Colle del Nivolet in bici: pedalando nel cuore del Gran Paradiso

Colle del Nivolet in bici

Abbiamo provato una salita ricca di emozioni e di panorami indimenticabili

Se si chiama Gran Paradiso un motivo ci sarà: placidi laghi d’alta quota, cime innevate, muri di ghiaccio al bordo della strada a inizio luglio, mucche al pascolo, marmotte che corrono nei prati, rapaci che volteggiano in cielo. Sul Colle del Nivolet la natura regna sovrana. Io non sono stato così fortunato, ma non è raro avvistare stambecchi e camosci risalendo fino a quota 2612 metri.

Certo non mancano i segni dell’opera dell’uomo – la diga del Lago Serrù, il serpentone di asfalto, le baite – ma durante la salita non si può non restare incantati da ciò che ha prodotto l’eterno lavorio della natura.

Il Lago di Ceresole - Colle del Nivolet
Il Lago di Ceresole

La mia scalata è iniziata al Centro sportivo Lilla di Prese Montone, una frazione situata a circa tre chilometri da Ceresole Reale, a una quota di 1490 metri.

I primi due chilometri di salita mi hanno portato a quota 1612 metri, un dislivello di mille metri inferiore a quello della mia meta di giornata. È a questa quota che si trova il centro di Ceresole Reale, l’ultimo comune della Valle Orco, caratterizzato da un suggestivo lago circondato da boschi di aghifoglie.

Nei primi due chilometri le pendenze della salita sono al 5,6%. Giunti al centro del paese una fontana ci permette di riempire la borraccia prima di procedere verso il colle. È bene approfittarne perché lungo l’ascesa, nonostante l’abbondanza d’acqua, le fonti scarseggiano e per rifornirsi di bevande occorre entrare in un bar.

Dal centro di Ceresole inizia una fase interlocutoria con 900 metri di discesa e un paio di chilometri in falsopiano all’1,2% fino alla fine del lago di Ceresole Reale.

La parte leggera di salita si conclude con due chilometri al 4,1% e il transito a Chiapili inferiore. Da qui le pendenze cominciano a farsi serie e iniziano i primi tornanti.

Raggiunta quota 1750 metri a Chiapili superiore inizia una lunga fase di tornanti che in 5,3 km di ascesa porta ai 2200 metri del Lago Serrù. La pendenza media è dell’8,5%, ma in molti casi si affrontano rampe al 9-10% di pendenza. A rendere meno aspra la salita sono i tornanti che favoriscono il cambio di ritmo e spezzano la monotonia di un’ascesa davvero molto esigente.

Salita da Chiapili superiore al Lago di Serrù
I cinque chilometri di salita da Chiapili superiore al Lago di Serrù hanno una pendenza media dell’8,5%

Sono ben 18 i tornanti di questa prima fase che conduce fino al Lago Serrù dominato da un’imponente diga. Dal lago si sale per un altro chilometro e mezzo all’8,7%. Raggiunta quota 2330 si scende per mezzo chilometro fino al Lago Agnel.

Tratto in salita dopo il Lago Agnel
Un tratto in salita dopo il Lago Agnel

A questo punto, in località Madonna della Neve, mancano 5 chilometri e 300 metri di dislivello alla meta. La pendenza media è del 6%, ma rampe più semplici si alternano a tratti dove le pendenze superano il 9%.

I tornanti che dal Lago Agnel portano fino al Colle del Nivolet
I tornanti che dal Lago Agnel portano fino al Colle del Nivolet

Come nella serie di tornanti precedente il Lago Serrù, anche in questo secondo blocco la visione dei tornanti percorsi è praticamente totale. Nel punto panoramico situato a 500 metri dalla vetta del colle la visione panoramica è straordinaria.

Grazie alla foto scattatami da due escursioniste potete osservare quanto sia aperta e appagante la visione sulla strada che si è lasciata alle spalle.

I laghi Serrù e Agnel
A 500 metri il punto panoramico che domina la seconda parte della salita e i laghi Serrù e Agnel

Nonostante abbia compiuto la mia scalata il 4 di luglio, ho incontrato sulla mia strada numerosi muri di ghiaccio.

Una volta arrivato in quota, fatta la foto di rito e contemplate le vette circostanti mi sono vestito per affrontare la discesa. Attualmente il Colle del Nivolet è asfaltato solo sul versante piemontese, mentre nel versante valdostano è sterrato.

Colle del Nivolet
Con i suoi 2612 metri il Colle del Nivolet è uno dei passi più alti d’Italia

E se la salita è stata una delle più difficili che io abbia affrontato, la discesa non è da meno: i numerosi tornanti non consentono di raggiungere alte velocità nemmeno nella parte centrale dove le pendenze sono più consistenti.

Inoltre, in molti tornanti non sono presenti guardarail ed è dunque consigliabile scendere prudentemente. Solamente da Chiapili superiori si possono raggiungere velocità maggiori, ma attenzione a un paio di tornanti ciechi.

Visto il clima particolarmente rigido per gran parte dell’anno la scalata è consigliata nel periodo estivo, da metà giugno a metà settembre.

Si ricorda inoltre il “divieto di transito ai mezzi motorizzati nei giorni festivi dall’8 luglio al 26 agosto 2018 dalle 9,00 alle 18,00 dalla loc. Serrù al Colle del Nivolet”. Gli ultimi chilometri possono essere percorsi solamente in bicicletta, a piedi o usufruendo del servizio di navetta. Qui la regolamentazione del traffico.

Dopo aver scalato una salita così bella la domanda sorge spontanea: come mai il Giro d’Italia non è mai arrivato lassù?

Foto Davide Mazzocco

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".

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