Allenamento progressivo e progressione: qual è la differenza

Spesso si fa confusione tra allenamento progressivo e progressione e le due espressioni vengono usate come sinonimi, invece indicano due tipi di comportamento in allenamento molto diversi tra loro.

In particolare per progressione si intende semplicemente un aumento del ritmo durante l’allenamento e questo cambiamento avviene sostanzialmente in modo naturale, istintivo, senza alcun calcolo fatto a priori. Lo si fa perché magari si sta per concludere il percorso e si vuole accelerare un po’, oppure per “fare a gara” con il proprio compagno di allenamento. Quindi la progressione avviene senza seguire un particolare schema.

L’allenamento progressivo, invece, riguarda un tipo di preparazione più accurata per la quale si va a calcolare e a programmare con precisione quello che sarà l’aumento della velocità. Nella corsa, dunque, si può prevedere un passaggio da un ritmo di fondo lento a un ritmo di fondo medio, calcolando i tempi, che tendenzialmente sono di due terzi per il ritmo lento e l’ultimo terzo per quello più veloce.

Come funziona l’allenamento progressivo

Per l’atleta non professionista, come abbiamo detto poco sopra, si tende a impiegare due terzi dell’allenamento a un ritmo di fondo lento per passare nel finale a quello più veloce. Le sessioni, però, variano a seconda del tipo di atleta e della preparazione che sta seguendo.

Se i suoi allenamenti non sono quotidiani o li ha ripresi da poco, la sessione può essere divisa in cinque fasi: la prima, della durata di metà del tempo totale previsto, a ritmo di fondo lento, poi della seconda metà si può dividere in tre terzi, i primi due terzi a ritmo veloce e l’ultimo al ritmo gara, ossia il miglior ritmo che riesca a tenere.

Chi invece si allena per un appuntamento importante come può essere una maratona, deve dedicare metà del tempo alla corsa a ritmo di fondo lento, poi tre quinti del chilometraggio restante a ritmo medio, un quinto a ritmo di fondo veloce e l’ultimo quinto deve dedicarlo alle ripetute a ritmo gara.

A che cosa serve l’allenamento progressivo

Allenamento progressivo meglio su pista

Serve soprattutto a migliorare la resistenza aerobica e aumentare la soglia anaerobica. Inoltre permette al runner di imparare a gestire le cinque velocità del suo fondo (lento, medio, veloce, ripetute, velocità massimale).

L’ideale è svolgere questo tipo di allenamento su una pista di atletica o su una strada di cui si conoscono alla perfezione le distanze, questo perché occorre saper calcolare al meglio le sessioni e sapere con precisione quando si deve cambiare ritmo e per quanto mantenerlo.

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Giornalista professionista appassionata di sport fin da bambina. Scrivo per diverse testate nel web e sono fondatrice di Milady Magazine e Sport Folks. Ciclismo, volley e animali sono le mie più grandi passioni. Ho scritto il libro "Le ragazze che fecero l'impresa - La generazione d'oro del tennis italiano" per Ultra Sport.
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