 e 70 euro ciascuna e si devono fare in ambienti raffreddati da vapori secchi di azoto liquido. La durata varia a seconda delle necessità, ma comunque mai per un periodo superiore ai tre minuti e le strutture che le ospitano possono disporre di due alternative. La criosauna, ossia una cabina circolare nella quale si entra da soli e nella quale è immerso praticamente tutto il corpo tranne la testa; la criocamera, ovvero una stanza nella quale possono entrare contemporaneamente sei persone e preceduta da un’anticamera che a -60 gradi sottozero consente di acclimatarsi per 30 secondi, prima di scendere alla temperatura ancora inferiore.
Si tratta di un ambito che sta migliorando di anno in anno, grazie anche alle nuove scoperte della medicina, che, attenzione, indica anche quali siano le controindicazioni della crioterapia. Non è bene che vi si sottopongano pazienti con “malattie cardiovascolari acute o croniche gravi, tumori, infezioni, malattia di Raynaud, orticaria da freddo e insufficienze respiratorie gravi”.