Come avviare allo sport i bambini ai tempi del coronavirus
Tra coloro che stanno subendo le peggiori conseguenze del lockdown ci sono anche i bambini, che si ritrovano privati di ogni possibilità di socializzazione, rinchiusi in casa per moltissime ore, senza poter vedere gli amichetti e senza potersi sfogare anche fisicamente con un po’ di sport.
Ci siamo allora chiesti come si possono avviare allo sport i bambini ai tempi del coronavirus e ci ha risposto il dottor Antonino Furia, pediatra di MioDottore, che aderisce al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma. Per trovare risposte e soluzioni a eventuali problematiche e per un consulto pediatrico, MioDottore mette a disposizione dei propri utenti la funzionalità di consulenza online. Nata per far fronte alle esigenze sorte con il primo lockdown, questa funzione consente di incontrare via video gli specialisti, sia per un primo colloquio sia per appuntamenti di consueto monitoraggio del proprio stato di benessere. La piattaforma conta circa 6.000 medici che usufruiscono di tale servizio e 170 mila video consulti effettuati da metà marzo a oggi.
Come avviare allo sport bambini che non lo hanno mai praticato e che, a causa di didattica a distanza e isolamento dagli amichetti, fanno una vita ormai troppo sedentaria?
“Lo sport per i bambini è innanzitutto divertimento. Nella scelta dell’attività sportiva andranno quindi sempre assecondate le naturali inclinazioni del bambino, piuttosto che le aspirazioni (per quanto nobili) dei genitori. Per i più piccoli (fino a 4-5 anni) è preferibile iniziare con un’attività motoria più ludica che impegnativa, con l’obiettivo principale di aiutarli ad accrescere la percezione del proprio corpo nello spazio e come muoversi in esso. Semplici esercizi come correre, saltare, afferrare e lanciare una palla, possono risultare al tempo stesso divertenti per i bambini e magari rappresentare anche il punto d’inizio per l’avvio, in futuro, di uno sport più ‘complesso’ e completo. Peraltro, trattandosi di attività che non richiedono necessariamente un lavoro in squadra, né tantomeno grandi spazi o luoghi adibiti allo scopo, esse possono essere svolte in piccoli gruppi o addirittura insieme ad un solo genitore, così da poter garantire senza eccessive difficoltà l’applicazione del distanziamento sociale.”
Cosa far fare invece ai bambini che hanno sempre praticato sport (per esempio piscina) e che ora hanno dovuto sospendere?
“In questo periodo piuttosto delicato, in cui la pandemia ha inevitabilmente alimentato tante paure, lo sport deve comunque continuare ad essere parte integrante della vita di tutti, bambini e adulti. Tante società sportive hanno prodotto regolamenti, anche molto scrupolosi, per consentire agli atleti di continuare ad allenarsi in relativa sicurezza. L’utilizzo della mascherina (ove applicabile), il distanziamento sociale ed il lavaggio delle mani rappresentano i capisaldi sui quali gli allenatori in primis devono vigilare affinché si possano continuare a svolgere attività sportive in contesti quali ad esempio piscine o palestre, che implicano la permanenza in un luogo chiuso di più persone contemporaneamente. Per quei bambini che hanno visto purtroppo chiudere i battenti della loro palestra vale sempre la possibilità di continuare a mantenersi in movimento nei modi per loro più piacevoli e divertenti. Andare in bicicletta, fare delle passeggiate, e perché no, scoprire anche i vecchi sport ‘di cortile’ che i loro genitori da piccoli praticavano senza chissà quali particolari allenamenti o attrezzature: basta un sasso per giocare a campana, una corda per saltare e cantare… e solo due gambe per giocare a nascondino!
Quali sono le attività e le buone abitudini consigliate ai bambini in questo periodo così difficile per farli stare meglio sia dal punto di vista fisico sia psicologico?
“Dal punto di vista psicologico è indiscutibile che la pandemia abbia costretto tutti noi a dover rivedere e modificare le nostre vite sociali, incluso il nostro consueto modo di intendere e praticare lo sport anche come espressione di libertà individuale. Ci si è ritrovati rapidamente dinanzi a tante restrizioni, sicuramente difficili da accettare per noi adulti e piuttosto ‘strane’ per i bambini. A questi ultimi è giusto dare delle spiegazioni, in maniera semplice e adeguata alle diverse fasce d’età, su quanto sta accadendo e sul perché dovranno per un po’ rinunciare a certe cose cui erano ormai abituati. Sottolineando però, al contempo, che pian piano ritornerà la normalità, ed evitando il più possibile di esporli ad allarmismi e fobie davvero poco utili ma che noi adulti siamo maestri a costruire. È importante che i bambini mantengano vivo il legame con ciò che caratterizza tutti, ma proprio tutti, gli sport esistenti: il movimento! I genitori dovrebbero intervenire in tal senso, ad esempio invitando i figli più grandi ad uscire quando possibile all’aria aperta (ricordiamoci che anche in tempi di duro lockdown l’attività fisica nei pressi di casa è rimasta comunque consentita). In alcuni casi poi anche per lo sport si può ricorrere alla ‘didattica a distanza’: le videolezioni di danza in questo periodo si sono moltiplicate, quasi al pari delle videoconferenze di lavoro. Le moderne console di gioco offrono spesso la possibilità di cimentarsi con videogame interattivi basati sul movimento, coinvolgendo anche altri partecipanti lontani nella modalità di gioco ‘online’. Insomma, potremmo dire che di questi tempi, anzi, sempre… tutto fa sport!”
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