Due ruote a Milano: ieri, oggi, domani. Dalle bici d’epoca al bike sharing

Biciclette a Milano - Negozio Rossignoli

Biciclette di tutti i tempi unitevi! Sotto lo stesso cielo della Design Week 2018, che ormai non propone più solo mobili e design di interni, abbiamo ammirato passato, presente e futuro prossimo, delle due ruote.

Rossignoli

Rossignoli bici Milano

L’appuntamento annuale, durante il Fuorisalone, con le bici del passato, prossimo e remoto, è nel distretto Brera Design District e più precisamente nel cortile del negozio Rossignoli di Corso Garibaldi, punto di riferimento dei ciclisti milanesi dal lontano 1900. Ma la storia che le bici in esposizione ci raccontano parte da ancor più lontano, dalla Draisina, e prosegue con le diverse tipologie di biciclo, le bici militari dell’Esercito Italiano e Francese, le bici da stayer o da strada dagli anni ‘20 fino al dopoguerra. Chi abbia avuto la curiosità di spingersi fino al secondo cortile interno, all’ombra di un glicine bello da togliere il fiato, ha potuto ammirare un omaggio ai grandi campioni del ciclismo con l’esposizione delle “bici della vittoria”.

Alfonsina

Cavallerescamente il tour inizia con la bici di Alfonsina Strada, prima donna a partecipare, al Giro d’Italia nel 1924 e si conclude con la bici del compianto Pirata sulla quale nel 1998 disputò la cronometro da Mendrisio a Lugano. Tra l’una e l’altra, le due ruote di Cipollini, Saronni, Mercks, Moser, Bugno e altri grandi campioni, e un esemplare di ammiraglia Bianchi Campagnolo.

Art&Bike e Gilco

Ciclofficina

Art&Bike è un indirizzo da segnare in rubrica per i ciclisti dell’area milanese, riservando in agenda il tanto amato “Save the Date” alle serate del mercoledì. Nato lo scorso marzo è un nuovo punto di incontro a Lambrate, nello Spazio Industriale di via dei Canzi 14, per appassionati di bici e non solo. Cosa offre? Una ciclofficina (aperta martedì h 14,30-20,00 mercoledì h 10,00-22,00 sabato h 12,30-20, domenica 14,30-20) sullo sfondo di vari progetti cult tra i quali telai originali Gilcodesign; un luogo di aperitivi in musica, organizzati ogni mercoledì. Ma non è un “bar”, piuttosto un circolo. Uno spazio dove vedersi fra amici, ma anche incontrarsi a tema, trovarsi fra persone che condividono interessi e passioni.

Cinelli 1950 su sfondo Cinelli Laser-Laser

In occasione del recente Fuorisalone, insieme al futuro che verrà, e a una citazione dei modelli in edizione limitata degli stilisti americani Mark Badgley e James Mischka, Art &Bike ha proposto agli appassionati delle due ruote, testimonianze del top innovativo del passato: oltre ai progetti Gilco e ai telai originali Gilcodesign, quattro rarissime bici da collezioni private: una BSA Roadster del 1920, un modello Classico extra lusso di Dürkopp Adler, del 1930, una Super Sport F.B. Fratelli Brivio del 1940 e una Corsa Cinelli del 1950.

Tutti esempi di soluzioni per l’epoca molto avanzate, se non avveniristiche; vedi ad esempio il cambio a tre marce e il freno anteriore a tampone, nella Roadster del 1920. In questa sezione dell’esposizione dedicata a revival e design abbiamo potuto ammirare la bellissima collezione di moda per cicliste dell’Atelier Elena Siniscalco, con le cuffie di ispirazione vintage.

La Stazione delle Biciclette

Tra le motivazioni addotte da chi si sposta solo in auto, c’è l’impossibilità, a trasportare con la bici, persone o cose più grandi di un pacchetto. Dopo esser stati all’Open Day della Stazione delle Biciclette, dedicato alle cargo bike, possiamo affermare senza tema di smentita, che oggi come oggi le attenuanti stanno a zero. Non diciamo che le cargo bike permettano un intero trasloco. E nemmeno suggeriamo di accompagnare la nonna a fare commissioni seduta nel cassone. Sono però ideali per portare carichi di medio volume o per accompagnare, compatibilmente con l’età, fino a quattro bambini a scuola o all’asilo, nel rispetto della tanto decantata quanto impraticata mobilità sostenibile. Naturalmente, oltre che per uso lavorativo, sono l’ideale anche per chi pratica cicloturismo, sia che si voglia portar dietro solo cambi e attrezzatura, sia che voglia far campeggio lungo il percorso, oppure viaggiare con tutta la famiglia.

Ecco le tipologie di cargo bike disponibili:

A due ruote

Cargo bike a due ruote

Il carico, è posizionato davanti a voi e costantemente sotto controllo, la ruota anteriore è più lontana rispetto a una bici normale e il carico è posizionato tra manubrio e ruota anteriore. Il tempo di due curve e sembrerà di guidare una bici come le altre.

Long Tail

La cargo bike long tail

Letteralmente a coda lunga, la ruota posteriore è più lontana rispetto a quanto si è abituati e, sul telaio allungato, trovano alloggiamento lunghi, robusti e capienti portapacchi.

È l’evoluzione sicura del pericolosissimo (almeno sulle strade cittadine) rimorchio. L’attenzione è comunque d’obbligo, perché si guida come una normale bicicletta ma non bisogna dimenticare che si è più lunghi del solito.

A tre ruote

Cargo bike a tre ruote

Sia che le due ruote parallele siano posizionate davanti sia che si trovino dietro, ha il vantaggio della stabilità. Non cade addosso ai bambini, che, anzi, possono prendere posto da soli e anche durante la guida, il maggior equilibrio conseguente, equivale a maggior sicurezza per il guidatore e per chi trasporta. Più lenta da condurre, non piega in curva come una bicicletta. Quindi prima di sceglierla è necessario provarla, per verificarne la guidabilità, perché l’abitudine acquisita con una due ruote va resettata.

Compatta

Cargo bike compatta

L’ingombro è quello della bicicletta classica ma con la funzionalità di una cargo. Ovviamente il carico permesso è di gran lunga inferiore rispetto alle precedenti ma sicuramente superiore al classico cestino o portapacchi. Un po’ simile alla vecchia bici del panettiere.

I marchi: dalle italianissime B-Cargo e Bicicapace, alla Bullit, Yuba, Xtracycles,Bakfiets.

E veniamo al futuro alle porte…

Bitride

Bitride

Nel distretto Lambrate Ventura, il più “giovane” insieme al neonato Bovisa, Zehus, spin off del Politecnico di Milano, approfitta della Design Week per presentare nello spazio del già citato Art&Bike, Bitride, un nuovo progetto per la mobilità sostenibile, attualmente in sperimentazione con 50 cicli proprio grazie a studenti e docenti dell’Ateneo. Si tratta di un sistema di bike sharing con veicoli a pedalata assistita, in modalità free floating.

Il bike sharing è una realtà consolidata. Il sistema del flusso libero anche, pur essendo ancora da noi ai primi passi. La bici a pedalata assistita già esiste dalla notte dei tempi. Perché allora parliamo di Bitride come qualcosa di innovativo? Innanzitutto le bici offrono l’esclusiva modalità “non plug in hybrid” che tradotto in termini “1.0” significa che non necessitano di una stazione di ricarica, come ad esempio le bici elettriche di Bikemi. Il progetto Zehus All in One, ha infatti sviluppato il concetto di smart wheel, un sistema di potenza per l’elettrificazione della bicicletta, che permette di inserire nel mozzo della ruota, motore, elettronica, batteria e un’antenna blue tooth collegata allo smartphone. Questo sistema (applicabile a qualunque tipo di urban bike e disponibile anche per mezzi privati), consente di ricaricare la batteria usando la bicicletta in modalità muscolare, ma anche di recuperare energia sfruttando discese e frenate. Tutto qui? Certo che no (a parte il fatto che non è comunque poco). Dicevamo che il sistema prevede tramite l’antenna blue tooth il collegamento allo smartphone. Una app, al momento di inizio noleggio, consentirà di scegliere tra tre modalità differenti di utilizzo: la sola modalità muscolare, il sistema ibrido, oppure la modalità totalmente elettrica. Ovviamente a ogni tipo di utilizzo, corrisponde una tariffa diversa. Questa viene calcolata da un algoritmo, diventando praticamente prossima allo zero per la modalità muscolare. Chi si preoccupa di arrivare, dopo la pedalata, troppo sudato e poco smart in ufficio, ad esempio, può scegliere la sola pedalata assistita all’andata, e la modalità muscolare al ritorno, evitando così anche l’appuntamento con la palestra. Nessun pericolo di ritrovarsi a pedalare se si è scelta la modalità elettrica. È infatti possibile, attraverso la app, conoscere il livello di carica delle bici nelle nostre vicinanze.

Parliamo invece del free floating, sistema di noleggio balzato agli onori della cronaca nostrana non tanto per la sua innovatività e la possibilità di non dipendere dalla presenza di stazioni di bike sharing, quanto per vandalismi, parcheggi creativi e furti ad esso connessi. La collaborazione tra Bitride e Vodafone Automotive (brand noto a chiunque abbia montato la scatola nera sulla propria auto) permette di tracciare in qualsiasi momento il mezzo prevenendone il furto. La tecnologia di cui sono dotate le biciclette Bitride, attraverso un sistema di tracking e la messa a punto di specifici algoritmi in corso di brevettazione, tenderà a regolarne il parcheggio. Inoltre il maltrattamento delle bici sarà registrato dai sensori a bordo veicolo e l’utente disincentivato ad usare il servizio. Al contrario, il buon utilizzo del servizio farà maturare dei crediti trasformabili in corse gratuite. Infine verrà introdotta una sorta di gamification delle tariffe per meglio soddisfare le esigenze di ogni tipo di cliente.
Attraverso la tecnologia sviluppata dal team di Zehus, Bitride va oltre il servizio di mobilità e si pone l’obiettivo di raccogliere e restituire informazioni utili allo sviluppo e al miglioramento del territorio, nello specifico indagando sui livelli di inquinamento urbano, condizioni e qualità delle strade con riferimento al manto stradale, situazione della circolazione e del traffico. Finita la sperimentazione, Bitride sarà disponibile da giugno al grande pubblico nell’area milanese con una flotta iniziale di circa 350 biciclette.

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Ex istruttrice di nuoto, appassionata di yoga nonostante uno spirito pragmatico e contadino. Amo lo sport non agonistico da quando l'agonismo ha battuto l'etica ai rigori. Sono attiva sui seguenti social network: Campariorangecongliamici e Pizza&chiacchiere.
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