Balma in bici: una salita per scalatori di razza
Quindici tornanti in 4,4 km di ascesa al 9,8%. Nella valle di Viù abbiamo scoperto un’ascesa ideale nei mesi estivi
Contenuto realizzato dal Comune di Viù in collaborazione con Sport Folks
Solitamente su Sport Folks vi raccontiamo le salite che hanno scritto la storia del Giro o del Tour e ascese meno note che riteniamo essere interessanti per gli amanti delle due ruote. Di norma si tratta di ascese di fama consolidata e, comunque, con un chilometraggio superiore ai 10 chilometri.
Stavolta vogliamo fare un’eccezione e raccontarvi una salita di appena 4,4 km che abbiamo scoperto di recente e che ci ha fatto letteralmente innamorare. La salita di Balma si trova a Viù, crocevia fondamentale per gli scalatori piemontesi, punto di partenza per le ascese al Colle della Dieta, al Colle del Lys, a Malciaussia e Pian Benot.
Perché ci siamo innamorati di questa salita? Semplice, in appena 4400 metri di sviluppo lineare questa salita regala a un ciclista tutto ciò che può desiderare. In primo luogo un 9,8% di pendenza media, con un segmento di due chilometri al 14,6%. In secondo luogo una serie molto ravvicinata di tornanti: ben 15 in appena 4,4 km. Infine un percorso quasi totalmente all’ombra.
Per raggiungere l’attacco della salita occorre superare l’abitato di Viù, scendere in direzione del Colle del Lys/Usseglio e, giunti a un ponte su una curva a U, proseguire dritti.
Siamo a quota 750 metri, al Ponte sul Rio della Vana. Il tratto iniziale della salita è in falsopiano e, dopo un ponte, inizia la lunga serie di tornanti che porterà sino a quota 1181 metri. Come annunciato in precedenza, la salita di Balma si sviluppa all’interno di un bosco molto fitto e questa caratteristica la rende ideale nelle calde giornate estive.

Il primo chilometro ha una pendenza media del 4,6% ed è seguito da altri 500 metri al 3,3%. Dopo 1500 metri la salita cambia radicalmente registro e nei successivi 2 chilometri propone una pendenza media del 14,6%.
Il fondo stradale è buono, in alcuni tratti il rattoppo è recente. I numerosi tornanti consentono ai ciclisti di rifiatare e di “allargare” per cercare pendenze meno proibitive. In questi due chilometri “cruciali” la pendenza è costantemente in doppia cifra e in alcuni tornanti si sfiora il 20%.

La frequenza dei tornanti rende la salita psicologicamente più semplice: pensate che l’Alpe d’Huez ne presenta 21 in 13,8 km, mentre Balma ne conta 15 in appena 4,4 km! Terminati i due chilometri più impegnativi, la strada torna a salire con pendenze più “umane”: gli ultimi 900 metri hanno un gradiente del 7,8%.
Arrivato a un piccolo piazzale trovo un cartello che indica quota 1250 metri: un residente mi spiega che la misurazione è errata e che la quota è più bassa di circa 70 metri. Il dato è confermato dalle mappe presenti online. Nei 4,4 km di salita il dislivello è di 431 metri con una pendenza media del 9,8%.
Considerate le pendenze e il consistente numero di tornanti la discesa va affrontata con la dovuta cautela.
Al termine della discesa, riempiendo la borraccia alla fontana di Viù, ho conosciuto due ciclisti francesi, Axel e Sebastien, che hanno deciso di trascorrere le vacanze in sella alle loro gravel. Sono partiti da Lille, hanno preso il treno ad alta velocità per raggiungere Torino (già perché la TAV da Torino a Parigi c’è già, checché ne dicano i sostenitori a oltranza del tunnel in Valsusa…) e ora scaleranno strade asfaltate e sterrati di Piemonte, Liguria e Costa Azzurra per raggiungere Nizza.
Il loro “menu” prevede 20mila metri di dislivello. Viaggiano in autonomia, con attrezzi, kit riparazioni, indumenti, tenda e sacco a pelo. Come si chiama questo modo di viaggiare? Bikepacking. Qualche tempo fa ve ne abbiamo parlato su Sport Folks, ma questa è un’altra storia…
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Foto di Davide Mazzocco