Colle del Crò in bici: il piccolo “Mortirolo” del Pinerolese

A pochi chilometri da Pinerolo, una salita in grado di mettere a dura prova anche gli scalatori più allenati

Pinerolo occupa un posto importante nella storia del ciclismo, in questa cittadina della Città Metropolitana di Torino è stata scritta una delle pagine più epiche della storia di questo sport: l’impresa di Fausto Coppi nella tappa del Giro d’Italia 1949 iniziata a Cuneo e caratterizzata da cinque colli alpini.

Il legame di questo territorio con lo sport delle due ruote è stato rinsaldato negli ultimi dieci anni con diversi arrivi del Giro d’Italia e una conclusione di tappa nel Tour de France del 2011.

Un chilometro prima del passaggio a Talucco
Un chilometro prima del passaggio a Talucco ci si può ristorare al fresco di una vecchia fontana

Oggi noi di Sport Folks vi guidiamo alla scoperta di una salita inedita per il ciclismo professionistico, un piccolo “Mortirolo” pinerolese che abbiamo affrontato in sella alla nostra bicicletta da corsa e che consigliamo a tutti coloro che dispongono di una preparazione e di rapporti adeguati.

Dal centro di Pinerolo si prende la Stradale di Fenestrelle e, al semaforo successivo ai Giardini di Piazza d’Armi, si svolta a destra e si imbocca via San Pietro Val Lemina. In pochi minuti, pedalando per buona parte del percorso su una pista ciclabile, si raggiungono gli impianti sportivi di San Pietro Val Lemina.

Il bivio a 2,5 km dallo scollinamento del Colle del Crò
Il bivio a 2,5 km dallo scollinamento del Colle del Crò dà il via alla parte più dura dell’ascesa

La salita inizia a quota 464 metri e in 8,1 km si raggiunge quota 1157 metri. Se si considera l’ascesa nel suo complesso, la pendenza media è dell’8,6%, ma se la dividiamo in due segmenti possiamo comprendere perché non è una forzatura parlare di piccolo “Mortirolo”.

Nei primi cinque chilometri, da San Pietro Val Lemina a Talucco, la strada risale il corso del Lemina, passando dalla destra alla sinistra del torrente. È un tratto di strada ombreggiato e fresco, assolutamente consigliato nei mesi estivi. Nei primi due chilometri e mezzo di ascesa le pendenze sono contenute al di sotto del 9%, successivamente, approssimandosi a Talucco, si incontra un tratto di circa 200 metri all’11% e un altro al 10%.

Lungo la salita del Colle del Crò

Nei primi 5 chilometri l’ascesa ha una pendenza media del 6,2%, ma, già all’interno dell’abitato di Talucco, la musica cambia e bisogna attingere alle proprie doti di grimpeur.

Lasciato alle spalle il centro abitato la pendenza cresce sino al 13% e, successivamente, fino al 15%. Ma non è questa la parte più impegnativa dell’ascesa. Giunti al bivio fra via Talucco Basso e via Colle del Crò si deve scegliere per la strada che si inerpica a sinistra e che abbandona la strada finora percorsa.

A 800 metri dallo scollinamento del Crò
A 800 metri dallo scollinamento la salita non dà tregua…

È il momento di far scendere la catena sul rapporto più agile del quale si dispone: in un paio di tornanti le pendenze raggiungono il 20%. Bisogna evitare di mettere piede a terra perché ripartire può diventare estremamente difficoltoso.

Nei tornanti è fondamentale pedalare sulla parte esterna e cercare di sfruttare il gradiente più umano del bordo stradale.

La rampa al 20% posta a ridosso dello scollinamento del Crò

La salita è talmente dura che quando per un centinaio di metri cala al 9% si ha come l’impressione di essere su di un falsopiano!

Superato il bivio per Casa Canada mancano 800 metri e 5 tornanti al Colle del Crò: le pendenze tornano a incattivirsi con 300 metri al 15% e addirittura 100 metri al 20%.

In questi 3,1 km la pendenza media è del 12,4%, anche se su un tratto più breve sono le medie del succitato Mortirolo.

Al termine della scalata ho constatato come in vetta non vi fossero altre biciclette da corsa e come la maggior parte del mountain bike fossero elettriche.

Spero di avervi incuriosito e che le immagini non vi abbiano spaventato troppo. Se capitate dalle parti di Pinerolo mettetelo nel vostro carnet di salite…

Foto e video di Davide Mazzocco

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Giornalista e ciclista, è riuscito a far convivere le sue due passioni scrivendo di bici per numerose testate, fra cui "Ciclismo" e "L'Unità". Colleziona colli alpini ed è sempre a caccia di nuovi itinerari fra Italia, Francia e Portogallo. Ha pubblicato diversi libri fra cui "Storia del ciclismo" e "Grimpeur".

Commento

    Christian Zanchetta
    23 Dicembre 2020 - 13:52

    Io l’ho fatta quest’estate in bici da corsa, è una salita bella ma da prendere con le molle, prima parte da fare assolutamente con calma altrimenti in cima al colle non si arriva.
    Con un buon grado di allenamento si sale con una bici da corsa con un 36×30. In ogni caso, negli ultimi 3 km, bisogna mettere in conto 25-30 minuti di tanta sofferenza…che culminano con una grande gioia e un rinfresco più che meritato una volta in cima.

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