Le salite del Giro d’Italia 2018: Col de Saint Pantaléon
Una dettagliata analisi della penultima salita del Giro d’Italia 2018
La piccola Valle d’Aosta è sinonimo di salite e anche la tappa del Giro d’Italia che si disputerà il prossimo 26 maggio non si sottrarrà alla legge imposta dall’orografia della regione. La frazione con partenza a Oulx e arrivo a Cervinia affronterà il Col de Saint Pantaléon dopo il Col Tsecore e prima dell’ascesa conclusiva. Tre Gpm a distanza ravvicinata al termine di una frazione che supererà ampiamente i 200 km.
Punto di partenza della salita valdostana è Chambave (480 metri).
Da qui si abbandona il fondovalle e si sale per 8 chilometri fino Petit-Brison. La prima metà della salita ha un andamento piuttosto regolare con una pendenza media del 7,9% che porta i corridori sino a quota 1100 metri. Durante l’attraversamento di Petit-Brison la pendenza è del 3,2%, successivamente le pendenze tornano a farsi sensibili: 7,2% la media fra il 9° e il 13° chilometro.
A questa quota si possono già godere gli splendidi scenari di una delle regioni montane più belle d’Europa.
Prima dell’abitato di Semon si scala il tratto più pendente dell’ascesa: quello che arriva sino al 12%. Un tratto interlocutorio al 4,1% fa da preludio all’impegnativo finale della salita al Col de Saint Pantaléon.
Superata la frazione di Cerisoulaz la strada riprende a salire per 500 metri al 10%, poi per un altro mezzo chilometro al 9,4%. Le ultime due frazioni di 500 metri sono al 7,2% e all’8,3%. Si tratta di pendenze molto importanti che arrivano dopo avere già superato 1000 metri di dislivello.
Lo scollinamento a quota 1664 metri avviene dopo 16,5 km di salita al 7,2% di pendenza media. Si tratta, dunque, di una salita che merita rispetto. Lo stesso dicasi per la discesa: sia che si ripercorra la strada in senso inverso, sia che ci si lanci verso Antey-Saint-André bisogna prestare molta attenzione. Le discese sono molto tecniche e non permettono di raggiungere alte velocità.

Per quanto riguarda la sistemazione alberghiera non c’è che l’imbarazzo della scelta: la Valle d’Aosta ha una vocazione turistica consolidata da decenni, i ripetuti passaggi del Giro d’Italia e la crescita degli eventi per ciclisti e biker sono finalizzati a destagionalizzare i flussi turistici fino a un paio di decenni fa concentrati sulla stagione della neve.
Foto | Lovevda e Google Street View