Alaphilippe e i sospetti di doping. Cassani lo difende: “È sempre andato forte”
Succede sempre quando un ciclista va forte, troppo forte come nel caso di Julian Alaphilippe, che al Tour de France 2019 sta stupendo molti: vince tappe da finisseur, vince la crono e si difende anche in salita. Ecco che, puntuali, spuntano i sospetti di doping.
Ricordiamo che chi indossa la Maglia Gialla viene controllato scrupolosamente ogni giorno e dunque, se dovesse esserci qualcosa di strano, sicuramente verrebbe fuori, ma intanto a placare le critiche di quei tantissimi spettatori che sospettano che dietro il corridore francese della Deceuninck-Quick Step non ci siano solo duro lavoro e un talento fuori dal comune, arriva una voce illustre, quella di Davide Cassani, il ct della nazionale italiana.
Oggi Cassani, prima ancora che Alaphilippe arrivasse secondo nella tappa con arrivo sul Tourmalet, ha scritto un lungo post per elogiare la Maglia Gialla e ha riassunto questa sua esaltante stagione:
“Oggi voglio parlare di Julian Alaphilippe. Impressionante quello che sta facendo anche perché corre tanto e vince sempre. Quest’anno ha debuttato alla Vuelta San Juan in Argentina, a fine gennaio. Ha vinto una tappa battendo Consonni e Sagan ed il giorno dopo ribatte tutti a cronometro. Dopo 9 giorni si presenta al via del Giro di Colombia vincendo una tappa di salita con Lopez e Carapaz rispettivamente secondo e terzo. Il 9 marzo batte Fuglsang alla Strade Bianche e pochi giorni dopo, alla Tirreno-Adriatico vince due tappe. La prima su Van Avermaet e Bettiol, la seconda pettinando tutti a Jesi, in volata. Alla Milano Sanremo è lui che fa la selezione sul Poggio e, quelli che riescono a resistergli, li batte in volata. Primo anche lì. Dopo poco più di due settimana eccolo al giro dei Paesi Baschi, vince la seconda tappa ma cade il giorno dopo. Nonostante le botte conclude la tappa anche se in ultima posizione e preferisce non partire il giorno successivo per non compromettere le classiche a lui più favorevoli. ‘Solo’ quarto all’Amstel Gold Race e naturalmente primo alla Freccia Vallone. Alla Liegi non va oltre un deludente sedicesimo posto ma qua viene fuori la signorilità di un ragazzo forte e per bene. È lo stesso Fugslang a rivelare cosa successo. Prima della Redoute Julian mi ha guardato e mi ha detto ‘spero vinca tu’. Forse non si sentiva al meglio e dato che il danese era già stato secondo sia alle strade Bianche che alla Freccia Vallone, Alaphilippe ha voluto esternare con grande sportività l’ augurio ad un corridore che anche nelle sconfitte si era sempre dimostrato leale. Dopo la Liegi Julian stacca la spina cominciando a pensare al Tour de France. Maggio senza corse poi il Delfinato ad inizio giugno. Soffre, si fa per dire, per quattro tappe. Alla quinta si classifica terzo in un arrivo in volata (battuto da Van Aert e Bennet) e vince la sesta tappa. E poi il Tour de France dove tutti quanti state vedendo cosa sta facendo”
Poi ha aggiunto un commento un po’ più tecnico
“È impressionante perché tutte le volte che ha trovato strappi duri e corti anche a 15 km dal traguardo quasi nessuno (solo Pinot un giorno) riesce a tenergli la ruota. Su una salita di 7 km come la Planche des Belles Filles i soli Thomas e Pinot sono riusciti ad anticiparlo di una manciata di secondi e ieri, nella crono, ha addirittura battuto tutti, specialisti compresi. Può vincere il Tour de France? Ne sarei sorpreso perché, a differenza di tutti coloro che lottano per la vittoria, lui non ha preparato in modo specifico questa corsa. Per Thomas, Pinot, Mas, Uran, Kruijswijk, Quintana, Bardet, Porte il Tour de France è il punto focale della loro stagione e per questa corsa si sono preparati fin da inizio stagione. Vuol dire allenarsi sul fondo, fare non tante corse di un giorno e molte piccole gare a tappe, lavori particolari su salite lunghe privilegiando la resistenza. In pratica allenare la capacità di affrontare nello stesso giorno più salite di 40/50’ ad alta velocista (watt). Lui invece ha corso (e vinto) come ho detto, da gennaio”
E ha concluso la sua riflessione su quello che potrà fare ancora in questo Tour, ma sottolineando come Alaphilippe sia indiscutibilmente un fuoriclasse:
“Sulle Alpi, nelle salite lunghe potrebbe pagare dazio ma essendo un fenomeno potrei anche sbagliarmi. Ma di una cosa sono sicuro. Se Julian Alaphilippe, un bel giorno decidesse di fare classifica sul serio al tour de France, pochissimi riuscirebbero a batterlo. Forse nessuno. È un fuoriclasse e come tutti i fuoriclasse a loro è concesso quasi tutto”
Alaphilippe dopato o in crescita costante?
Sotto il post di Davide Cassani si sono alternati i commenti di chi lo ha ringraziato per l’analisi tecnica sostenendo di condividerla appieno e commenti di chi, invece, insinua sospetti. In particolare un utente ha scritto:
“Il solito ciclista che fino all’altro ieri lo staccavano pure i velocisti, all’improvviso fa classifica al tour da solo e batte tutti in tutti gli scatti. Francese. Poi succede che gli appassionati non seguono più il ciclismo”
Ma proprio a lui Cassani ha risposto:
“Ti vorrei ricordare che a 22 anni arrivò secondo all Freccia e alla Liegi e che a 24 terminò quarto alle Olimpiadi dopo una caduta. Che lo scorso anno andò fortissimo al Tour vincendo due tappe e la maglia a pois. È sempre andato forte. Sempre”
E in effetti non si può dare torto al ct, perché andando a scorrere il palmares di Julian Alaphilippe si nota subito come sia risultato forte fin da ragazzino. Non è un ciclista esploso in tarda età (Chris Froome ha avuto una maturazione più “improvvisa” per esempio), ma ha cominciato a vincere tappe in corse importanti fin dalle primissime stagioni da professionista. Ora ha compiuto 27 anni che è l’età in cui un ciclista raggiunge una maturazione quasi piena, quindi è lecito aspettarsi che d’ora in poi sia sempre uno degli uomini da battere (in realtà lo è già da almeno un paio d’anni) e intanto vediamo fino a dove si spingerà in questo Tour de France.
Foto © Tour de France